“Non c’è dubbio che dalle dichiarazioni di diversi collaboratori, la collaborazione tra ‘ndrangheta e cosa nostra fosse pacifica. Inoltre la collaborazione tra le mafie, questo è un discorso che ci deve fare molto riflettere perché temo che ancora una volta gli organi investigativi siano un po’ indietro.
Cioè dobbiamo capire come entrare nell’ottica di colpire, “di contrastare” in modo serio questi nuovi organismi che si sono creati con la collaborazione tra le diverse organizzazioni criminali, ognuno delle quali ha delle proprie caratteristiche, delle proprie regole che però, soprattutto nel nord sono riuscite a fare dei cartelli tra di loro, e quindi ad agire insieme allo scopo sempre di diventare più forti dal punto di vista economico. Adesso noi, credo di poter dire, che l’attenzione in particolare deve essere diretta verso la nostra economia, perché le organizzazioni criminali la stanno infiltrando in modo tale da diventare veramente pericoloso per poter distinguere poi ciò che c’è di sano rispetto a quello che sano non è.
La capacità delle mafie di stringere rapporti con professionisti, quindi lì il passaggio è stato molto intelligente se vogliamo, perché la ‘ndrangheta in particolare, perché è l’organizzazione che io conosco meglio perché ci lavoro, è riuscita a fare quel passo ulteriore per cui se rimangono sicuramente ferme le regole che la caratterizzano, i legami di sangue continuano ad essere l’elemento di forza, allo stesso tempo sono riusciti ad avviare degli accordi con delle categorie che non nascono come categorie ‘ndranghetistiche, sono persone che hanno tutt’altro interesse, sono persone che lavorano strutturalmente nell’economia e nelle professioni, e sono riusciti a porsi come credibili anche in questi mondi e quindi hanno stretto dei rapporti così forti per cui si avvalgono di queste professionalità e sono riusciti in questo modo ad infiltrare tutto, sia la pubblica amministrazione, e questo lo vediamo con tutte le situazioni di inquinamenti vari dei diversi consigli comunali.
Ma noi riusciamo a far emergere proprio quello che è evidente. Io temo che ci sia ben altro su cui davvero non riusciamo ad arrivare”
Sono parole dure, importanti quelle di Marisa Manzini, sostituto procuratore a Catanzaro.
I riferimenti processuali sono quello su ‘Ndrangheta Stragista, dove la Cassazione ha annullato la sentenza ha annullato e rimandato tutto in appello, e il processo denominato Hydra, come il cane a tre teste.
Con la dottoressa Manzini, inoltre, abbiamo parlato del suo ultimo romanzo “Il coraggio di Rosa”, dei Testimoni di giustizia e della loro situazione attuale, di lotta alla ‘ndrangheta, di riforma della giustizia, del grado di evoluzione delle mafie a livello europeo e internazionale e un ultimo passaggio è stato fatto sull’articolo 31 del dl sicurezza.
In collaborazione con:
• la testata giornalistica WordNews.it;
• l’associazione Dioghénēs APS;
• A proposito di storia dell’antimafia





