Ceneri al vento, volti sbiaditi,
ombre di vite in mondi svaniti.
La terra trema sotto il peso
di grida spezzate, di sogni sospesi.
Vagoni stretti, silenzi infiniti,
un viaggio oscuro, cuori smarriti.
Numeri incisi sulla pelle tremante,
come stelle spente nell’aria distante.
Un filo spinato accarezza il cielo,
mentre la speranza si spezza nel gelo.
Le fiamme danzano, fredde e crudeli,
portando con sé l’eco di veli.
Madri e figli, mani intrecciate,
separate da mura di anime bruciate.
L’amore sopravvive in uno sguardo fugace,
un ultimo bacio, un ricordo che tace.
Ma sotto le ceneri, una fiamma resta,
un grido silente che il tempo detesta.
“Ricordaci”, sussurrano le pietre scavate,
“Perché il dolore non sia più ripetuto.”
E allora il mondo, nel suo fragile andare,
deve guardare, non deve scordare.
Perché nei venti di un passato ormai muto
vive il monito di un futuro mai perduto.