Il web dona costantemente praterie infinite alla pedocriminalità, snodo infinito dei traffici pedopornografici e via di costituzione di reti pedofile. Traffici e reti che si nascondono nel dark web ma non solo. Perché sulle piattaforme di messaggistica e sui principali social esistono chat, gruppi, pagine su cui si radunano centinaia, a volte anche migliaia di soggetti che perpetrano e condividono le violenze, gli abusi, gli stupri più efferati.
Mentre periodicamente, da decenni, vengono organizzate giornate dell’orgoglio pedofilo, lobby si attivano per cercare di normalizzare e sdoganare la pedofilia e vengono trafficati manuali in difesa della pedofilia o, addirittura, su come stuprare bambini.
Ma non c’è solo tutto questo. Perché non c’è solo il pedocrimine organizzato in quanto tale. Dalle piattaforme pornografiche a pubblicazioni più o meno orientate ad altre realtà, sempre più, si insinua la sessualizzazione, la disumanizzazione, la brutalità. Alzando sempre più l’asticella, favorita da spinte e tendenze che si presentano come sociali e culturali e dal disinteresse e la sottovalutazione di tanti.
Online un videogame che incita a violentare le proprie madri
Si presentano ovviamente solo come giochi, nascondono l’efferatezza criminale dietro altre parole. E intanto si sdogana la violenza, lo stupro, la pedofilia.
Su un noto portale di shopping online, la segnalazione ci è giunta nello scorso fine settimana, c’è almeno una sezione intera in cui si vendono bambole per pedofili, bambole sessualizzate con le fattezze di bambini, bambole a disposizione per gli stupratori e con didascalie fin troppo esplicite. Frasi che enfatizzano la sessualizzazione delle bambole e gli scopi sessuali per cui sono state costruite e vendute.
È un business che va avanti da anni, un traffico denunciato e documentato già diversi anni fa. Ma che resiste, che continua a diffondersi nelle pieghe del web. Riportiamo, indicando la data, alcune denunce di questo commercio pubblicate gli anni scorsi. Parole che indicano perfettamente quanto questo business favorisca la pedofilia e sia pericolosissimo.
Avvertenza tecnica: non pubblichiamo immagini e non indichiamo il portale per due motivi, per non rischiare di far loro pubblicità ma soprattutto per non incorrere negli strali dei social network. Dall’agosto scorso stiamo ripubblicando le denunce di Meter sull’esistenza di un gruppo pedopornografico su Telegram, noi stessi abbiamo denunciato quanto esiste ancora e alcune caratteristiche di questo traffico pedofilo, facebook ha tentato di censurare il nostro ultimo articolo, il mio profilo personale è stato bloccato ed era arrivato l’avviso che poteva essere cancellato. Viola la policy di facebook, a quanto pare, denunciare la pedopornografia, l’anno scorso l’inserzione pubblicitaria del simulatore di stupri in vendita online invece fu accettata, esattamente come ogni giorno viene accettata e pubblicata (senza nessuna censura) ogni pubblicazione violenta, filo criminale, anche di esaltazione di mafiosi o di diffusione di propaganda stuprante e pedofila.




