Accesso civico, dopo due mesi nessun documento fornito dalla Sasi
A furia di battere sempre sullo stesso mattone anche la casa crolla disse Pier Paolo Pasolini nell’ultima intervista poche ore prima di essere ammazzato.
Non sappiamo se Pasolini sia mai venuto in Abruzzo e in provincia di Chieti. Se potesse farlo probabilmente vacillerebbe tale convinzione anche in lui. Siamo oggi, ancora una volta, a raccontare di non poter raccontare, a riportare una non risposta.
Ancora una volta, sempre lei, dalla dirigenza della Sasi SpA, la società che gestisce il servizio idrico in provincia di Chieti. Come riportato in precedenti articoli alla prima risposta (una lettera senza neanche l’indicazione di atti) abbiamo risposto che, normativa alla mano, l’accesso civico ha un’unica risposta: l’estensione di documenti. Abbiamo successivamente interpellato il Difensore Civico Regionale Umberto Di Primio, a cui siamo già tornati a rivolgerci nei giorni scorsi in assenza di risposte alla sollecitazione del Difensore stesso.
Che aveva dato 20 giorni come termine alla società per risponderci. Scaduto abbondantemente una nuova PEC è partita. Lunedì sulla stessa casella è arrivata una nuova PEC dalla Sasi SpA. Indicazione di atti, di come ci sarebbero stati inviati o come potevamo recarci da qualsiasi parte per l’estensione, zero. Nulla di nulla. Alcuni numeri, alcune cifre, nulla più. Nessun riferimento ad atti e documenti che comprovino nulla, totale assenza di numeri di protocollo e di dove è possibile leggere ed estrarre copia di atti di una società che – non dimentichiamolo mai – è di proprietà pubblica, è di proprietà dei Comuni. Ovvero della cittadinanza.
Una presa in giro? Quanto ancora si pensa di voler prendere in giro giornalisti e cittadini?
Sabato scorso è stata celebrata la giornata internazionale per la libertà della stampa. Ecco, questo è il livello della tutela della stessa, della considerazione di una società pubblica nei confronti della libertà di stampa. Dirigenti il cui massimo vertice è espressione della politica, dei sindaci, dei Comuni, di coloro che hanno nel rispondere alla cittadinanza quella che dovrebbe essere la loro stessa natura e motivazione di esistenza.
Il diritto all’accesso civico generalizzato riguarda la possibilità di accedere a dati, documenti e informazioni detenuti dalle pubbliche amministrazioni ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria previsti dal d. lgs. n. 33/2013.
La legittimazione a esercitare il diritto è riconosciuta a chiunque, a prescindere da un particolare requisito di qualificazione.
(fonte: sito web Ministero dell’Interno)
L’accesso civico generalizzato è finalizzato a garantire la libertà di informazione di ciascun cittadino su tutti gli atti, i documenti e le attività delle pubbliche amministrazioni, senza che occorra la dimostrazione di un interesse attuale e concreto per richiederne la conoscibilità. In pratica, con il D.lgs. n. 97/2016, il diritto alla conoscibilità generalizzata diviene la regola per tutti gli atti e i documenti della pubblica amministrazione, indipendentemente che gli stessi siano oggetto di un obbligo di pubblicazione nella sezione “Amministrazione trasparente”.
(fonte: sito web Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali)
Potremmo andare avanti e riportare decine, se non centinaia, di fonti istituzionali che descrivono quel che è l’accesso civico. Ma due ministeri, probabilmente, bastano. Anzi, potremmo dire che basterebbe(ro).
Quanto sta accadendo nei nostri confronti è ormai oltre ogni soglia di accettabilità. Abbiamo atteso, ogni volta, anche oltre i termini di legge o indicati dal Difensore Civico. Ma a nulla è servito. Quasi tre mesi oltre la scadenza dei termini fissati dalla normativa siamo ancora qui, fermi a lettere con alcune cifre indicate, numeri che nella seconda pare rettifichino quelli della prima, e nessun atto, documento, mai fornito. La legge sull’accesso civico generalizzato è chiara, chiarissima, lineare, inequivocabile.
Cara (nel senso di quel che costi alla cittadinanza) Sasi lo è anche per lor signori?
E i sindaci che hanno chiesto già mesi fa la riconferma dell’attuale presidente, espressione del Partito Democratico, cosa possono pensare di tutto ciò?
Presidente Basterebbe, anche questo fa parte della comprensione della cittadinanza, in quanto ex sindaco, riportata in vari comunicati della società?
Riportiamo, ancora una volta, l’elenco dei documenti che abbiamo chiesto e che ad oggi pare sia impossibile ottenere nell’anno domini 2025 da una società che – lo ricordiamo ancora una volta – è ad intero capitale della collettività, dell’espressione della cittadinanza:
- Atti indicanti parametri oggettivi alla base delle decisioni di chiusure/riaperture programmate erogazione idrica
- Atti che riportano numero di segnalazioni al numero verde Pronto Intervento h24 800.99.51.01, numero interventi dei tecnici, quante segnalazioni a cui sono seguiti interventi e riparazioni/interventi di emergenza realizzati
- Atti indicanti acqua contenuta nei giorni del 2024 nei serbatoi siti nel comune di Casalbordino
- Atti indicanti risorsa idrica disponibile durante i dodici mesi del 2024 per il territorio del vastese
- Atti indicanti la disponibilità di risorsa idrica nelle sorgenti nei giorni del 2024
- Atti indicanti rotture e interventi di emergenza nei dodici mesi del 2024
- Atti indicanti numero autobotti, capacità totale e comuni serviti nel 2024
Non ci pare di aver chiesto la declassificazione di documenti dei servizi segreti o la violazione di un segreto di Stato. O di documenti impossibili a leggersi, inaccessibili più di segreti inconfessabili.
In conclusione due ulteriori incisi. Lo scorso 12 marzo in conferenza stampa Gianfranco Basterebbe ha dichiarato che l’emergenza idrica era prossima alla conclusione e non ci sarebbero più state interruzioni programmate.
«Nel giro di 48 ore, tempo necessario per lavori tecnici, si metterà la parola fine alle sospensioni della fornitura idrica» le sue testuali parole.
Quarantotto ore significherebbe entro il 14 marzo, il 5 maggio dovrebbero essere passati da tale data quasi due mesi. Eppure, ogni settimana, senza saltarne una, continua la pubblicazione dei cronoprogrammi. Sono undici i comuni in cui ci sarà il razionamento idrico fino al 12 maggio. Quando dall’annuncio del presidente che comprende in quanto ex sindaco saranno passati esattamente due mesi.
Non possiamo chiudere senza ricordare cosa è accaduto a Casoli, il comportamento di Basterebbe, dell’esponente democratico Basterebbe, nei confronti di Vittoria Camboni, presente in rappresentanza di un comitato di cittadini.





