L’attenzione mediatica, politica e sociale nel vastese è in questi giorni catturato da altro, sui social diluvi di commenti e parole (quasi sempre in libertà) si rivolgono altrove. Ai tempi dell’infotainment, della informazione spettacolo che spesso non informa e sempre dà spettacolo, dell’emotività di un momento che guida le nuvole dell’interesse pubblico la notizia, pubblicata da Anna Bontempo su Il Centro dello scorso 18 novembre e da noi rilanciata due giorni fa, dell’approdo nelle aule di tribunale dell’erogazione di “premi di risultato” al Comune di Vasto sembra già caduta nel dimenticatoio.
Vincenzo Toma, dirigente del Comune di Vasto in pensione ma ancora attivo (presenza dichiarata a titolo gratuito) nell’organico dell’ente, il 16 dicembre prossimo comparirà di fronte ai giudici che gli contestano l’accusa di peculato. «Avrebbe disposto, in favore di se stesso, il pagamento della somma di 30.873 euro come “premio di risultato” per gli obiettivi conseguiti» riporta l’articolo di Bontempo e su questo ruotano le contestazioni al dirigente comunale. «Molte le presunte irregolarità riscontrate, dettagliatamente illustrate in un dossier di 83 pagine dove vengono analizzati anche gli incentivi ai tecnici, gli assegni ad personam e le posizioni organizzative. Sui premi di risultato gli 007 del Mef furono categorici.
“La metodologia utilizzata dal Comune di Vasto per la valutazione del personale con qualifica dirigenziale non è quella prevista dal regolamento di cui l’ente si è dotato nel 2012” scrisse Biagio Giordano, dirigente dell’Ispettorato Generale dei Servizi Ispettivi di Finanza pubblica, “gli obiettivi sui quali è stata impostata la valutazione della performance organizzativa dei dirigenti appaiono infatti attinenti alla ordinanza attività amministrativa dell’ente ed in quanto tali non determinano un significativo miglioramento della qualità dei servizi erogati”» si legge nell’articolo firmato Anna Bontempo.
Sulla gestione del personale, compresa l’erogazione dei “premi di risultato”, inoltrammo cinque anni fa un accesso agli atti e successivamente un accesso civico. Ottenendo documentazione solo dopo sei mesi e l’intervento del Difensore Civico Regionale. In una prima risposta il dott. Toma ci aveva scritto che non eravamo titolati a ricevere nulla. Gli anni sono passati, è partita (come rivelato da Anna Bontempo su Il Centro) un’indagine della Guardia di Finanza e ora si giungerà in tribunale. Nel frattempo lungo dibattito ha scatenato il concorso messi notificatori, a cui abbiamo dedicato oltre venti articoli.
L’unica reazione politica alla notizia è stata dei consiglieri di opposizione Guido Giangiacomo, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani. I tre esponenti di Fratelli d’Italia hanno chiesto in una interrogazione al sindaco Francesco Menna di rivedere la nomina di Toma e che l’Amministrazione Comunale si costituisca parte civile.
Menna è anche Presidente della Provincia di Chieti e la polemica politica intorno a questa notizia si è spostata, anche, a livello provinciale perché lo stesso Toma è stato nominato Presidente della Commissione esaminatrice dell’interpello per n. 6 Funzionari Amministrativi, con determinazione del 4 novembre 2025. Scelta criticata dai consiglieri provinciali di opposizione Catia Di Fabio, Carla Di Biase, Claudio Carretta e Graziana Di Florio si rivolgono al Presidente Menna che hanno inoltrato una interrogazione al presidente Menna. Questo il comunicato stampa con cui hanno condiviso con la stampa e la cittadinanza i contenuti dell’interrogazione e le motivazioni.
I Consiglieri Provinciali esprimono stupore ed esterrefazione per la decisione assunta dal Presidente della Provincia, Francesco Menna, di nominare il dott. Vincenzo Toma quale Presidente della Commissione esaminatrice dell’interpello per n. 6 Funzionari Amministrativi, con determinazione del 4 novembre 2025.
Una scelta a nostro avviso incomprensibile e gravemente inopportuna, poiché alla data della nomina il dott. Toma risultava rinviato a giudizio per peculato, per fatti relativi alla gestione amministrativa del Comune di Vasto, dello stesso Menna.
Pur nella doverosa presunzione di innocenza, riteniamo che la Provincia di Chieti non possa affidare ruoli di garanzia così delicati – come la presidenza di una commissione concorsuale – a un dirigente coinvolto in un procedimento penale per reati contro la Pubblica Amministrazione.
Questa decisione:
• compromette la credibilità dell’Ente;
• espone la procedura selettiva al rischio concreto di ricorsi e contestazioni;
• mina la trasparenza e la terzietà dovute a ogni concorso pubblico;
• produce un evidente conflitto di opportunità, trattandosi di un dirigente del Comune amministrato dal medesimo Presidente della Provincia.
Per tali ragioni, i consiglieri provinciali di minoranza hanno depositato un’interrogazione formale, chiedendo a Menna di chiarire:
• se fosse a conoscenza del procedimento penale a carico del dott. Toma;
• quali valutazioni di opportunità abbiano motivato tale nomina;
• se ritenga di dover revocare immediatamente l’incarico;
• quali misure intenda adottare per tutelare l’Ente e i candidati coinvolti.
Ribadiamo che le procedure concorsuali della Provincia devono essere affidate a figure imparziali e autorevoli, del tutto estranee a vicende giudiziarie, per garantire la serietà dell’Ente e pari opportunità ai candidati.
Fratelli d’Italia continuerà a vigilare affinché la Provincia di Chieti agisca nel pieno rispetto dei principi di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa.




