Global Sumud Flotilla, tutto gira intorno a questi attivisti. A seguito dell’abbordaggio, avvenuto la sera del primo ottobre, da parte dei militari israeliani in quasi tutte le piazze italiane si è scesi in piazza per manifestare contro il genocidio palestinese e a favore della flotilla: l’1 e il 2 ottobre tra cortei e presidi permanenti; il 3 ottobre lo sciopero generale proclamato dai sindacati con la scesa in più di cento piazze italiane di milioni di cittadini e la manifestazione generale a Roma del 4 ottobre, con oltre un milione di partecipanti.
È stata una grande mobilitazione di massa che non si vedeva da anni, per qualcuno pure da più di un decennio, provocato da un senso di impotenza a fronte di ciò che accade nei territori palestinesi e davanti all’inadeguatezza, nel nostro caso, del governo italiano. Arrivano immagini di cortei da tutta Europa, con centinaia di migliaia di persone presenti.
A seguito di questi cortei, a fronte di tutti coloro che dicono che non funzionano, è arrivata la notizia, data per prima dal Fatto Quotidiano, della revoca di una licenza di export di munizioni di artiglieria ad Israele, data da una risposta scritta ad una interrogazione parlamentare di Alleanza Verdi di Sinistra del viceministro degli esteri Cirielli.
Inoltre sta uscendo che la propaganda israeliana sta pubblicando della documentazione in cui viene affermato che la flotilla sia stata manovrata da Hamas, peccato per loro che già sta uscendo a galla che sono delle documentazioni vecchie di anni, quando ancora la flotilla nemmeno esisteva.
Ma andando ai vari cortei che dall’1 ottobre ci sono state: da quando si è saputo dell’abbordaggio in molte piazze italiane sono scesi milioni di persone. Il 3 ottobre è stato indetto lo sciopero nazionale dalle sigle sindacali e in tutte le piazze sono scesi diversi milioni di persone, solo a Catania si era in più di 15mila. Dal governo e dai suoi sostenitori sono arrivati fin dall’inizio attacchi per le violente azioni che ci sono state, additando tutti come sovversivi e come delinquenti. Peccato però che tutte queste ricostruzioni vengono smentite sia i vari comunicati di prefetture che dall’operato di parte della polizia. Abbiamo tutti visto diverse immagini di agenti di polizia che abbassa scudi e manganelli e manifesta insieme ai cortei; inoltre diverse prefetture hanno descritto come gli scontri sono avvenuti a causa di una sparuta partecipazione, nel miglio dei casi di qualche centinaio, di delinquenti che cercano solo lo scontro. Un impatto importante è stato dato da chi, dove sono successi gli scontri, manifestava in maniera pacifica abbia isolato i rivoltosi.
Aldilà dei numeri a ribasso emanati dai comunicati, questa descrizione degli scontri si deve riconoscere come onestà intellettuale e, per chi segue realmente tutti i fatti, sarà difficile cavalcarne l’onda solo per attaccare chi manifesta.
Poi arrivano le critiche di non scendere nelle piazze per questioni interne alla nazione o per altre guerre: sbagliato, ci sono stati i casi e ci auspichiamo che ci continueranno ad essere. Ci sono stati per la guerra in Ucraina, ci sono stati per il salario minimo, per il lavoro, per la sanità, ci sono stati addirittura i referendum che però non hanno raggiunto il quorum per una immobilizzazione, magari da parte di chi adesso accusa.
Come abbiamo pubblicato un paio di giorni fa adesso ci auspichiamo che queste manifestazioni così sentite, visto il risveglio collettivo che ha portato la causa palestinese, continui e non si fermi più.
foto copertina di Antonino Schilirò, corteo di Catania