Il Gran Premio del Belgio si è trasformato in una lunga attesa, seguita da una gara asciutta, ragionata, quasi chirurgica. Deludendo le aspettative su uno dei circuiti più belli del mondo.
La pioggia, prevista e temuta, è arrivata puntuale sulla pista delle Ardenne. Ma invece di accendere le emozioni, le ha congelate. Dopo pochi giri dietro la Safety Car, la direzione corsa ha deciso di sospendere tutto: visibilità scarsa, rischio aquaplaning, zero possibilità di sorpasso. La scelta è stata chiara fin da subito: non si corre finché la pista non sarà quasi asciutta.
Così, i motori si sono spenti per oltre un’ora, in attesa che il cielo concedesse tregua. Solo quando l’asfalto ha iniziato a mostrare traiettorie asciutte, è arrivato il semaforo verde, non per un via lanciato da brividi, ma per una ripartenza quasi da simulazione.
Piastri ha approfittato di una McLaren perfettamente bilanciata e di una chiamata al box impeccabile per passare su gomme slick al momento giusto. Norris, partito davanti, ha perso la posizione per un pit stop leggermente ritardato. Da quel momento in poi, la gara si è giocata sul filo dei decimi, con i due piloti McLaren che hanno imposto un ritmo irraggiungibile.
Dietro di loro, il gruppo si è stabilizzato rapidamente: pochi sorpassi, ancor meno battaglie. Le condizioni umide hanno tenuto tutti sulle difensive, e la linea asciutta sempre più marcata ha finito per sterilizzare ogni rischio.
A fine gara, il tema era uno solo: perché non si è corso davvero sul bagnato?
Molti team e piloti si sono lasciati andare a critiche, più o meno esplicite. In una pista che ha fatto la storia con le sue sfide sotto l’acqua, la direzione gara ha preferito aspettare che il circuito diventasse quasi innocuo.
Non si tratta di invocare la pericolosità o il caos. Ma il motorsport, per sua natura, vive anche del rischio calcolato. La sensazione è che si sia oltrepassata la linea, preferendo una gara controllata a una vera prova di coraggio e adattamento.
Spa-Francorchamps è sempre stata il teatro dell’imprevedibile: pioggia, strategie pazze, vittorie inattese. Ma ieri, la corsa è stata domata prima ancora che iniziasse.
La FIA ha scelto la sicurezza, certo, ma ha anche imposto un messaggio chiaro: non si correrà mai più sul bagnato, se non in condizioni perfette.
Così facendo, però, si rischia di snaturare l’essenza stessa della Formula 1. Quella che richiede talento, istinto e coraggio soprattutto quando il meteo decide di metterci lo zampino.
Ieri non ha vinto solo Piastri. Ha vinto il calcolo. Ha perso lo spettacolo.
Immagine di copertina creata con IA





