C’è un momento in cui la ricerca del vero cede il passo alla consapevolezza che ogni discorso sul passato è inevitabilmente mediato dal linguaggio. È su questa linea di confine che si colloca “La retorica della storia. Hayden White e la svolta linguistica nella seconda metà del Novecento”, il nuovo saggio di Fabio Milazzo, edito da FrancoAngeli: un testo che riflette sul punto in cui la storiografia diventa autocosciente, riconoscendo la propria natura narrativa.
Hayden White e la nascita della storiografia come narrazione
Il volume di Fabio Milazzo affronta la figura di Hayden White, storico e filosofo statunitense tra i più influenti del Novecento, noto per aver rivoluzionato la filosofia della storia con il suo celebre libro Metahistory (1973).
L’autore non si limita a riassumerne le tesi, ma ne interpreta il pensiero come parte integrante della svolta linguistica (linguistic turn) che ha attraversato le scienze umane nella seconda metà del secolo scorso. Una svolta che ha messo in discussione le certezze del sapere storico e l’idea stessa di verità oggettiva.
Il linguaggio come chiave di accesso alla verità storica
A partire dagli anni Sessanta, la crisi delle ideologie, il trauma dei totalitarismi e il dialogo con la filosofia continentale portarono a un profondo ripensamento del rapporto tra linguaggio e realtà.
Come spiega Milazzo, la verità storica non è più un dato oggettivo, ma una funzione discorsiva: i “fatti” diventano rappresentazioni, e lo storico, consapevolmente o meno, diventa un narratore.
In questo contesto, la teoria dell’emplotment elaborata da Hayden White — secondo cui ogni storiografia è un intreccio narrativo modellato da tropi e figure retoriche — assume un valore centrale.
Tra linguaggio, verità e negazionismo: la domanda che non smette di inquietare
Il saggio di Fabio Milazzo non elude il nodo più spinoso della riflessione whiteana: se ogni storia è una narrazione, come si distinguono le verità dalle menzogne, le ricostruzioni storiche dalle falsificazioni o dai negazionismi?
L’autore indaga con finezza questo paradosso, mostrando come la consapevolezza della dimensione linguistica non porti al relativismo assoluto, ma a una responsabilità più alta: quella di riconoscere il potere e i limiti della parola.
Una riflessione sul linguaggio come destino umano
La scrittura di Milazzo, elegante e rigorosa, restituisce l’intelligenza e la complessità del pensiero di White, illuminandone la portata antropologica. La storia, suggerisce l’autore, è sempre una costruzione narrativa, ma non per questo è priva di senso: è lo spazio in cui l’uomo tenta, attraverso il linguaggio, di dare forma al caos dell’esperienza.
“La retorica della storia. Hayden White e la svolta linguistica nella seconda metà del Novecento” è un contributo prezioso alla teoria della storia e alla più ampia riflessione sulle forme della conoscenza nel mondo contemporaneo.
Fabio Milazzo invita il lettore a interrogarsi su una domanda che, da oltre mezzo secolo, continua a risuonare: che cosa significa davvero raccontare la verità?
Titolo: La retorica della storia. Hayden White e la svolta linguistica nella seconda metà del Novecento
Autore: Fabio Milazzo
Editore: FrancoAngeli
Anno: 2025
Pagine: 180 ca.
Collana: Filosofia della storia e delle scienze umane
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