Si è svolta lunedì mattina l’audizione in commissione antimafia di Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, a seguito dell’attentato dinamitardo che ha subito sotto casa sua distruggendogli due auto.
Il giornalista fa un excursus su tutte le minacce subite, dal 2010 ad oggi, e tutte le misure di tutela che ha avuto, fino alla scorta rafforzata con l’auto blindata e l’esercito sotto casa a seguito dell’ultimo attentato subito.
Il senatore Roberto Scarpinato, ad un certo punto, prende parola e pone qualche quesito:
“Lei ha già fatto riferimento a una minaccia subita dopo una puntata di Report che riguardava il caso Moro. Le volevo chiedere, dopo quella puntata avete fatto altre puntate che riguardavano il collegamento tra il caso Moro e il caso Mattarella e vi siete occupati anche di piste investigative sulla eventuale partecipazione di soggetti esterni delle stragi del ’92 e ’93. Le chiedo se lei ritiene che ci possa essere una connessione tra l’attentato da lei subito e queste piste, tenuto conto che negli stessi giorni si è verificato un incendio nella casa produttrice “42 esimo parallelo MAGMA”, che aveva prodotto un docufilm sull’omicidio Mattarella sostenendo, a punto, la tesi della partecipazione di soggetti esterni?”
E ancora:
“Se non ricordo male dopo una puntata di Report che riguardava la presidente del Consiglio Meloni in qualche modo, lei ha dichiarato di essere stato pedinato su richiesta del sottosegretario Fazzolari. Ci vuole raccontare meglio questo episodio? E farci capire se ci possa essere una connessione con quello che è accaduto?”
A seguito di questo Ranucci ha chiesto di secretare l’audizione ed è durata poco più di 30 minuti.
Fazzolari, sottosegretario della Meloni, ha successivamente dichiarato:
“Ha insinuato un collegamento tra me e l’attentato ai danni di Sigfrido Ranucci. Ho sempre avuto una bassissima considerazione di Scarpinato e mi rincuora constatare che il mio non era un pregiudizio immotivato”. Inoltre è inorridito al “pensiero che questo individuo, che non si fa scrupolo a muovere gravissime accuse infondate, abbia ricoperto per tanti anni il ruolo di magistrato”. “Mi auguro che, nella sua risposta, Ranucci abbia avuto il decoro di non assecondare il delirio di Scarpinato e l’onestà intellettuale di ritrattare l’accusa surreale che mi aveva mosso di averlo fatto pedinare dai nostri servizi. Ho l’impressione che, nella smania di attaccare il governo, si sia ormai ampiamente superato il limite del buonsenso”.
A questo attacco Scarpinato risponde:
“Non ho insinuato un collegamento tra lui e l’attentato a Ranucci ma mi sono limitato a raccogliere alcuni elementi durante l’audizione di Ranucci e poi a fare delle domande per capire cosa è fondato e cosa no”.
A fine marzo Ranucci, in un incontro a Bruxelles, aveva dichiarato:
“Ho avuto almeno in tre occasioni la certezza, perché la mia scorta ha sorpreso tre persone che mi seguivano e filmavano durante l’incontro con una fonte. E in un’altra occasione ho avuto certezza che Fazzolari, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla mia attività”
Non si era fatta attendere la risposta di Fazzolari:
“Sigfrido Ranucci risponderà in tribunale delle deliranti accuse che mi ha rivolto, sostenendo che avrei ‘attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla sua attività'”.”Non ho alcuna possibilità di attivare i nostri Servizi di intelligence e, qualora la avessi, di certo non farei sprecare tempo, energie e risorse dello Stato per controllare una figura ininfluente come Ranucci”
Ed ecco che così torna in evidenza la possibilità del ruolo che hanno i servizi segreti in Italia, rafforzato adesso dall’articolo 31 del decreto sicurezza.
Tornando all’audizione, una volta finita la risposta secretata, prende parola il senatore Gasparri:
“Più che una domanda, lo faccio in pubblico, voglio leggere, poi gli sviluppi giudiziari sono sempre tanti nel nostro paese, l’agenzia ANSA del 22 maggio 2025, quindi relativamente recente.”
A fine lettura continua:
“Poi ci saranno altri sviluppi. Questo è un fatto che io voglio che resti agli atti, come ne sono rimasti altri. Quindi questa è la verità. Spero che audiremo la procura.”
Poi dichiara di sperare che si trova presto che abbia compiuto l’attentato e ringrazia Ranucci per gli spunti avuti. Continua:
“Poi per quanto riguarda il riferimento che ha fatto a me non so quanto sia il numero delle denunce, invece le interrogazioni per sapere perché giacevano nei cassetti, dormono nei cassetti.”
Arriva subito la risposta di Ranucci:
“Le posso assicurare che non dormono nei cassetti e che l’interrogazione l’ha posta male, se mi consente, perché come ben sa da giornalista e da politico la competenza territoriale per le cause di diffamazione che riguardano la televisione sono di competenza della residenza del diffamato, può chiedere al suo collega Falvio Tosi che solo dalla sua ne sono scaturite 19 a Verona. Tutte archiviate mentre lui è stato imputato per diffamazione nei miei confronti e condannato in primo grado”
Gasparri replica:
“Ci sono anche indagini in corso su altre vicende che la riguardano”
Ranucci risponde:
“Menomale, non mi annoio” “Volevo dire, in merito a quello che ha detto l’onorevole Gasparri, sulla vicenda di Borsellino e di Stefano Delle Chiaie, devo dire che successivamente sono emerse dei nuovi elementi e do appuntamento alla prossima puntata”
Ancora Gasparri
“Ciò che ho detto è vero o è falso, secondo lei? Io ho letto l’ANSA e l’archiviazione, ho citato la procura vale almeno quanto Report.”
Ranucci risponde
“Si guardi Report nelle prossime puntate. Si sbagliano i giornalisti, si sbagliano o sono incomplete alcune indagini giornalistiche o delle procure.”
Gasparri:
“Io ho citato l’ANSA e la procura, ne prendiamo atto.”
Continua così lo scontro tra il giornalista e il senatore, anche a seguito dell’ultima commissione vigilanza Rai che li hanno visti contrapposti a fine 2023, quando il senatore Gasparri ha tirato fuori cognac e carote.





