Una vicenda che offende la libertà di pensiero
A Torino si consuma l’ennesimo atto di censura contro la libertà di espressione. Il professor Angelo D’Orsi, tra i più autorevoli studiosi italiani di storia del pensiero politico, è stato silenziosamente zittito nella sua città: la conferenza intitolata “Russofobia, russofilia, verità”, prevista il 12 novembre nei locali del Polo del ‘900, è stata annullata su pressioni politiche.
Una decisione che riporta indietro le lancette del dibattito culturale, in un Paese che ama definirsi “democratico” ma che mostra, sempre più spesso, un volto intollerante verso chi osa pensare fuori dal coro.
Il quotidiano Il Fatto Quotidiano ha dedicato ampio spazio alla vicenda, con l’articolo di Wanda Marra (“Su D’Orsi il nuovo bavaglio del duo Calenda & Picierno”) e con l’editoriale di Marco Travaglio, che ha definito la situazione come “un segnale inquietante per la libertà di critica e di parola”.
“Silenziato in nome della democrazia”
“Senza neppure aspettare che io tenga la mia conferenza, vengo poco democraticamente silenziato in nome della democrazia, di cui l’Occidente sarebbe il faro”. Docente di storia del pensiero politico all’Università di Torino, allievo di Norberto Bobbio, autore di oltre 50 volumi tradotti in più lingue e fondatore di riviste prestigiose come Historia Magistra e Gramsciana, D’Orsi rappresenta una delle voci più libere e coerenti del panorama intellettuale italiano.
La censura è arrivata dopo un post trionfante dell’europarlamentare Pina Picierno (PD), che ha ringraziato il sindaco Stefano Lo Russo per l’annullamento dell’evento. Una presa di posizione che ha indignato gran parte del mondo culturale, universitario e giornalistico.
WordNews.it e Dioghenes APS: “Con D’Orsi contro ogni bavaglio”
La redazione di WordNews.it, diretta da Paolo De Chiara, e l’associazione Dioghenes APS – Antimafie e Antiusura, esprimono solidarietà piena e incondizionata al professor Angelo D’Orsi, vittima di un episodio vergognoso che rappresenta un attacco alla libertà di pensiero.
“Non si può tacere. Quando si censura un intellettuale, non si colpisce una persona ma un principio: quello del libero confronto delle idee. È un dovere civile stare dalla parte di chi subisce il silenzio imposto dal potere”.
Ricordiamo che Angelo D’Orsi è stato vincitore della prima edizione del Premio Nazionale Pier Paolo Pasolini, promosso da WordNews.it e Dioghenes APS, per il suo impegno culturale e civile nel difendere la libertà intellettuale, il pensiero critico e la memoria storica.

Un segnale pericoloso per la democrazia
La vicenda di Torino non riguarda solo un singolo evento, ma il clima culturale di un Paese in cui chi non si allinea viene etichettato, marginalizzato, escluso.
Il professor D’Orsi aveva previsto un collegamento con il giornalista Vincenzo Lorusso dal Donbass, autore del volume De “Russophobia”, per affrontare un tema complesso con rigore e pluralità di voci.
Invece, si è scelto di impedire il confronto, preferendo la censura preventiva alla discussione libera.
È un segnale inquietante, soprattutto quando arriva da istituzioni culturali e da rappresentanti politici che si dichiarano “democratici”.
La censura contro Angelo D’Orsi è una ferita alla cultura italiana. È l’immagine di un Paese che, mentre celebra la Costituzione e i diritti, tace o applaude quando qualcuno viene zittito. Chi ama davvero la democrazia, la verità e la libertà, non può restare in silenzio.
WordNews.it e Dioghenes APS continueranno a dare voce a chi viene oscurato, perché la libertà di pensiero non si revoca, si difende.






