Firenze, 11 agosto 1944. Al primo chiarore, i rintocchi della Martinella – la campana di Palazzo Vecchio – squarciano il silenzio: è il segnale d’insurrezione. La città si rialza in piedi, popolo e partigiani fianco a fianco, per scacciare le truppe naziste in ritirata. Quella giornata non chiuse subito i combattimenti, ma segnò l’inizio della fine dell’occupazione in riva all’Arno.
Perché l’11 agosto è una data-simbolo
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La Martinella: alle 7 del mattino il suono della campana convoca la città. È il via alle azioni coordinate dalle formazioni della Resistenza e dal Comitato Toscano di Liberazione Nazionale.
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Insurrezione popolare: i fiorentini scendono in strada, organizzano barricate, supportano i partigiani con viveri, staffette, informazioni.
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Battaglie in città: mentre gli Alleati avanzano, la lotta urbana prosegue per settimane, soprattutto a nord della città, sulle colline verso Fiesole.
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Fiesole, 1° settembre 1944: con la sua liberazione si considera conclusa la liberazione dell’area fiorentina.
Nel ripiegare, i nazisti fanno saltare tutti i ponti sull’Arno tranne il Ponte Vecchio, risparmiato ma bloccato dalla distruzione degli edifici circostanti. Firenze esce ferita, ma viva: lapidi, targhe e cippi ricordano ancora oggi la Resistenza nei quartieri e nelle strade.
Cosa accadde dopo l’11 agosto
L’insurrezione apre i varchi: gli Alleati entrano e consolidano posizioni, mentre i partigiani bonificano zone minate, disinnescano postazioni e respingono gli ultimi nuclei nazisti. Il fronte si sposta sulle alture e la popolazione sostiene lo sforzo con cucine popolari, ospedali di fortuna, reti di staffette.
L’11 agosto oggi: celebrazioni e luoghi della memoria
Ogni anno Firenze celebra l’11 agosto con cerimonie, onorificenze e un calendario di eventi diffusi. È la giornata in cui la città ritrova la propria voce civile, ricordando che la libertà è una scelta collettiva.