Pietrangelo Buttafuoco ha dichiarato: «Il fascismo non fu come si racconta oggi». Benissimo: raccontiamolo allora, con i documenti in mano. Non favole, storia.
Le leggi razziali (1938): la scelta dello Stato contro i suoi cittadini
Nel 1938, il Manifesto della razza sancisce una concezione biologica del razzismo e prepara il pacchetto di norme che discrimina, espelle, spoglia di diritti migliaia di italiani ebrei. È la “rottura” definitiva dello Stato liberale: un punto di non ritorno. Questo non è “racconto”, è normativa.
I legami con il nazismo: Asse e Patto
Altro che “mitologia”. L’Italia fascista si lega a Hitler: Asse Roma-Berlino (1936) e soprattutto Patto d’Acciaio (22 maggio 1939). Scelte politiche, firme, responsabilità. Quel patto trascina il Paese verso la catastrofe bellica.
Le stragi in Africa e l’uso dei gas
L’Impero si costruisce con massacri: Yekatit 12 (Addis Abeba, 1937) e Debre Libanòs (maggio 1937) sono pagine nere della nostra storia coloniale. E in Etiopia l’Italia impiega iprite (gas mostarda) su vasta scala. Altro che civilizzazione. Sono crimini.
La guerra come progetto
Il fascismo prepara la guerra (10 giugno 1940), esponendo il Paese a un disastro di vite e reputazione. Non fu un “incidente di percorso”: fu scelta e strategia.
Gli assassinii: Matteotti e Don Minzoni
Dentro i confini, il regime si afferma a botte e sangue. Giacomo Matteotti viene rapito e ucciso (10 giugno 1924) dopo aver denunciato brogli e violenze; gli esecutori scontano pene lievissime. Don Giovanni Minzoni, prete scomodo, è assassinato dagli squadristi (23 agosto 1923). Non opinioni: fascicoli, sentenze, atti.
Manganello e olio di ricino
La “pedagogia” del regime? Squadrismo: spedizioni punitive, bastoni, fratture, olio di ricino come tortura umiliante e deterrente politico. Non folklore: sistema d’intimidazione codificato.
Carcere, confino, polizia politica
C’è l’OVRA (polizia politica), ci sono migliaia di oppositori spediti al confino (Ventotene, Ponza, Lipari…). Vite schiacciate, senza processo con giudizi farsa. Il Tribunale speciale per la difesa dello Stato (istituito nel 1926) è l’architrave repressiva: un organo creato apposta per zittire l’antifascismo.
Dalla discriminazione alla deportazione
Le leggi del 1938 aprono la strada alla persecuzione: tra il 1943 e il 1945, 6806 ebrei vengono arrestati e deportati dall’Italia; il totale delle vittime identificate supera le 7500. Ogni cifra è un nome, una famiglia, una vita spezzata.
Il fascismo fu esattamente ciò che la storia dimostra: razzista, autoritaria, violenta, guerrafondaia. Fu leggi e manette, botte e bavaglio, alleanze criminali e stragi. Quando qualcuno dice che “non fu come si racconta oggi”, non sta facendo cultura: sta facendo revisionismo. E al revisionismo si risponde con i fatti — perché la memoria non è un salotto, è una responsabilità civile.
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