“Abbiamo paura.” Non è uno slogan: è un referto. Paura di alzare la voce nelle piazze, paura che una manifestazione diventi un fascicolo, paura che una denuncia si trasformi in ritorsione.
Chi ha scelto lo Stato contro le mafie oggi vive in un limbo: parole di circostanza in pubblico, porte chiuse in privato. E quella paura, ripetuta a bassa voce, è già un fallimento della Repubblica.
Da dove nasce questa paura
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Audizioni fantasma: richieste inviate, 30 giorni trascorsi, nessuna convocazione.
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Canali impropri: telefonate su linee non protette, mail “politiche” su questioni che spettano agli organi tecnici.
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Umiliazione quotidiana: rimbalzi burocratici, assenza di risposte, linguaggi paternalistici.
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Isolamento sociale: famiglia, lavoro, salute appesi a un filo, senza garanzie.
La legge c’è.
Art. 17, Legge 6/2018: i testimoni possono chiedere in qualunque momento di essere sentiti personalmente; si procede entro 30 giorni davanti alla Commissione centrale o al Servizio Centrale di Protezione.
Non è una cortesia: è un obbligo giuridico. Quando i 30 giorni scadono e nessuno convoca, si nega un diritto. E quando la risposta è una telefonata informale, si espone chi dovrebbe essere protetto.
«Paura di manifestare, paura di essere arrestati, paura di ritorsioni»
Questo è il cuore della denuncia raccolta da WordNews.it. Chi ha testimoniato contro clan, collusioni, appalti sporchi, oggi teme che il dissenso civile sia interpretato come minaccia; teme che il proprio nome finisca su un tavolo sbagliato; teme, soprattutto, che la solitudine faccia il resto.
Se lo Stato fa paura a chi lo ha difeso, qualcosa si è rotto.
Le responsabilità che non si possono eludere
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Commissione Antimafia: è la casa dell’ascolto, non il luogo delle scuse. Serve un calendario e verbali.
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Servizio Centrale di Protezione: deve garantire protocolli chiari, tutele reali, non modulistica.
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Governo e Viminale: devono assumere indirizzi politici che ridiano fiducia e diritti. Le passerelle non bastano.
Cosa chiedono
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Convocazioni immediate in seduta segreta per tutti i testimoni che hanno presentato richiesta: entro i 30 giorni di legge.
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Stop a contatti informali (telefonate, mail): solo canali protetti e atti tracciati.
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Protocollo pubblico Commissione–testimoni: chi parla, come, quando, con quali garanzie di sicurezza.
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Tutele materiali verificabili: casa, lavoro, salute, mobilità, sicurezza digitale.
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Relazione trimestrale su audizioni svolte, tempi medi, criticità e soluzioni concordate con SCP e art. 10.
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Perché le audizioni non vengono calendarizzate nei tempi di legge?
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Chi ha deciso di utilizzare linee non protette per contattare testimoni in protezione?
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Quale protocollo scritto disciplina oggi i rapporti istituzionali con i protetti? È pubblico?
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Come si intende garantire che il diritto di manifestare non si trasformi in rischio per chi è sotto protezione?
I testimoni di giustizia non cercano applausi: chiedono Stato di diritto.
Se dicono “abbiamo paura”, tocca alle istituzioni spegnere quella paura con atti: convocazioni, tutele, risposte.
Perché chi ha avuto il coraggio di dire NO alle mafie non può essere costretto a dire “meglio il silenzio” allo Stato.
Le 20 domande alla Commissione Antimafia
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Chi ha scritto materialmente la mail inviata al testimone Gennaro Ciliberto?
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Con quale qualifica e mandato è stata firmata quella mail?
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Che ruolo formale ha la segreteria particolare della Presidente sui dossier dei testimoni di giustizia?
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Quali legami politico-istituzionali ha l’autore/autrice della mail con membri della Commissione o con l’Esecutivo?
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La Presidente Chiara Colosimo era a conoscenza della mail prima dell’invio? L’ha letta e avallata?
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Perché la Presidente ha telefonato direttamente a un soggetto in protezione su linea non protetta?
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Chi ha autorizzato quella telefonata e con quale protocollo?
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Quando saranno calendarizzate le audizioni richieste (Ciliberto, Coppola, altri) come impone l’art. 17, L. 6/2018?
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Quale protocollo scritto disciplina i contatti Commissione–testimoni in protezione? È pubblico? È stato rispettato?
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Chi ha nominato l’avv. Angela Verbaro consulente della Commissione?
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Quali compiti, poteri, limiti e obiettivi le sono stati assegnati per iscritto?
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La Verbaro conosce lo stato reale dei testimoni in Italia e le criticità del programma di protezione?
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La Verbaro conosce la storia di Gennaro Ciliberto (oggi nello speciale programma di protezione)?
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La Verbaro era a conoscenza delle mail inviate a Ciliberto?
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All’epoca in cui i suoi familiari erano testimoni, che ruolo ebbe Alfredo Mantovano (allora Presidente della Commissione centrale ex art. 10, oggi Sottosegretario con delega ai servizi)?
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La Verbaro ha oggi rapporti (istituzionali o professionali) con Mantovano?
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Chi ha proposto/avallato la nomina di Tano Grasso come consulente della Commissione?
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Qual è il ruolo operativo di Tano Grasso e quali risultati misurabili ha prodotto?
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I consulenti percepiscono un compenso? Di quale importo, fonte di bilancio e durata dell’incarico?
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La Presidente del Consiglio e il Governo sono formalmente informati di mail, telefonata e ritardi sulle audizioni? Quale indirizzo politico e quali atti intendono assumere subito?
Chi scrive ai testimoni di giustizia? La mail “fuori procedura” della segreteria Colosimo e la telefonata irregolare: tutte le domande che esigono risposta
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Colosimo e il governo: silenzio tombale sui testimoni di giustizia
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