Nel ventre molle di Somma Vesuviana, tra le strade silenziose del Parco Fiordaliso, si muovono affari che poco hanno a che vedere con il diritto e la legalità. Clan camorristici, in particolare i De Bernardo, i La Vecchia e i Correale, continuerebbero a gestire, come in un feudo di altri tempi, le assegnazioni degli alloggi popolari. Non servono bandi, non contano le graduatorie: conta chi comanda sul territorio.
È da decenni che questa realtà è sotto gli occhi di tutti. Le occupazioni abusive non sono il frutto del bisogno, ma di un sistema ben oliato, fatto di proventi illeciti e di un mercato parallelo dove una casa popolare può arrivare a costare fino a 30.000 euro. Un prezzo pagato in nero, per il silenzio e la complicità.
Chi parla, chi denuncia, viene messo all’angolo.
Eppure, da anni, le segnalazioni si susseguono: false residenze, dichiarazioni mendaci, sussidi percepiti indebitamente. Reddito di inclusione, contributi comunali, bonus: tutto rientra nel gioco, tutto viene sfruttato. Ma nessuno verifica, nessuno approfondisce.
Per questo si invoca un intervento urgente da parte del Prefetto di Napoli e del Sindaco di Somma Vesuviana: non bastano più i controlli sugli abusi edilizi. Serve una verifica capillare delle residenze, un’indagine seria e senza sconti su chi abita davvero quegli alloggi e con quali titoli.
Non è più tempo di tolleranza o di omissioni. Parco Fiordaliso è diventato il simbolo di una camorra che si infiltra nel sociale, che gestisce bisogni reali per rafforzare il proprio potere. Ogni alloggio assegnato illegalmente è una vittoria della criminalità e una sconfitta dello Stato.
Chiediamo: chi controlla davvero gli elenchi comunali? Chi verifica se le persone assegnatarie vivono altrove, magari affittando in nero l’alloggio ricevuto? Chi si occupa di chi — con una fedina penale sporca — continua a dominare la vita pubblica e privata di un intero quartiere?