Il provvedimento, articolato in 28 articoli, stabilisce i principi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e modelli di IA.
L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, con una forte impronta antropocentrica, in grado di valorizzare le opportunità senza trascurare la vigilanza su:
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rischi economici e sociali,
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impatto sui diritti fondamentali,
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tutela della dignità umana.
Particolare attenzione è stata posta al tema del deepfake, riconosciuto come reato specifico, e alla tutela del diritto d’autore nel mondo giornalistico, editoriale e creativo.
Fnsi: «L’IA non può sostituire i giornalisti»
La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) ha accolto con favore l’approvazione del provvedimento, sottolineando la centralità del lavoro umano nell’informazione.
«Certamente uno degli aspetti più interessanti della legge italiana sull’intelligenza artificiale è costituito dagli argini posti a tutela del diritto d’autore e dei giornalisti che producono contenuti originali e di qualità. Per la Fnsi, l’IA non può sostituire i giornalisti in carne ed ossa», ha dichiarato la segretaria generale Alessandra Costante.
E ha aggiunto: «Ora servono regole anche all’interno del mondo dell’informazione, non solo per un uso etico dell’intelligenza artificiale, ma anche per aiutare i giornalisti a far valere i propri diritti nei confronti di piattaforme che hanno la potenza di Stati sovrani».
Barachini: «Un rafforzamento delle tutele per editoria e creatività»
Barachini ha rimarcato il rafforzamento della tutela del copyright a protezione del mondo editoriale, giornalistico e creativo, in linea con le normative europee, e ha ringraziato padre Paolo Benanti, presidente della Commissione Ai per l’Informazione, per il contributo dato al testo.
Secondo l’esecutivo, la nuova legge rappresenta una vera e propria “via italiana all’IA”, capace di bilanciare innovazione e sicurezza, ponendo al centro cittadini, imprese e lavoratori.
Il percorso ora passa ai decreti delegati, che definiranno in maniera puntuale i meccanismi applicativi e le regole settoriali, in particolare per i campi più sensibili come:
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informazione e media,
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sanità,
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pubblica amministrazione,
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giustizia,
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istruzione.
Con il voto del Senato, l’Italia diventa uno dei primi Paesi europei a dotarsi di una legge organica sull’intelligenza artificiale, destinata a incidere sul futuro del giornalismo, sulla tutela del lavoro creativo e sul rispetto dei diritti fondamentali.
La sfida ora sarà tradurre i principi generali in regole concrete, in grado di governare davvero una tecnologia che corre più veloce delle leggi.



