Appare sempre più evidente il degrado morale, culturale e civile del nostro Paese.
Un declino che è al tempo stesso causa ed effetto di un sistema corrotto, cinico e colluso, dove parte della classe dirigente e di certi apparati amministrativi contribuiscono – consapevolmente o meno – all’impoverimento etico e spirituale della società.
Per contrastare davvero questo degrado diffuso, non bastano slogan o riforme di facciata: serve un profondo risveglio delle coscienze, un rinnovato senso critico che riporti al centro la responsabilità individuale e collettiva.
Solo una consapevolezza vigile può generare il desiderio e la forza di cambiare.
La scuola pubblica: il primo fronte del cambiamento
La rinascita deve partire dalla scuola pubblica, oggi ridotta in condizioni poco dignitose: edifici fatiscenti, programmi svuotati di senso, precarietà cronica del personale e una crescente distanza tra educazione e vita reale.
Bisogna restituire alla scuola la sua missione originaria: formare persone pensanti, autonome, responsabili, non automi programmati per adattarsi al “sistema”.
Serve un ritorno alla pedagogia dei valori, alla coerenza tra mezzi e fini, tra metodo educativo e finalità etico-sociali.
Solo così l’istruzione tornerà a essere strumento di libertà, non di obbedienza.
Come ricordava Gesualdo Bufalino, “Occorre un esercito di maestri elementari”.
Sì, maestri di mente e di cuore, capaci di accendere domande più che di offrire risposte preconfezionate.
La comunicazione di massa: il nuovo oppio dei popoli
Oggi la comunicazione di massa, in gran parte controllata dalla propaganda consumistica e politica, rappresenta il principale mezzo con cui il potere addormenta le coscienze.
I messaggi veicolati da televisione, social e pubblicità non informano: condizionano l’inconscio, uniformano i pensieri, anestetizzano la mente collettiva.
In questo “sonno indotto” i cittadini diventano spettatori passivi, consumatori docili, elettori prevedibili.
La complessità del reale viene ridotta a un’unica narrativa, quella del consenso e della convenienza.
A servizio permanente di tale sistema si trovano professionisti della manipolazione, che vendono la propria dignità in cambio di incarichi, visibilità o denaro.
Il risultato è una società che rinuncia al dissenso, all’analisi, alla ricerca della verità.
Il risveglio necessario
Il potere, ovunque, vive dell’apatia dei cittadini.
Per questo occorre una rivoluzione culturale che parta dai banchi di scuola e arrivi fino alle redazioni, ai social, ai luoghi del dibattito pubblico.
Una rivoluzione che non usi armi, ma parole, conoscenza e coraggio.
Perché chi addormenta le coscienze, controlla il presente.
Chi invece le risveglia, costruisce il futuro.
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