“Le parole fanno più male delle botte”. È questo il messaggio potente che la Polizia di Stato ha portato tra i banchi delle scuole di Isernia, nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani per contrastare bullismo e cyberbullismo.
Negli ultimi giorni, il personale specializzato della Sezione Operativa Sicurezza Cibernetica ha incontrato oltre 320 studenti dell’I.S.I.S. “Cuoco – Manuppella” e dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”, per un confronto diretto e sincero sui pericoli della rete e sul peso delle parole, sia nel mondo reale che in quello virtuale.
L’impegno della Polizia di Stato: educare alla consapevolezza digitale
La continua evoluzione delle tecnologie informatiche e l’uso sempre più precoce di internet da parte dei ragazzi hanno reso urgente un dialogo aperto e informato.
Il progetto della Polizia di Stato mira proprio a questo: formare e informare gli studenti, i docenti e i genitori sui rischi connessi alla navigazione online.
Durante gli incontri, sono stati affrontati temi cruciali come l’adescamento online, la pedopornografia, le fake news e il linguaggio d’odio che spesso si diffonde attraverso i social network.
Il messaggio centrale è chiaro: ogni gesto, ogni messaggio, ogni commento può avere conseguenze profonde — legali, psicologiche e sociali.
Dalla teoria alla realtà: storie, video e testimonianze
Per rendere il dialogo più efficace, gli agenti della Polizia di Stato hanno utilizzato video e testimonianze reali di giovani coinvolti in episodi di bullismo e cyberbullismo.
Materiali che hanno toccato i ragazzi nel profondo, aprendo spazi di riflessione e confronto.
Molti studenti hanno scelto di intervenire, raccontando esperienze personali o casi vissuti da amici e compagni.
Un modo per rompere quel silenzio che spesso protegge i bulli e isola le vittime.
La parola come strumento di rispetto e responsabilità
“Le parole fanno più male delle botte” — ricordano gli operatori della Polizia — perché un insulto, una derisione o una foto condivisa senza consenso possono ferire in modo invisibile ma permanente.
Da qui l’invito agli studenti a prestare attenzione al linguaggio che si usa, tanto a scuola quanto online.
Segnalare, chiedere aiuto, non restare soli: questi i tre pilastri della campagna di sensibilizzazione.
L’obiettivo è costruire una rete di protezione sociale, dove ogni ragazzo si senta libero di denunciare e ogni adulto sia pronto ad ascoltare.
Gli incontri nelle scuole della provincia di Isernia fanno parte di un percorso costante che la Polizia di Stato porta avanti da anni, con l’obiettivo di educare i giovani alla legalità digitale e promuovere un uso consapevole della rete.
Progetti come questo non si limitano a prevenire reati: vogliono formare cittadini responsabili, capaci di distinguere il confine tra scherzo e violenza, tra libertà di espressione e abuso.





