È passata una settimana dalla maratona in consiglio comunale a Vasto. Sei ore e mezza di dibattito serrato, intervallato da alcuni problemi tecnici nel sistema elettronico di prenotazione degli interventi e di voto tra le proteste dei consiglieri di Fratelli d’Italia, concluse solo dopo le 21.
Ultimo punto discusso, quando ormai la stanchezza la faceva da padrona anche tra i banchi del pubblico, la mozione presentata dai consiglieri Vincenzo Suriani, Guido Giangiacomo e Francesco Prospero di Fratelli d’Italia, sul dirigente in pensione e attualmente presente nella pianta organica a titolo gratuito Vincenzo Toma.
Il 18 novembre scorso sulla pagina di Vasto del quotidiano Il Centro un dettagliato articolo della giornalista Anna Bontempo ha reso noto la notizia che Vincenzo Toma, fratello dell’ex presidente della Regione Molise e dirigente in pensione del Comune di Vasto ma ancora attivo nell’organico comunale a titolo gratuito, il 16 dicembre prossimo è comparso di fronte ai giudici che gli contestano l’accusa di peculato. «Avrebbe disposto, in favore di se stesso, il pagamento della somma di 30.873 euro come “premio di risultato” per gli obiettivi conseguiti» riporta l’articolo di Bontempo e su questo ruotano le contestazioni al dirigente comunale. «Molte le presunte irregolarità riscontrate, dettagliatamente illustrate in un dossier di 83 pagine dove vengono analizzati anche gli incentivi ai tecnici, gli assegni ad personam e le posizioni organizzative. Sui premi di risultato gli 007 del Mef furono categorici. “La metodologia utilizzata dal Comune di Vasto per la valutazione del personale con qualifica dirigenziale non è quella prevista dal regolamento di cui l’ente si è dotato nel 2012” scrisse Biagio Giordano, dirigente dell’Ispettorato Generale dei Servizi Ispettivi di Finanza pubblica, “gli obiettivi sui quali è stata impostata la valutazione della performance organizzativa dei dirigenti appaiono infatti attinenti alla ordinanza attività amministrativa dell’ente ed in quanto tali non determinano un significativo miglioramento della qualità dei servizi erogati”» si legge nell’articolo firmato Anna Bontempo.
Dopo la pubblicazione della notizia l’unica reazione politica fu del gruppo consiliare di opposizione di Fratelli d’Italia che ha presentato la mozione discussa una settimana fa. Due le proposte nella mozione: costituzione di parte civile del Comune (come accadde anni fa con l’intera giunta guidata dall’allora sindaco Luciano Lapenna) e la sospensione dell’incarico in attesa della definizione del giudizio. Questo articolo poteva non esser mai scritto, c’è stata la possibilità che non avremmo potuto informare su quanto espresso nella seduta e sulla decisione della massima assise civica. Come si può scoprire rivedendo la registrazione, infatti, all’inizio della discussione lo stesso Toma è intervenuto chiedendo – citando un articolo del regolamento del consiglio comunale – che la seduta venisse secretata. Proposta respinta e, dopo un veloce dibattito, solo il voto è stato stabilito segreto. Così tutti i cittadini possono verificare di persona le posizioni assunte (come già facemmo in occasione del consiglio comunale sul concorso “messi notificatori” pubblicheremo il verbale integralmente quando sarà pubblicato sull’albo pretorio online) e i giornalisti hanno potuto fare i giornalisti. Eravamo presenti in aula all’inizio della seduta e, appena è balenata la possibilità, abbiamo fatto notare che se la seduta fosse stata secretata ci sarebbe stato impossibile svolgere il nostro compito di giornalisti e praticamente veniva vanificata la presenza anche della stampa. Protestando con forza e determinazione. Giustamente, avevamo ragione, visto come si è poi proceduto.
Tra le circostanze emerse la possibilità per l’Amministrazione Comunale di Vasto costituirsi parte civile in un processo all’intera giunta (come accadde alla giunta Lapenna) ma non in un processo il cui imputato è un dirigente comunale in pensione, oggi presente nella pianta organica a titolo gratuito. La proposta ha suscitato un durissimo intervento del sindaco Francesco Menna e, soprattutto, sono scaduti i termini. Da qui le domande del consigliere Guido Giangiacomo: perché il consiglio comunale e la cittadinanza hanno dovuto apprendere i fatti solo dalla stampa (l’articolo già citato della giornalista Anna Bontempo su Il Centro) e c’era chi sapeva? Se qualcuno sapeva perché non ha reso noto nulla? Se non sapeva come è stato possibile? A proposito di possibilità Vincenzo Suriani ha ricordato che anche in passato ci fu chi si propose per rimanere nella pianta organica, a titolo gratuito, dopo il pensionamento ma la possibilità fu negata. Il consigliere di Fratelli d’Italia ha chiesto perché allora fu negato e ora invece è stato accettato? Quale necessità giustifica la diversa scelta la domanda di Suriani.
Pubblichiamo questo articolo una settimana dopo il consiglio comunale. Il tema è durato il tempo di alcuni resoconti giornalistici e della pubblicazione dei comunicati post voto di maggioranza e opposizione di Fratelli d’Italia e poi è caduto nel silenzio totale cittadino. Come accaduto con la bufera scatenata sul concorso “messi notificatori” e in tantissimi altri casi. La città appare lontana, indifferente, disinteressata, anestetizzata come qualcuno ha detto proprio in consiglio comunale. Circostanza che colpisce, fa riflettere, in un eterno presente (anche in certi personaggi che ricompaiono, nonostante atti e fatti che dovrebbero imporre altro, ad ogni campagna elettorale) in cui venti, trent’anni, non passano, rimangono gattopardescamente uguali, identici. Tanto si sussurra e poco si parla, tanto si vocifera e nulla mette la faccia. Tutto passa, tutto si accetta. E la storia di questi cinque anni, di denunce e fatti, di indipendenza e autonomia, di un narrare giornalistico che non si fa mai dettare tempi e parole, che incalza e fa emergere quel che molti non vogliono emerga, di ventri oscuri e fatti gravi e gravissimi che corrono nelle strade e nelle piazze, ha il sapore dell’amaro di fronte un’apatia ingiustificabile e inaccettabile. Apatia che diventa ferocia e grida nevrotiche e violente, attacchi, tentativi di isolamento e delegittimazione e tanto altro, in momenti molto più meschini e sconcertanti.
La vicenda da Vasto è arrivata anche, come abbiamo reso noto il 27 novembre, in provincia. Lo stesso Toma è stato nominato Presidente della Commissione esaminatrice dell’interpello per 6 Funzionari Amministrativi dal presidente della provincia Francesco Menna. A conclusione di quest’articolo riportiamo i comunicati della maggioranza Menna (inviato esattamente due minuti dopo la fine della seduta del consiglio comunale) e del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale vastese. Li abbiamo ricevuti entrambi, onore e merito alla correttezza di chi li ha inviati, e quindi doverosamente li riportiamo. Sul dibattito provinciale abbiamo riportato solo il comunicato dei consiglieri di opposizione Di Fabio, Di Biase, Carretta e Di Florio (che non è parente del sottoscritto, sarebbe superfluo riportarlo ma in tempi di cicisbei, scorrettezze anche personali e malafede politica ci tocca farlo), i sindaci e consiglieri Di Fabio e Di Florio interlocutori sempre corretti, trasparenti e disponibili anche con una stampa “urticante”, indipendente e politicamente autonoma e distante come cerchiamo di essere da cinque anni, ma non la replica del consigliere di maggioranza Scopino perché non l’abbiamo mai ricevuta. Ancora una volta, come accaduto con la visita a Vasto di un ministro oggi PD e in altre circostanze, si è confermato un certo atteggiamento “democratico” nei confronti della stampa.
«Stupore ed esterrefazione per la decisione assunta dal Presidente della Provincia»
Dirigente indagato per peculato, il Comune attende l’esito del processo
La maggioranza: «Doppia morale di FdI. Aspettiamo la sentenza»
La maggioranza di centrosinistra di Vasto esprime piena fiducia nella scelta, approvata in Consiglio comunale il 15 dicembre 2025, di non costituirsi parte civile nel procedimento che riguarda il rinvio a giudizio di un dirigente comunale a cui è stato contestato il reato di peculato in relazione a un premio di risultato del 2020.
Due sono le ragioni alla base della scelta: civiltà giuridica e assoluta contrarietà allo sciacallaggio e doppia morale di Fratelli d’Italia, presunzione di innocenza e dovere di azionare il rimborso solo a seguito di condanna penale, come prevede la legge in materia. Sfidiamo inoltre i consiglieri di FdI e il presidente Marsilio a costituirsi parte civile prima nei processi penali nei comuni amministrati dalla destra, nei processi penali che riguardano consiglieri e assessori regionali, nei confronti di funzionari regionali. Solo dopo aver dato l’esempio li invitiamo a venire in Consiglio comunale a dire cosa fare.
Fratelli d’Italia chiede di costituirsi parte civile per il dirigente comunale ma omette di farlo nei processi che riguardano i loro amministratori, fratelli e sorelle d’Italia. Non possiamo accettare la doppia morale dei consiglieri comunali Suriani, Giangiacomo e Prospero, che agli amici applicano una legge e agli avversari (per loro nemici) un’altra. Per questo rigettiamo con convinzione la richiesta di costituirci parte civile, confinando sia nel lavoro immenso della magistratura che nell’onestà e nella correttezza delle azioni del dirigente in questione. Il tutto sapendo che il Comune può successivamente procedere con un’azione civile in qualsiasi momento. Per noi è giusto attendere l’esito del processo.
Per quanto attiene le spettanze liquidate al dirigente è opportuno ricordare che sono previste dalla legge nazionale e che la premier Meloni potrebbe tranquillamente modificare, eliminare o ad esempio dimezzando anche le spettanze di parlamentari, senatori, consiglieri regionali, oltre che per i dirigenti della Regione Abruzzo o della Asl2 che ormai viaggiano sui 150mila euro all’anno.
Gruppi di Maggioranza Vasto
Partito Democratico, Avanti Vasto, Filo Comune, Città Virtuosa, Futuro e Sviluppo per Vasto, Moderati per Vasto, Sinistra per Vasto
Dirigente rinviato a giudizio: pessima figura della Amministrazione Menna
In un consiglio combattuto, in cui il Sindaco con supponenza la ha relegata al 18mo punto dell’ordine del giorno, con alcuni consiglieri andati ormai via, è stata sottoposta a votazione la nostra mozione sulla spinosa situazione del dirigente dell’Ente, che in questi giorni sta affrontando un delicato giudizio per peculato nei confronti del Comune di Vasto.
Essendo noi, come uomini liberi e come amministratori, fermamente convinti che ognuno sia innocente fino al terzo grado di giudizio, chiedevamo, nel nostro documento solo due cose: che il Comune di Vasto si costituisse parte civile nel processo a carico del dirigente, e che lo stesso fosse cautelativamente sospeso dal servizio, dato che, tra l’altro, il dirigente presta servizio a titolo gratuito perché in pensione, in attesa che si definisca la vicenda giudiziaria principale.
Due richieste assolutamente sensate e legittime sia nei confronti del dipendente, che rispetto alle finanze del Comune di Vasto. Abbiamo fatto presente come il Comune di Vasto con decisione assunta all’unanimità di maggioranza e minoranza si è costituito in giudizio contro una intera Giunta (quella Lapenna) per una vicenda che poi li ha visti assolti.
Dopo un intervento del tutto fuori tema da parte del Sindaco, che ha spaziato su temi del tutto irrilevanti, dalla strage dell’Italicus fino alla corruzione in Congo, e che, di fronte alle pacate argomentazioni di tutti i consiglieri di minoranza presenti che chiedevano chiarimenti, è riuscito a parlare di tutto salvo che della vicenda non confermando le date delle udienze, la maggioranza che governa Vasto ha bocciato la nostra mozione con 11 voti contrari, contro 5 voti favorevoli.
Tre considerazioni dobbiamo fare in merito:
1- il Comune di Vasto, che si costituisce in giudizio anche per poche decine di euro contro i singoli cittadini e i contribuenti, non ha inteso, per volere di Menna e dei suoi amministratori, diventare parte civile in un procedimento contro un suo dirigente, dimostrando di essere forte coi deboli e debole coi forti;
2- il dirigente in questione non fa più parte del del Comune di Vasto, essendo in pensione, ma è ancora nella pianta organica del Comune per volere del Sindaco Menna che gli ha affidato un incarico gratuito, con rimborso spese. Sospenderlo sarebbe stato opportuno e legittimo, tanto più che non è più un dirigente di carriera ma un mero collaboratore nominato con decreto sindacale. Una decisione logica e persino scontata per tutti, ma non per colui che gli ha dato l’incarico gratuito, e che si assume le responsabilità politiche di questa scelta: Francesco Menna.
3- dopo il lungo e fuori contesto intervento del Sindaco, che non ha fornito nessuno dei chiarimenti richiesti, nessuna voce della maggioranza si è alzata in aula, né per difendere la posizione del Dirigente, né per difendere la posizione del Sindaco. Anzi, quattro consiglieri di maggioranza, prima presenti in aula per il bilancio, si sono dileguati dalla sala consiliare al momento del voto della mozione. Stendiamo un velo pietoso, ma di umana comprensione, per come è stata (mal) gestita la seduta dal Presidente del Consiglio Comunale, incapace in ogni momento di riportare l’ordine di fronte alla straripante verve del Sindaco Menna.
Pensiamo, a prescindere da come finirà la vicenda giudiziaria, che chiunque abbia assistito al Consiglio Comunale di ieri e all’assurdo intervento del Primo Cittadino su questa mozione, possa capire l’abisso di arbitrio, privilegio e scarsa prudenza che sta attraversando questa fase finale e agonica della seconda amministrazione Menna. Noi, dal canto nostro, continueremo a seguire la vicenda e non ci arrenderemo di fronte alla spregiudicata disinformazione della attuale amministrazione.
I consiglieri comunali di FdI – Vincenzo Suriani, Francesco Prospero, Guido Giangiacomo





