In un clima di continua tensione del partito democratico in Sicilia, da sabato a lunedì si è svolta la festa del PD in Sicilia, all’ecs dogana di Catania. Tre giorni di panel, confronto con la presenza dei leader siciliani dei partiti d’opposizione al governo Schifani. Si è parlato di sanità, di economia, di inchieste e di indagini che riguardano il centrodestra con l’ultima quella riguardante l’ex governatore Totò Cuffaro.
Nell’ultima giornata di lunedì sono stati presenti la segretaria Elly Schlein, il segretario regionale Anthony Barbagallo e i deputati nazionali Giuseppe Provenzano e Marco Furfaro.
La segretaria, forte della votazione all’assemblea nazionale della sua relazione con un avvicinamento alla sua linea dell’area di Bonaccini, cerca di alleggerire le tensioni all’interno del partito. Viene, però, da quella che potrebbe essere una sconfitta dal punto di vista di visibilità per la sua mancanza alla festa di Atreju, a confronto degli altri leader di opposizioni presenti. Alla domanda di un giornalista non ha voluto rispondere alle parole del leader dei 5 stelle Giuseppe Conte, che ad Atreju ha detto che “non siamo alleati di nessuno”. Infatti la segretaria ha liquidato il giornalista con un “siamo in Sicilia, non ad Atreju”.
Successivamente ha parlato dei “pasticci” del governo in merito alla finanziaria:
“Avevamo chiesto con dei nostri emendamenti di rimodulare le folli risorse messe su un progetto dannoso e sbagliato come quello del ponte sullo Stretto di Messina, che è stato anche bloccato dalla Corte dei Conti, ma avevamo chiesto di mettere quelle risorse sulle infrastrutture necessarie per i siciliani e i calabresi.
Invece un’altra volta, pare, che il governo sposti quelle risorse davanti al fallimento del ponte ma le vada a mettere su altre priorità magari quelle dovute ai pasticci che hanno fatto su Transizione 5.0. Noi chiediamo che quelle risorse siano messe a disposizione delle infrastrutture che i siciliani e i calabresi aspettano. ”
Poi parlando delle priorità del partito ha affermato:
“Noi siamo qui a ribadire le priorità del Partito democratico, ovvero la difesa della sanità pubblica universalistica perché ci sono sei milioni di italiani che non si riescono più a curare per le liste d’attesa; i salari che sono troppo bassi mentre il costo della vita continua ad aumentare.
L’ho ricordato anche ieri alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i beni alimentari sono aumentati negli ultimi quattro anni del 25% e negli stessi anni, sono dati dell’Istat, gli stipendi reali degli italiani hanno perso nove punti percentuali. Vuol dire che con quegli stessi stipendi in tasca gli italiani, quando vanno a fare la spesa, non riescono a comprare le stesse cose e dovono rimettere tante cose sullo scaffale. Di questo ci dobbiamo occupare.”
Un passaggio lo ha fatto sulla Spagna di Sanchez:
“Oggi il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato un abbonamento unico nazionale in Spagna che aiuta l’accessibilità del trasporto pubblico locale e guarda in particolare ai giovani che con 30 euro si potranno spostare in tutta la Spagna.
In Italia, intanto, il governo Meloni e Salvini continuano a tagliare le risorse sul trasporto pubblico locale scaricando vergognosamente le proprie responsabilità sui sindaci che davanti ai tagli del governo non potranno che ridurre le corse e prendersi la colpa al posto di Salvini o aumentare i prezzi dei biglietti e quindi prendere la colpa al posto di Salvini. Non è accettabile. Il trasporto pubblico è un diritto fondamentale dei cittadini e questo governo deve smettere di tagliare le risorse e mettere i comuni in condizioni di far spostare le persone.”
Infine un passaggio sul governo Schifani in Sicilia:
“Sono contenta di essere qui a Catania alla festa regionale del Partito Democratico. Ci sono state molte feste dell’unità anche in questa regione. Ringrazio il Pd regionale. La nostra attenzione è massima per la situazione politica in Sicilia perché è chiaro che il Presidente della Regione Schifani non è in condizioni, non è nelle condizioni politiche di segnare una discontinuità e un cambiamento rispetto al grave sistema di potere che è emerso nelle tante inchieste che purtroppo coinvolgono la regione.
È per questo motivo che noi chiediamo a lui di fare un passo indietro e di lasciare respirare questa isola che ha bisogno di cambiamento e ha bisogno di poter vedere futuro, restituire speranza soprattutto ai tanti giovani siciliani che stanno emigrando perché non hanno una prospettiva solida.
Quelle inchieste fanno emergere un sistema di potere che intacca concorsi, manager della sanità ma pure la distribuzione delle risorse al terzo settore che in questa regione in particolare avrebbe bisogno di criteri trasparenti per poter stare al fianco di quei siciliani che fanno più fatica e purtroppo quello che stanno vedendo allontana ancora di più la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”.
Furfaro: “Unità e progetto, l’alternativa a Meloni è aperta”
Marco Furfaro (PD) torna a battere sul tasto che nel centrosinistra suona come un metronomo: unità. Nel suo intervento parla di Sicilia come “specchio” di un’Italia segnata da disuguaglianze, lavoro povero e carenza di servizi, accusando i governi di centrodestra di costruire consenso sulla “ferocia verso i più fragili”.
Sul piano nazionale Furfaro respinge l’idea di una partita già chiusa: ricorda che nelle ultime tornate regionali l’opposizione avrebbe retto il confronto e sostiene che, con le forze progressiste unite, i numeri cambiano. Per lui la prova che la sfida è aperta è politica prima che demoscopica: Giorgia Meloni, dice, vorrebbe rimettere mano alla legge elettorale perché “teme di perdere”.





