Lo fa sapere Salvatore Borsellino con queste parole:
“Mi è pervenuto oggi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari relative alla denuncia per diffamazione aggravata presentata nei miei confronti da Mario Mori.
Le indagini preliminari sono da considerarsi concluse e non deve essere presentata, a parere del PM, richiesta di archiviazione.
Sono incriminato per il delitto previsto e punito dall’art. 295, comma 2, diffamazione aggravata per essere stata pronunciata in luogo pubblico con l’aggravante dell’offesa consistente nell’attribuzione di fatti determinati.
Nel congresso di Villa Trabia a Palermo, il 18 luglio di quest’anno, avrei infatti affermato che dato che l’Agenda Rossa è stata sottratta dal luogo della strage dai servizi, Mario Mori, essendo stato a capo dei servizi stessi, ne conosce il contenuto e sa dove viene occultata e ha utilizzato il contenuto di questa agenda e il potere che gli deriva da questa conoscenza per influenzare la Commissione Parlamentare Antimafia e le sue scelte relative ai consulenti da nominare.
Dopo trenta anni di lotta per la Verità e la Giustizia sono io, fratello di Paolo Borsellino, ad essere incriminato, ma ne sono contento, finalmente, davanti ad un Giudice, in una aula di Giustizia, si potrà parlare dell’Agenda Rossa.
Contemporaneamente oggi mi è arrivata dal Tribunale di Caltanissetta anche la notifica della richiesta di archiviazione, a firma del PM Valeria Andolina, del procedimento penale a carico di Paolo Bellini, per il reato di cui all’art. 422, 416 bis etc.
Lo stesso Paolo Bellini che è stato recentemente condannato in via definitiva all’ergastolo per la sua partecipazione, come autore materiale, alla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
Io indagato, Paolo Bellini archiviato.
GIUSTIZIA E’ FATTA.”
Il riferimento è all’evento che si è svolto questo 18 luglio a Palermo, a Villa Trabia organizzato da ANTIMAFIADuemila, dal titolo:
Strage Borsellino. Tutta la verità! Stato-Mafia; massoneria deviata; servizi segreti; eversione nera”.
Tra gli ospiti c’erano, oltre a Salvatore Borsellino, Fabio Repici, Roberto Scarpinato, Luigi de Magistris, Anna Vinci, Giorgio Bongiovanni e Luana Ilardo.
In questo convegno si è parlato della mai più ritrovata agenda rossa; dei 57 giorni tra la strage di Capaci e quella di via d’Amelio; delle sensazioni di Paolo Borsellino con le sue ultime uscite pubbliche; delle vicende giudiziarie passate e ancora in corso; del ruolo dei servizi segreti, massoneria e eversione di destra nelle stragi; delle verità che mancano e di chi ad oggi potrebbe saperne qualcosa; della commissione parlamentare antimafia e del suo lavoro.
La denuncia è arrivato dallo stesso Mario Mori che diversi anni fa, alla sua condanna in primo grado inerente al processo Trattativa, dichiarava di curarsi
“per vivere a lungo, perché devo veder morire qualcheduno dei miei nemici e c’è ne sono ancora tanti di nemici. Ma non fanno paura i nemici intelligenti fanno paura i nemici cretini”.
Come è noto alle cronache il generale Mori è stato assolto dai suoi procedimenti ma i processi hanno chiarito poco:
- perché dalla sua squadra venne staccata la sorveglianza alla casa di Totò Riina in via Bernini un paio di ore dopo il suo arresto?
- Come mai quando la sua squadra fu portata al casolare dove abitava Bernardo Provenzano, grazie all’infiltrato Luigi Ilardo, non fu arrestato Provenzano? E in quel casolare ci abitò per almeno sei anni, era il 1995 e quindi 11 anni prima del suo arresto nel 2006. Fu davvero una questione di pecore?
E ancora:
“Ma signor Ciancimino, ma cos’è questa storia qua? Ormai c’è muro, contro muro. Da una parte c’è cosa nostra, dall’altra parte c’è lo Stato? Ma non si può parlare con questa gente?”
Questa frase l’ha riferita Mori al processo sulle stragi in continente che si svolgeva a Firenze in una deposizione del 24 gennaio 1998.
- A parte i detrattori della Trattativa, che comunque anche la Corte di Cassazione ha confermato l’esistenza pur assolvendo gli imputati “dello Stato”, che vogliono smontare il significato di questa sua deposizione, a cosa si riferiva realmente? Ad un bluff, come oggi ci vuole far credere, o ad altro?
E potremmo pure continuare.
Ma si sa, la storia del nostro paese è fatta così: intrecci tra parte dello Stato con tutte le sue diramazioni con mafia e altre organizzazioni. Il tutto poi diventa “segreto di Stato” per diversi decenni e noi sempre meno sapremo sui lati più oscuri della nostra “Prima Repubblica” e sugli effetti che ancora oggi stiamo vivendo. Lati oscuri che però hanno causato migliaia di morti di persone oneste che, grazie al loro lavoro e coraggio, hanno provato a cambiare le sorti del nostro paese.
Per questo noi della redazione di WordNews.it e i soci dell’Associazione Dioghenes APS dimostrano la loro solidarietà a Salvatore Borsellino e sono al suo fianco nella battaglia per la ricerca di verità giustizia proprio perché, come affermava il giudice Paolo fratello di Salvatore:
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare”
foto copertina di Antonino Schilirò scattata in via d’Amelio il 18 luglio 2025





