A volte il futuro si presenta senza bussare: arriva in una sala, tra luci morbide, opere che pulsano vita e nomi che promettono nuove traiettorie. È quello che accadrà venerdì 5 dicembre, alle 17:30, quando Palazzo Valentini, casa istituzionale della Città Metropolitana di Roma Capitale, accoglierà la Terza Edizione del Premio Internazionale “Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti”, promosso da A-HEAD Project di Angelo Azzurro Onlus.
Un appuntamento che intreccia arte contemporanea, cura, ricerca e una battaglia civile che non conosce scorciatoie: la lotta allo stigma dei disturbi mentali.
Un premio che mette al centro l’essere umano
Nato per volontà della famiglia Calapai e sviluppato all’interno di Angelo Azzurro ONLUS, A-HEAD Project ha un obiettivo preciso: usare l’arte come strumento di emancipazione, rinascita, possibilità. Un ponte tra chi crea e chi cerca di riabitare il proprio mondo interiore.
Quest’anno il premio, ideato e curato da Piero Gagliardi, seleziona tre artiste capaci di trasformare materia, memoria e fragilità in un linguaggio che parla a tutti.
I premiati 2025: tre direzioni, un’unica visione
• Alessio Barchitta – Vincitore del Premio Giovan Battista Calapai
1.200 euro + pubblicazione A-HEAD Edizioni
La sua è un’arte che cammina in equilibrio tra pittura, scultura e installazione. Una ricerca sulla memoria dei materiali, sul tempo che corrode e rigenera, sulla tensione silenziosa tra ciò che resta e ciò che cede.
A consegnare il premio sarà Barbara Salvucci.
• Giulia Zabarella – Menzione Theodora van Mierlo Benedetti
800 euro + pubblicazione A-HEAD Edizioni
Performer e artista visiva, esplora il corpo come grammatica del mondo, il linguaggio come soglia, lo spazio come zona di traduzione tra visibile e invisibile. Una poetica che vibra, muta, interroga.
A premiarla saranno Carla Benedetti Bock e Lorenzo Assirio Benedetti.
• Zeroscena (Elisa La Boria e Luka Bagnoli) – Vincitori del Premio Piero Gagliardi
500 euro + acquisizione di un’opera inedita per la Collezione del MUSMA di Matera
Il collettivo porta avanti un’indagine sui luoghi di confinamento, sulle geografie domestiche, sugli spazi ibridi in cui l’umano lascia impronte, archivi, enigmi. Le loro installazioni sono domande che restano aperte, stanze che respirano.
A consegnare il premio sarà Luca Centola.
La giuria e il progetto culturale
Le opere premiate entreranno nella piattaforma 3500 cm², curata da Lorenzo Benedetti, che diffonde grandi manifesti d’arte contemporanea all’interno di spazi dedicati al benessere psicologico.
La giuria — composta da curatori, storici dell’arte, galleristi e artisti come Dora Stiefelmeier, Mario Pieroni, Simona Spinella, Teresa Macrì, Paolo Grassino, Raffaella De Chirico e molti altri — è coordinata dalla Dott.ssa Stefania Calapai e dalla curatrice Roberta Melasecca.
Oltre ai riconoscimenti economici e alle pubblicazioni, i vincitori dei Premi Calapai e Benedetti riceveranno un’opera realizzata da Barbara Salvucci, mentre il Premio Gagliardi include un’opera dell’artista Luca Centola.
La cerimonia: il momento del racconto
La consegna dei premi, nella elegante Sala Di Liegro, sarà arricchita dalla presentazione dei cataloghi delle vincitrici della Prima Edizione, Camilla Gurgone e Gisella Chaudry, introdotti dal Dott. Alessandro Bellotta, psichiatra e psicoanalista junghiano, insieme ai curatori Lorenzo Benedetti e Roberta Melasecca.
La serata sarà accompagnata anche dalla presenza dell’artista e dj Flavia Lazzarini, che sosterrà il progetto A-HEAD con un contributo speciale.
A-HEAD: quando l’arte diventa salute
Dal 2017 il progetto A-HEAD lavora per combattere lo stigma, costruire percorsi riabilitativi e offrire spazi di crescita creativa a giovani che attraversano momenti difficili.
Le attività — laboratori artistici, incontri, pubblicazioni, mostre — sono parte integrante del lavoro della ONLUS Angelo Azzurro, attiva da anni nella tutela e nel supporto psicoterapeutico.
Qui l’arte non è ornamento: è cura, è educazione, è reinserimento sociale. È la prova che la cultura può essere un motore di sanità, un modo per restituire voce, dignità e futuro.
La terza edizione del Premio Calapai-Benedetti non è soltanto una cerimonia: è un manifesto.
Dice che l’arte non è un lusso, ma una necessità.
Che la fragilità può diventare forma.
Che lo sguardo degli artisti può indicare la strada quando le parole non bastano.
E che, a volte, guarire comincia da un gesto semplice: guardare un’opera e sentire che qualcosa si muove dentro di noi.






