«Stella Maris rischia di spegnersi – è l’allarme lanciato da 38 famiglie vastesi – Da modello educativo comunale a caso sociale: l’asilo nido Stella Maris di Vasto, dopo la privatizzazione e il rincaro delle rette, vive un momento di forte crisi».
La riapertura dell’asilo Stella Maris a Vasto, slittata in un primo momento dal 1° al 4 settembre, è fissata ad oggi. Mercoledì scorso si è tenuto un incontro in Comune a Vasto e la sera è stata inviata la lettera aperta dei genitori alla stampa locale. «Da servizio comunale poco frequentato a modello educativo per la città, l’asilo nido Stella Maris di Vasto negli ultimi anni era diventato un punto di riferimento per tante famiglie – scrivono i genitori nella lettera – Oggi, però, la sua improvvisa privatizzazione, i rincari delle rette e l’incertezza dei servizi hanno generato malumori e preoccupazione».
Negli anni scorsi, dopo il periodo pandemico più buio, l’asilo era partito da zero e in poco tempo era diventato una stella polare per decine di famiglie, non solo di Vasto. «Aveva saputo conquistarsi la fiducia di tanti genitori e diventare un presidio educativo fondamentale – sottolineano i consiglieri comunali di opposizione in quota Fratelli d’Italia Guido Giangiacomo, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani – l’amministrazione ha deciso, senza un vero confronto con la città e senza un’adeguata comunicazione, di procedere con una nuova privatizzazione, che prevede un canone doppio per la cooperativa affidataria». «Un patrimonio educativo costruito negli anni rischia di andare disperso» dichiarano i tre consiglieri comunali del partito della Meloni.
L’attuale amministrazione vastese, a guida del sindaco Pd Francesco Menna, è stata rieletta nell’ottobre 2021. Questa la composizione della giunta entrata in carica dopo la rielezione: Licia Fioravante (Vice Sindaco e Assessora alla Città del Benessere, al Turismo e ai Lavori Pubblici), Paola Cianci (Assessora alle Politiche Giovanili, al Patrimonio e ai Servizi Civici), Alessandro D’Elisa (Assessore alla Pianificazione Urbanistica, ai Servizi Manutentivi e ai Servizi Informatici), Anna Bosco (Assessora all’Istruzione, allo Sviluppo Economico e alla Transizione Digitale), Nicola Della Gatta (Assessore alla Cultura, al Welfare e all’Inclusione Sociale), Gabriele Barisano (Assessore all’Ambiente, all’Ecologia e ai Tributi Comunali), Carlo Della Penna (Assessore allo Sport, alla Smart City e alla Sicurezza).
Il 22 aprile dell’anno scorso il sindaco Francesco Menna ha presentato un nuovo assetto della Giunta dopo la rotazione di molte deleghe. Questa la nuova giunta: Licia Fioravante (Vice Sindaco e Assessora ai lavori pubblici, commercio e sviluppo economico, PNRR, Progetti di finanza, gare e appalti), Paola Cianci (Assessora alle Politiche Giovanili, all’istruzione, politiche cimiteriali, anagrafe, caccia, pesca e benessere degli animali), Alessandro D’Elisa (Assessore alla Pianificazione Urbanistica, ai Servizi Manutentivi e ai Servizi Informatici e digitalizzazione e alle politiche energetiche), Anna Bosco (Assessora al Welfare e all’Inclusione Sociale, Politiche della casa, del lavoro, Politiche comunitarie, bandi e finanziamenti), Nicola Della Gatta (Assessore alla Cultura, alla Città del benessere, al turismo, al demanio, trasparenza e anticorruzione, benessere alimentare e contrasto agli sprechi), Gabriele Barisano (Assessore all’Ambiente, all’Ecologia, ai Tributi Comunali e al Patrimonio), Carlo Della Penna (Assessore allo Sport, alla Smart City, alla Sicurezza).
In una città spesso allergica a nomi, atti e fatti, in cui tutti sanno tutto ma nessuno sa nulla, in cui tante sono le chiacchiere e poche le voci vere (come abbiamo scritto mesi fa), in cui è normale non fare e non dare nomi, in cui dopo una lettera praticamente anonima e voci sussurrate ma mai diventate espressioni reali su una mensa (come riportato mesi fa), in cui è normale fare eventi pubblici che non sono pubblici e in cui si considera i giornalisti a convenienza e piacimento, buoni a ricevere comunicati trionfali post ma non a fare il proprio dovere prima e durante (sulla “visita” dell’ex ministro Speranza rimandiamo ai nostri articoli nell’occasione), in cui c’è chi è considerata da attaccare, additare, colpevolizzare anche considerando legittimo stravolgere la realtà e chi è innominabile qualsiasi cosa faccia o non faccia (alcune reazioni a nostri recenti articoli su temi “ambientali” sono emblematiche), riportata la doverosa premessa storica possiamo passare ai fatti pubblici di questi giorni.
«La situazione oggi è critica: 38 famiglie non sanno come garantire l’assistenza ai propri figli, soltanto 4 bambini risultano iscritti e 6 posti di lavoro sono a rischio» la sintesi dell’allarme delle 38 famiglie. Al centro delle preoccupazioni delle famiglie l’aumento delle rette, fino al 70%, e «l’incertezza dei servizi» che «hanno generato malumori e preoccupazione», si legge nella lettera. A fine agosto, dichiarano, hanno avuto la comunicazione che l’asilo “Stella Maris” avrebbe riaperto solo il 4 settembre e non il 1° settembre, termine poi slittato ad oggi. Fino a 250 euro il costo della retta per il part time e fino a 520 per il tempo pieno, aggravio economico che ha indotto alcune famiglie a non iscrivere i bambini nella struttura comunale.
Il sindaco Francesco Menna e l’assessore all’istruzione Paola Cianci, al termine di una seduta della giunta comunale tenutasi giovedì scorso, hanno reso noto che per i soli residenti a Vasto (escluse, quindi, le famiglie di altri comuni che intendevano iscrivere i figli) sarà previsto un contributo fino a 120 euro a famiglia.
«Oggi i numeri parlano chiaro: soltanto 4 bambini iscritti, 38 famiglie in difficoltà, 6 lavoratori a rischio – hanno dichiarato in un comunicato stampa Prospero, Giangiacomo e Suriani che hanno annunciato di aver presentato un’interrogazione in consiglio comunale – Ancora più grave è la mancanza di trasparenza contrattuale: ci sono famiglie che hanno iscritto i propri figli senza avere ancora in mano il regolamento predisposto dalla cooperativa. In particolare, non risultano chiariti aspetti fondamentali come i vincoli economici e gestionali legati alla cessazione anticipata della frequenza. Una situazione che lascia i genitori nell’incertezza, privi di informazioni essenziali per assumere decisioni consapevoli, e che alimenta il senso di sfiducia nei confronti del servizio».