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Il sistema Epstein, la pedofilia delle alte sfere e i silenzi complici della società

Morta Virginia Giuffré, settimane fa scrisse che gli erano rimaste poche ore di vita, accusatrice dell’imprenditore statunitense (da cui fu schiavizzata sessualmente) e del principe Andrea. Ufficialmente morta suicida, esattamente come lo stesso Epstein.

by Alessio Di Florio
29 Aprile 2025
in Approfondimenti
Reading Time: 7 mins read
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Virginia Giuffrè, per anni schiava sessuale di Epstein e grande accusatrice dell’imprenditore statunitense e (tra gli altri) del principe Andrea è stata trovata morta nella sua casa in Australia dalla polizia. La famiglia e la stessa polizia ipotizzano che si sia suicidata. La notizia è stata diffusa, giungendo anche in Italia, sabato scorso, nelle ore in cui tutte le attenzioni mediatiche erano sui funerali di Papa Francesco.

Sei anni dopo lo stesso Epstein anche Virginia Giuffré avrebbe volontariamente posto fine alla sua vita. Il suicidio in carcere del miliardario, dominus di un sistema pedofilo di altissimo livello, ha lasciato tanti dubbi e interrogativi. Il passare degli anni ha portato ad abbattere la già poca attenzione, soprattutto in Italia, sul sistema Epstein e quei dubbi, quegli interrogativi si sono persi per strada. Su Giuffré le domande potrebbero essere, forse, ancor di più. «Jeffrey Epstein la sera prima di togliersi la vita in carcere aveva tagliato corto una riunione con i suoi avvocati per fare una telefonata alla sua famiglia. A una delle guardie aveva detto che stava chiamando sua madre, morta però 15 anni prima – riportò l’Ansa il 2 giugno 2023 – A ricostruire gli ultimi giorni del finanziere accusato di traffico sessuale di minorenni è l’Associated Press, che ha chiesto e ottenuto attraverso il Freedom of Information Act 4.000 pagine di documenti relative alla permanenza in carcere di Epstein. Carte che rivelano come il finanziere cercò di contattate un altro pedofilo di alto profilo: Larry Nassar, il medico delle ginnaste americane condannato per abusi sessuali su decine di atlete. La missiva è tornata al carcere dove Epstein si trovava quando il finanziere era già morto».

«Tre settimane fa, la donna aveva pubblicato su Instagram un post in cui dichiarava di essere rimasta gravemente ferita in un incidente stradale, sostenendo che le restassero solo pochi giorni di vita dopo essere stata investita con la sua auto da un autobus – ha riportato l’Adn Kronos sabato mattina – Sui social aveva quindi condiviso una foto che la mostrava coperta di lividi in un letto d’ospedale, spiegando: “Sono entrata in insufficienza renale, mi hanno dato quattro giorni di vita, trasferendomi in un ospedale specializzato in urologia”. Poi il suicidio».   

In attesa di nuove eventuali pubblicazioni e di ancor più eventuali risposte a questa e altre domande resta un dato incontrovertibile: il giro di abusi e stupri pedofili di Epstein è conosciuto da anni, così come la presenza del principe Andrea d’Inghilterra e di imprenditori, attori e cantanti statunitensi, ma in Italia c’è sempre stata una cappa di omertà e disinformazione che tenta di nascondere la vicenda.

Rotta da pochi coraggiosi tra cui il compianto Andrea Purgatori che vi dedicò la puntata di Atlantide del 26 settembre 2021. Mick Jagger, Michael Jackson, oltre Alec Baldwin, Ethel Kennedy, madre di Robert F. Kennedy Jr., l’ex governatore di New York Andrew Cuomo, Naomi Campbell, Courtney Love, sull’aereo di Epstein avrebbe viaggiato anche Trump molti anni fa. Questi alcuni dei nomi che girano da diverse ore. Alcuni, insieme a Bill Clinton, il principe Andrea d’Inghilterra e altri furono riportati nel 2020 come partecipanti ad orge e festini nella villa di Epstein. Due anni fa uscì la notizia che Epstein aveva tentato di ricattare Bill Gates, a gennaio dell’anno scorso emerse che la top model morta suicida Ruslana Korshunova era stata sul jet di Epstein e che Clinton fece irruzione nella redazione USA di Vanity Fair per bloccare pubblicazioni sui traffici sessuali e pedofili del miliardario.

Nelle stesse settimane furono citati Al Gore, Michael Jackson, Oprah Winfrey, David Copperfield, Kevin Spacey, l’ex governatore del New Mexico Bill Richardson, il guru dell’intelligenza artificiale Marvin Minsky, l’agente di modelle francese Jean-Luc Brunel e Stephen Hawking, in una mail cui Epstein sostenne che l’astrofisico partecipò a un’orgia con minorenni. Epstein non è caso isolato, tanti, troppi, sono gli Epstein nello star system statunitense o in vari Stati europei, nel nostro archivio vari sono gli articoli in cui abbiamo ripercorso quarant’anni di “olocausto bianco”. Un ciclo di approfondimenti iniziato nell’agosto 2023 e completato mesi dopo, partito dall’ultima inchiesta di Maria Grazia Cutuli sul giro pedofilo d’elite nascosto dietro il cosiddetto “mostro di Marcinelle” giungendo alla BBC e a tanti depistaggi, omertà, complicità sulla pedofilia d’élite e non solo, che attraversa tutta Europa. Il continente hub mondiale di pedofilia e pedopornografia, in cui lobby potenti cercano da anni di legittimare e legalizzare la pedofilia, dell’Italia ai vertici mondiali da decenni del turismo pedofilo, della tratta mafiosa, stuprante e pedofila delle ucraine (come abbiamo documentato e denunciato sin da febbraio 2020 nel silenzio generale) e tanto altro.

«Olocausto bianco» è il titolo di un libro d’inchiesta di Ferruccio Pinotti datato ormai quasi vent’anni ma di drammatica attualità. «La pedofilia in Italia esiste, e non è affare di pochi. Sono spesso uomini di buona cultura, a volte perfino affermati professionisti, a vivere in segreto la loro inconfessabile, cupa perversione, mentre molti bambini, nel nostro Paese e nelle mete tradizionali del turismo sessuale, continuano a pagarne l’altissimo prezzo – si denunciò nella presentazione del libro – Tra vite distrutte, giri illegali e coperture potenti, questo fenomeno, scaturito dalle parti più oscure e remote della psiche umana, si rivela anche e soprattutto una terribile piaga sociale, un business che muove molti soldi, un delicato nodo giuridico e un problema politico».

Andrew Tate, idolo mondiale degli incel, accusato di traffico di esseri umani, sfruttamento della schiavitù sessuale, di stupro è fuggito dalla Romania per giungere in Florida. Insieme al fratello (anche lui fuggito in Florida) era agli arresti domiciliari da due anni. Non è chiaro se sono evasi o qualche autorità giudiziaria rumena ha stabilito il loro rilascio. Secondo alcune fonti giornalistiche internazionali, tra cui il Guardian, ci sarebbero state pressioni dall’amministrazione statunitense per il loro rilascio.

Andrew Tate è stato incriminato insieme al fratello Tristan e ad altri due collaboratori il 21 giugno 2023 per stupro e tratta di esseri umani: «gli atti di accusa riportano il calvario di 7 donne sedotte per poi essere soggiogate e costrette a produrre contenuti pornografici» sottolineò Ebano, l’associazione da undici anni accanto alle donne vittime di violenze e delle moderne schiavitù. «La vicenda, nelle modalità di adescamento, ricorda da vicino il metodo del ‘Lover Boy” per combattere il quale da tempo ci spendiamo – sottolineò Ebano anni fa – e rappresenta l’ennesimo esempio di connubio tra sfruttamento della prostituzione/traffici di esseri umani e nuove tecnologie digitali, quali in primis le varie piattaforme online, connubio sul quale già dal 2019 avevamo lanciato l’allarme e da allora non abbiamo smesso di ricevere nuove segnalazioni». Nell’agosto dell’anno scorso i fratelli Tate finirono nuovamente di fronte un giudice per una serie di nuove accuse, tra cui tratta sessuale e stupro pedofili. 35 le vittime, per lo più ragazze, anche minorenni, ingannate e costrette ad apparire in video pornografici.

Mafie pedofile, la pedofilia è una delle mafie più potenti e diffuse al mondo. Il 2024 era iniziato con nuovi capitoli della vicenda Epstein, il miliardario pedofilo che per anni ha organizzato festini in cui sono stati abusati minori e a cui hanno partecipato molti appartenenti all’élite statunitense (e non solo), e si chiuderà (a meno di altre inchieste) con la vicenda di Puff Daddy, il cantante sempre statunitense accusato di stupri e traffico sessuale. Tra le altre inchieste un’altra ha coinvolto uno dei simboli europei di incel, rape culture e mafie dei trafficanti stupratori: Andrew Tate. Queste vicende sono quelle che più hanno colpito in alto ma la pedocriminalità è diffusa ad ogni livello e tanti sono gli appartenenti all’élite economica, politica e sociale coinvolti in reti e traffici pedofili. Come ogni mafia la pedofilia è sostenuta da omertà, complicità, vigliaccheria, lobby, intrighi per ostacolare la lotta e la denuncia e favorire i traffici più sporchi e disumani. Don Fortunato Di Noto e l’Associazione Meter lo denunciano, nel silenzio e nell’omertà più totale e ricevendo spesso disprezzo, attacchi, isolamenti, tentativi di delegittimazione, da oltre trent’anni: esistono associazioni, movimenti, lobby che festeggiano giornate dell’orgoglio pedofilo, che fanno propaganda sul web e puntano a rendere legale la pedofilia e sdoganarla.

Gli ultimi mesi dell’anno scorso hanno visto, tra l’Europa e le Nazioni Unite, le lobby pedofile, mafiose e trafficanti sessuali ottenere diversi risultati con provvedimenti che vanno a favorire la tratta e la pedopornografia come abbiamo riportato in diversi articoli.

L’élite mediatica si appassiona e ci inonda costantemente di “notizie” su quanto accade oltre Manica, nei palazzi reali inglesi, ma si tengono ben lontani dal dire anche solo mezza parola sul fatto che il fratello del Re è stato frequentatore del giro pedofilo di Epstein (così come ben poche, e senza nessuna enfasi particolare quando in maniera minimale se ne è parlato, sono le notizie diffuse sull’arrivo in Italia di “Sound of Freedom-Il canto della libertà”). La lista dell’elite di Epstein è stata diffusa anni fa, sono anni che – prima e dopo il “suicidio” del miliardario statunitense – notizie ce ne sono ma occupano al massimo un piccolo trafiletto o pochi secondi televisivi. Le stesse grancasse mediatiche, politiche e sociali che, in occasione dello svelamento di giri criminali simili da parte di appartenenti all’alta società italiana, in fin dei conti, si titola sempre e soltanto colpevolizzando le vittime, con titoli da becero gossip di quart’ordine e senza avere mai il coraggio di chiamare lo sfruttamento pedocriminale per nome. Lo sfruttamento dello stupro a pagamento è benvoluto da molti, con giri di parole che cercano di nascondere lo sfruttamento ed edulcorano la violenza sistemica criminale dietro. Quando poi vittime sono i bambini l’omertà e la complicità raggiungono livelli che definirli vergognosi è dir poco. L’Italia è il Paese della vicenda squallidamente definita delle «baby squillo dei Parioli» anni fa e di tante altre, ha personaggi che per come sono state ricostruite le vicende da varie inchieste non sono poi molto lontani da Epstein. Nei mesi successivi all’omicidio di Pamela Mastropietro realizzò un’inchiesta per Rainews24 Angela Caponnetto: «un giro di prostituzione minorile e droga in cui sarebbero coinvolti persone della Macerata bene che utilizzano come manovalanza gruppi di immigrati, in particolare nigeriani dediti al traffico di stupefacenti – si legge nella presentazione dell’inchiesta – gente insospettabile che partecipa a festini a luci rosse dove vengono portate ragazze giovani e fragili come la nostra testimone». Fanpage.it dopo l’arresto di Alberto Genovese pubblicò interviste ad una modella che aveva partecipato a «party» romani.  Sul sito de Il Giornale fu pubblicato su questa intervista un articolo eloquente già dal titolo in cui si sottolineava l’assidua partecipazione di notabili ed alte sfere della società a queste “feste”.

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Alessio Di Florio

Vicedirettore WordNews.it - È nato ad Atessa (Chieti), nel 1984. Attivista e volontario di varie associazioni e movimenti culturali, ambientalisti, pacifisti e di lotta alle mafie. Collaboratore della redazione abruzzese di Pressenza e di TeleJato.it. Ha collaborato con Adista, Primadanoi, Terre di Frontiera, Unimondo, Libera Informazione, Popoff Quotidiano e SocialPress. Ha curato, per oltre dieci anni, il sito personale del giornalista e regista RAI Stefano Mencherini, dove è stata curata la diffusione e la pubblicizzazione del documentario d’inchiesta «Schiavi. Le rotte di nuove forme di sfruttamento», con il quale è stata portata avanti la “Campagna di sensibilizzazione per l’informazione sociale”, in collaborazione con MeltingPot e Articolo21, e per la creazione di un Laboratorio permanente di inchiesta e documentari sociali in RAI, nata per rompere la censura televisiva del documentario d’inchiesta “Mare Nostrum”. Articoli su tematiche sociali e culturali sono stati pubblicati dal mensile Vasto Domani. Per contatti: redazione@wordnews.it

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