A volte basta un attimo, un riflesso sbagliato, un gesto arrogante e superficiale per trasformare un incontro con la natura in un incubo. È successo il 25 ottobre, lungo la Strada Statale 17, alle porte di Cerro al Volturno, quando un’orsa marsicana e il suo piccolo, anime selvatiche in cerca di un riparo prima del letargo, sono stati inseguiti da un’automobile. Una scena che, sotto i fari, diventa improvvisamente brutale: la paura che sostituisce il silenzio, la corsa che diventa fuga, la notte che diventa minaccia.
L’immagine, ripresa e diffusa in rete, ha fatto il giro d’Italia. Un misto di rabbia e impotenza. Un’altra ferita inferta a un animale che chiede una sola cosa: essere lasciato vivere.
Individuato e denunciato il responsabile
Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Isernia hanno fatto il loro corso. Il conducente è stato identificato e denunciato per maltrattamento di animali.
La sua condotta ha provocato forte stress all’orsa e al cucciolo proprio nel delicatissimo periodo pre-letargo, quando ogni energia risparmiata può fare la differenza tra la vita e la morte.
È un dettaglio che soltanto chi conosce la montagna comprende fino in fondo: disturbare un orso in questo momento dell’anno non è un’innocua bravata, è un rischio concreto per la sua sopravvivenza.
Una specie che sopravvive su un filo
La popolazione dell’orso marsicano conta circa 60 esemplari. Sessanta. Un numero che pesa come una preghiera.
Ogni individuo è un mondo, un tassello di un equilibrio naturale che ci supera e ci sostiene. Perderne anche uno significherebbe piegare ancora di più quel filo già teso tra esistenza ed estinzione.
Lo dice la normativa internazionale, lo impone la legge, ma prima ancora lo suggerisce il buon senso: disturbare, inseguire, spaventare questi animali significa contribuire a un danno irreversibile per l’ecosistema appenninico.
Un cratere di responsabilità umana nella fragile architettura della biodiversità.
Cosa fare quando si incontra un orso
Le regole sono semplici, quasi elementari:
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Fermarsi
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Spegnere motore e fari
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Lasciarlo andare
Basta questo. Non serve l’eroismo, non serve la sfida, non serve lo “scatto memorabile”. Serve solo rispetto.
E un po’ di meraviglia, quella sì: quella che ti scivola addosso quando la natura ti passa davanti e ti ricorda che tutto ciò che puoi fare è osservare senza ferire.
Una lezione per tutti
Questa vicenda non racconta solo l’errore di un singolo. Racconta di un rapporto malato che ancora molti hanno con l’ambiente: la convinzione di essere padroni, non ospiti. Di poter forzare, disturbare, guidare a fari accesi dentro un mondo che non ci appartiene.
L’orsa e il suo cucciolo sono riusciti ad allontanarsi. La montagna ha chiuso il suo sipario.
Ma la domanda resta, sospesa nell’aria umida del Volturno: quanti altri confini naturali verranno calpestati prima che impariamo a camminare con leggerezza?





