Una conseguenza importantissima dello scacco dato dalla Flotilla a Israele – mostrare al mondo la criminalità di uno Stato che, dinanzi alle telecamere, arresta illegalmente in acque internazionali pacifici galantuomini intenti a portare viveri e medicine – è stata quella di costringere a scoprirsi i complici (non solo italiani, ma di tutti i Paesi) che si sono sempre nascosti dietro supercazzole e frasi di circostanza.
I complici che facevano finta di non esserlo.
Perché le barche pacifiche e innocenti dirette verso Gaza non consentivano più di fare gli gnorri.
Il silenzio e la finta neutralità equivalevano (come equivalgono) a una complicità materiale con i criminali di guerra, e la condotta dei complici ha rivelato – come puntualmente accaduto – la profondità della loro sudditanza politica e morale.
Se non fossero servi assoluti dei padroni americani e israeliani, avrebbero almeno tentato una protesta di facciata.
Ma no: Tajani, invece di pregare senza successo Netanyahu di arrestare gli attivisti “più vicino possibile a Gaza”, avrebbe potuto dirgli: “Amico Benjamin, capiscimi, dobbiamo fingere di essere una democrazia. Faremo un comunicato di rito, ma tranquillo: continueremo a fornirvi armi e sostegno”.
Invece no.
I padroni pretendono sottomissione assoluta, e i servi obbediscono fino al paradosso di attaccare le vittime invece dei carnefici.
Ecco la grandezza politica della Flotilla: questa conseguenza era intrinseca alla natura stessa dell’impresa.
Un atto simbolico e politico che ha smascherato, senza violenza, l’intero sistema di complicità internazionale.
Il Governo italiano, poi, ha aggravato il tutto con le confessioni in diretta TV del Ministro degli Esteri, dimostrando una totale inadeguatezza al governo di un Paese civile.
Ma qui occorre una riflessione più profonda.
Molti commentatori hanno sottolineato che lo sputtanamento globale è stato del Governo Meloni, ma onestamente – e chi è in buona fede lo sa – anche un Governo a guida PD avrebbe fatto la stessa figura.
Forse con meno rozzezza, ma con identica sostanza.
Perché?
Perché PD e Fratelli d’Italia – su tutte le questioni davvero importanti – votano nello stesso modo: Agenda Draghi, von der Leyen, sanzioni alla Russia, armi all’Ucraina, PIL alla NATO, legge Cartabia, Jobs Act.
Il PD è solo la versione chic ed elegante della destra: invece di grugnire slogan, propone discorsi da salotto televisivo.
Ecco perché il problema non è cambiare governo, ma cambiare popolo.
In Germania, un ministro si dimette se scoperto a non pagare i contributi alla colf.
In Italia, una ministra può rubare un pezzo dell’INPS e restare al suo posto.
Il popolo tedesco non tollera l’indecenza, quello italiano la normalizza.
Là ci si dimette per dignità, qui si sopravvive col mantra “e allora il PD?” “e allora la Santanchè?”
Il vero scandalo non è la corruzione, ma l’accettazione della corruzione.
Non è il potere sporco, ma il popolo che applaude lo sporco.
E, tornando al tema, il Governo italiano dovrebbe investire in psicologi e psichiatri, vista la tendenza patologica della cosiddetta destra a credere di essere vittima di complotti comunisti globali.
Una visione egocentrica e vittimista che rasenta il delirio.
Pensare che la Flotilla, con 70 imbarcazioni e oltre 800 persone provenienti da 44 Paesi, sia nata “solo per mettere in difficoltà il Governo Meloni” è semplicemente ridicolo.
In almeno trenta di quei Paesi non sanno nemmeno chi sia Meloni o Schlein.
E a chi ripete che solo in Italia ci sarebbero state manifestazioni a sostegno della Flotilla, basterebbe ricordare la marcia di Sidney – decine di migliaia di persone – o le centinaia di manifestazioni nel mondo intero.
Paradossalmente, proprio l’odio isterico della destra contro la Flotilla ha amplificato l’effetto politico dell’iniziativa, smascherando definitivamente la verità.
La Flotilla ha avuto lo stesso effetto politico dell’annuncio di Trump sull’abbandono della guerra in Ucraina: ha lasciato soli e nudi gli indegni governi europei, rivelandoli per ciò che sono: servi, sguatteri, traditori degli interessi dei loro popoli.
Poco è cambiato nei fatti, ma molto è cambiato nelle coscienze.
Il potere continuerà a opprimere, ma ha perso la faccia e l’onore.
E questo lo fa infuriare, perché sa che da qui può nascere il cambiamento.
Come accadde con Gandhi contro l’Impero Britannico.





