Quando l’informazione tende a sbiadire e il mondo sembra voltare lo sguardo, a Reggio Emilia si accende una luce che chiama alla responsabilità civile.
L’evento, promosso da Movimento Julian Assange Reggio Emilia e Amnesty International Reggio Emilia, riporta al centro il dramma di Gaza e le responsabilità che, secondo le più recenti indagini e rapporti internazionali, coinvolgono anche il nostro Paese.
A intervenire saranno voci cruciali dell’inchiesta, dell’attivismo e della cooperazione internazionale:
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Stefania Maurizi, giornalista investigativa de Il Fatto Quotidiano
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Anthony Aguilar, la “fonte” che ha rivelato il ruolo della Gaza Humanitary Foundation nel genocidio
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Suh Bargauan, attivista della Global Sumud Flotilla
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Emanuela Pala, giornalista e testimone diretta della missione umanitaria della Flotilla
Un parterre che non si limita a raccontare: scardina.
Il rapporto ONU: “Genocidio di Gaza, un crimine collettivo”
Il nuovo documento firmato da Francesca Albanese, Relatrice Speciale ONU per i diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, non lascia margini di ambiguità.
Il titolo del rapporto — “Genocidio di Gaza: un crimine collettivo” — parla da sé, ma le conclusioni vanno oltre la condanna delle parti in conflitto.
Secondo Albanese, il genocidio sarebbe reso possibile anche dalla complicità diplomatica, militare ed economica di numerosi Stati terzi. Le forniture internazionali — armi, tecnologie, intelligence — non si sarebbero interrotte nemmeno davanti all’accumulo di prove di crimini internazionali.
Tra i principali fornitori: Stati Uniti, Germania e Italia.
Una constatazione che non può lasciare indifferenti.
Il ruolo dell’Italia sotto la lente di Maurizi: voli militari e soldati IDF “turisti”
L’iniziativa entra nel merito del contributo italiano grazie alle indagini di Stefania Maurizi, che ha documentato due aspetti centrali:
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Il ponte aereo operativo tra il 7 ottobre 2023 e il 7 ottobre 2024, realizzato tramite voli dagli aeroporti italiani e dalle basi statunitensi in Italia.
Un flusso costante che avrebbe fornito assistenza in termini di armi, tecnologia e intelligence. -
I soldati dell’IDF in Italia, arrivati per mesi sotto la copertura di turisti e monitorati dalla DIGOS.
Un fenomeno che, secondo l’inchiesta, sarebbe servito per far loro “smaltire lo stress” della guerra.
È il quadro di un sostegno occulto, sistemico, lontano dai riflettori e quasi del tutto ignorato dal dibattito pubblico.
Gaza oggi: bombardamenti, fame e un inverno che uccide
Nonostante il cosiddetto “piano di pace” dell’ottobre scorso, il silenzio non ha fermato la morte.
A Gaza si continua a bombardare. Continuano gli attacchi militari. Continuano le vittime civili — donne, uomini, anziani, e soprattutto bambini.
Gli aiuti entrano con il contagocce, mentre Emergency e Medici Senza Frontiere, tra le poche fonti realmente attendibili sul campo, descrivono una situazione disumana:
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rifugi devastati da pioggia e vento
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famiglie senza cibo, senza acqua, senza medicine
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un ambiente compromesso da mesi di distruzione
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un popolo schiacciato da una sofferenza progettata, non accidentale
La speranza, in questo scenario, è una miccia corta. Ma esiste, e passa dal coraggio di chi denuncia e di chi agisce.
La Flotilla: milioni di persone mobilitate, un segnale che non va disperso
La missione della Global Sumud Flotilla, con a bordo Bargauan e Pala, non è stata soltanto un gesto umanitario: è stata una miccia globale.
Milioni di persone hanno sostenuto l’iniziativa come “equipaggio di terra”, e anche a Reggio Emilia le piazze si sono riempite come non accadeva da anni.
La partecipazione dal basso è esplosa, segno di un bisogno profondo: fare qualcosa, rompere l’inerzia, prendere posizione.
Ed è proprio questo che l’evento vuole coltivare: non lasciare che quella spinta evapori, continuare a generare consapevolezza, tenere acceso il dibattito pubblico su Gaza e sul Medio Oriente — ma anche sul ruolo dell’Italia e della comunità internazionale.
Perché partecipare
Perché l’informazione, quando è vera, non consola: scuote.
Perché restare in silenzio significa essere complici.
Perché Gaza continua a bruciare e chi è sul campo — i medici, gli attivisti, i giornalisti — ci chiede di non distogliere gli occhi.
Questo appuntamento è un tassello di quella responsabilità collettiva che nessuno può delegare.
Amnesty Reggio Emilia e Movimento Julian Assange Reggio Emilia invitano tutte e tutti a partecipare.
Per capire, per discutere, per scegliere da che parte stare.





