C’è un modo elegante di salutare un anno, e la Galleria Raffaella De Chirico lo conosce bene: si chiama Sentimi, la personale di Luigi Stoisa, inaugurata il 2 dicembre 2025 in Via Monte di Pietà 1A a Milano.
Una mostra che non urla, ma vibra. Che non spiega, ma attraversa.
Che chiude il 2025 soltanto per spalancare un’altra stagione.
Dal 3 dicembre 2025 al 24 gennaio 2026, Milano diventa il luogo in cui il catrame – oscuro, denso, quasi primordiale – prende parola. E lo fa attraverso un artista che da quarant’anni osserva la materia come pochi: Luigi Stoisa, torinese, classe 1958, maestro del mutamento lento, delle superfici vive, della metamorfosi.
Il battito della materia
Stoisa viene dalla metà degli anni Ottanta, da quella scena italiana postmoderna che ha cercato nuove direzioni senza chiedere permesso. Il catrame, per lui, è più di un materiale: è un carattere, un respiro, un organismo.
È instabile, pulsa, cambia. E soprattutto parla.
La mostra riunisce lavori degli esordi, dipinti che sembrano pagine strappate a un diario nascosto, attraversati da titoli che non hanno bisogno di spiegazioni perché raccontano già tutto.
Ma il cuore pulsante è lì, nei lavori della fine degli anni Ottanta: Ti sento lontana, Ti amavo tanto.
Opere dove la materia diventa corpo, distanza, relazione, memoria smossa dal tempo. Ogni increspatura è un gesto. Ogni zona di nero è un silenzio. E quelle minime accensioni di colore sono fenditure, spiragli emotivi, l’eco di ciò che resta.
È una mostra che non osservi da fuori: ti entra addosso. Ti attraversa. Ti chiama.
L’artista: “Sentimi è un ritorno che diventa inizio”
Stoisa lo dice senza filtri:
“Sentimi è un ritorno a Milano, ma anche uno dei miei lavori più scientifici e astratti.
La pittura diventa scultura. L’immagine figurativa scompare.
Rimane la materia, con il suo mutamento cromatico. Resta il movimento. Resta il futuro”.
Un manifesto in poche parole: un artista che usa il passato per accendere ciò che viene dopo.
Non un archivio, ma un trampolino.
Le parole della galleria: un anno di ascolto
La direttrice Raffaella De Chirico lo racconta con lucidità poetica:
“Il 2025 è stato un anno di ascolto, di ricerca, di trasformazione.
Sentimi è la chiusura naturale: un ritorno alla materia, alla sua forza originaria, alla sua capacità di dire ciò che spesso le parole non riescono a dire”.
Nel suo ringraziamento c’è tutto: artisti, visitatori, collezionisti, curatori.
Un anno che ha costruito una comunità.
E una comunità che ora guarda al 2026 senza abbassare lo sguardo.
Chi è Luigi Stoisa
LUIGI STOISA nasce a Selvaggio di Giaveno (Torino) nel 1958.
Vive e lavora nello stesso luogo, quasi in simbiosi con un territorio che custodisce la sua ricerca sulla metamorfosi della materia.
Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Torino.
Negli anni Ottanta individua nel catrame la sua grammatica artistica. Da allora il suo lavoro è un attraversamento continuo di linguaggi: pittura, scultura in terracotta e bronzo, installazioni, disegno.
Debutta nel 1984 con la personale Narciso alla Galleria Tucci Russo di Torino: un’esplosione di catrame e pittura che lo impone subito come una presenza fuori dal coro nell’arte italiana degli anni Ottanta.
Da allora, la sua cifra è la trasformazione.
Il mutamento. Il tempo che lavora, scava, corrode, ricostruisce.
Sentimi non è solo la mostra che chiude il 2025 della Galleria Raffaella De Chirico.
È il suo manifesto. Il suo battito.
La sua dichiarazione d’intenti per il 2026: continuare a essere luogo di materia viva, di ascolto profondo, di arte che non intrattiene ma interroga.
Stoisa apre un varco. La galleria sceglie di attraversarlo.
E Milano, ancora una volta, risponde.
Foto di copertina: Luigi Stoisa, Senza titolo, 1986, pittura ad olio e bitume su pannello ligneo, cm 177 x 129





