Una indiscrezione scuote il Pronto Soccorso del Cardarelli (Campobasso) e, con lui, l’intero dibattito sulla sanità pubblica molisana. Il consigliere regionale Massimo Romano ha depositato un’interpellanza urgente al Presidente Roberti: chiede a Regione e Asrem di verificare subito se l’episodio raccontato da Primo Piano Molise configuri un’interruzione di pubblico servizio. Se la notizia è fondata: sanzioni e denunce. Se è infondata: querela a chi diffama.
L’interpellanza
Romano rivendica un dovere «istituzionale»: accertare i fatti e ripristinare la piena funzionalità dei reparti. Non c’è spazio – dice – per il chiacchiericcio: o ci sono omissioni gravissime a carico di personale Asrem, o ci troviamo davanti a una montatura che mina la fiducia nella rete dell’emergenza-urgenza.
Nel mirino di Romano non è “la stampa” in quanto tale, ma il metodo: l’articolo è non firmato, cita una fonte anonima («un giovane medico del PS»), usa condizionali («sembrerebbe», «avrebbe») e registra assenza di riscontri ufficiali («Asrem mantiene il più stretto riserbo»), chiudendo con un onesto ma eloquente: «Il condizionale, in assenza di conferme ufficiali, resta d’obbligo».
Tradotto: notizia e indiscrezione non sono sinonimi. Se è la prima, si va in Procura per chi ha sbagliato; se è la seconda e risulterà falsa, si va in Procura lo stesso – ma per calunnia.
Dopo il post di Romano, arrivano gli strali: il direttore di Primo Piano Molise e la consigliera Passarelli parlano di “lesa maestà”. Romano respinge al mittente: chiedere verifiche quando un pezzo è presentato come indiscrezione non è un affronto, è garanzia per i cittadini e, aggiungiamo, anche per il giornalismo serio.
Qui si capisce perché la polvere si alza: la polemica arriva mentre si riscrivono le reti dell’emergenza-urgenza, con servizi tempo-dipendenti (ictus, infarti, ecc.) che rischiano di finire in strutture private senza PS. In questo quadro, una “figuraccia” del Cardarelli sarebbe benzina sul fuoco. Romano parla di «singolare coincidenza temporale» e di un possibile “pro domo privatorum”.
Romano ricorda una verità scomoda ma reale: talvolta è più sicuro restare su una barella in Pronto Soccorso, dove medici e infermieri sono presenti h24, che essere spediti in un letto di reparto senza copertura. È la differenza tra scomodità e sicurezza. Slogan? No: organizzazione.
Il consigliere chiude senza giri di parole:
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Se il “blitz” raccontato è vero, denuncia agli autori delle omissioni.
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Se è falso, denuncia a chi ha diffamato la sanità pubblica.
Niente tifoserie, niente processi in bacheca: atti, tempi, responsabilità. Perché quando si parla di Pronto Soccorso, i condizionali possono diventare letalmente fuori luogo.
Le 5 richieste chiave (secondo Romano)
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Verifica immediata dei fatti da parte di Regione e Asrem.
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Trasparenza pubblica sugli esiti (niente “riserbi” infiniti).
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Sanzioni e, se del caso, denunce per eventuali omissioni.
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In caso di notizia infondata, querela per calunnia/diffamazione.
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Tutela della rete PS nel percorso di riorganizzazione delle patologie tempo-dipendenti.
Il Molise non può permettersi il lusso della coda di paglia. Servono fatti certi e responsabilità chiare. Il resto è rumore di fondo. E nei Pronto Soccorso, di rumore superfluo, ne abbiamo già troppo.
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