Angela Napoli, presidente di giuria del premio nonché socia dell’associazione Dioghenes APS. Questa è stata la prima edizione del Premio Nazionale Pier Paolo Pasolini. Come è andato, secondo lei, e quanto è importante oggi continuare a parlare di figure come Pasolini?
L’Associazione DIOGHENES ha il grande merito di aver progettato ed attuato la prima edizione del Premio Nazionale Pier Paolo Pasolini, con incontro finale svoltosi a Venafro l’11 settembre scorso. A mio avviso è andato tutto bene sia per quanto riguardano l’organizzazione, la partecipazione dei concorrenti al premio e l’incontro finale a Venafro.
Sicuramente occorre continuare a parlare di intellettuali come Pier Paolo Pasolini, per inciso egregiamente illustrato dal professor D’Orsi, sia perché non devono cadere nel dimenticatoio sia perché sono persone che in vita sono risultate scomode per il solo fatto di aver fatto sempre uso della propria libertà e del coraggio per esprimere le proprie idee ed opinioni.
Nel mio breve indirizzo di saluto al convegno ho detto che quando non si è liberi di esprimere le proprie opinioni, tra l’altro necessarie per i confronti, si cade nella dittatura.
Sono stati premiati giornalisti e scrittori, il premio è rivolto a queste professioni. Quanto sono oggi importanti e che periodo sta passando l’informazione in Italia?
Purtroppo l’informazione in Italia non mi sembra stia attraversando un bel periodo perché poco libera.
Molti giornalisti, spesso vincolati dai propri editori, non trovano il coraggio di esporre le proprie opinioni sugli argomenti o su ciò che accada nel Paese.Anche per questo mi onoro di essere stata accolta come socia nell’Associazione DIOGHENES, presieduta dal bravo e coraggioso giornalista Paolo De Chiara, dove la comunicazione è libera, pur nel rispetto deontologico.
L’11 settembre, a Venafro, è stata una giornata di memoria: si sono ricordati Pasolini, Gramsci, Allende e tanti altri. Parlando di memoria oggi sembra che ci siamo dimenticati il nostro passato, visto il continuo ripetersi di guerre, genocidio?
Momento davvero preoccupante, ogni mattina siamo costretti a registrare notizie sconvolgenti che allontanano ogni spiraglio di Pace con il quale ci addormentiamo la sera.
Purtroppo prevalgono in ogni Paese interessi, noti e meno noti, di chi governa e delle grandi Potenze.
Sembra scomparso ovunque “il valore della vita” e quindi l’essere umano viene considerato una pedina da abbattere facilmente.
Lei ha attaccato diverse volte la commissione antimafia per il suo operato. È ancora della stessa idea?
Mi spiace ma continuo ad avere opinione negativa dell’attuale Commissione Parlamentare Antimafia. Posso apparire prevenuta, ma la mia opinione nasce dall’attività della stessa, che mi sembra inesistente.
Le varie Commissioni Parlamentari Antimafia delle quali sono stata componente per 20 anni facevano inchieste, proposte e attività delle quali erano costretti a parlarne le cronache nazionali. L’attività dell’attuale Commissione è nota solo sugli atti parlamentari e ribadisco che mi sembra pressoché inesistente, non solo per responsabilità della maggioranza dei suoi componenti ma anche per quella dei componenti di opposizione.
Credo per esempio che la mia opinione sia supportata dalla inesistente considerazione che la Commissione ha dei Testimoni di Giustizia.
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