Nel romanzo “(EGO) TRANSVOLO”, l’autrice Vincenza Angeloni ci accompagna in un viaggio profondo e lacerante, tra la disperazione più buia e la possibilità concreta di rinascere. Un’opera intensa, magistralmente costruita, che intreccia il destino di due uomini legati inconsapevolmente da un volo maledetto e da un dolore impossibile da misurare.
Due vite parallele, due modi di affrontare l’oscurità
Da un lato c’è François Roux, comandante di un Boeing 737-800. Solo, isolato, divorato da un dolore che lo ha trasformato in una “monade solitaria”. Nonostante il cielo cristallino che attraversa ogni giorno, la sua vita è diventata una prigione: la perdita della moglie e del figlio lo ha inghiottito nel vuoto. La cabina di pilotaggio è il suo unico rifugio, e la sua mente, logorata dal lutto, lo porta verso un gesto estremo.
Dall’altro lato, Tom Sutton, professore di Ingegneria Aerospaziale a Washington, marito e padre devoto, attende con gioia il ritorno delle sue “due ragazze”: la moglie Manon e la figlia Lèa. Ma il volo che le riportava a casa si perde nei cieli, e con esso crolla anche il suo mondo. Quel volo era pilotato da Roux.
Il dolore che schiaccia, la forza che resiste
In un gioco narrativo coinvolgente e impeccabile, Angeloni ci mostra i due volti del trauma: chi cede alla disperazione e chi la combatte con la ragione, la memoria e l’amore. Ma la forza del romanzo sta nella trasformazione: entrambi gli uomini, ciascuno a modo suo, trovano la strada per rimettersi in cammino.
Sutton, con il supporto di colleghi, genitori e investigatori, si unisce alla squadra dell’NTSB e, grazie alla tecnologia WSPR e al genio del suo amico Chase, riesce a risalire al punto esatto in cui l’aereo è precipitato, contribuendo alla risoluzione dell’enigma e, simbolicamente, alla sua personale rinascita.
Un romanzo sull’orizzonte umano
“(EGO) TRANSVOLO” è molto più di un romanzo sul disastro aereo. È un’opera psicologica ed esistenziale, capace di indagare a fondo la natura umana, il peso del passato e la possibilità di una ricostruzione interiore. L’“orizzonte” diventa la grande metafora dell’intero romanzo: non è solo ciò che vediamo, ma ciò che scegliamo di immaginare, accogliere e costruire.
Perché ogni essere umano ha il proprio orizzonte.
Ed è lì che si gioca il senso più profondo del vivere.
“(EGO) TRANSVOLO” di Vincenza Angeloni è un romanzo destinato a lasciare il segno.
Un invito a non cedere mai al buio, a credere nel cambiamento e a dire “sì” alla vita, nonostante tutto.