La grande maggioranza degli europei ritiene che il cambiamento climatico sia un problema serio (85%), secondo un nuovo sondaggio Eurobarometro.
Il sondaggio
Lo speciale Eurobarometro 565 sui cambiamenti climatici ha esaminato 26.319 cittadini dell’UE appartenenti a diversi gruppi sociali e demografici in tutti i 27 Stati membri dell’UE. L’indagine è stata condotta tra il 18 febbraio e il 10 marzo 2025. Tutte le interviste sono state condotte faccia a faccia, sia fisicamente nelle case delle persone o attraverso l’interazione video remota.
Tra gli intervistati, 8 su 10 (81%) sostengono l’obiettivo a livello dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Da un punto di vista economico, oltre tre quarti (77%) degli europei concordano sul fatto che il costo dei danni dovuti ai cambiamenti climatici è molto più elevato degli investimenti necessari per una transizione verso l’azzeramento delle emissioni nette.
La maggior parte degli europei (85%) concorda sul fatto che la lotta ai cambiamenti climatici dovrebbe essere una priorità per migliorare la salute pubblica e la qualità della vita. Analogamente, l’83% degli intervistati concorda sul fatto che prepararsi meglio agli effetti negativi dei cambiamenti climatici migliorerà la vita dei cittadini dell’UE. I cittadini europei sentono anche l’impatto dei cambiamenti climatici nella loro vita quotidiana. In media, quasi 4 europei su 10 (38%) si sentono personalmente esposti a rischi e minacce ambientali e climatici. In 8 Stati membri, più della metà degli intervistati si sente in questo modo; principalmente nell’Europa meridionale, ma anche in Polonia e Ungheria.
Sostegno alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica e all’autonomia energetica
Quasi nove europei su dieci (88%) ritengono importante che l’UE intervenga per aumentare le energie rinnovabili e lo stesso numero (88%) ritiene importante che l’UE intervenga per migliorare l’efficienza energetica, ad esempio incoraggiando le persone a isolare la propria casa, installare pannelli solari o acquistare auto elettriche. Tre quarti (75%) ritengono che la riduzione delle importazioni di combustibili fossili aumenterà la sicurezza energetica e avvantaggerà economicamente l’UE. Il 77% degli europei concorda sul fatto che agire in materia di cambiamenti climatici favorirà l’innovazione. Più di otto europei su dieci (84%) concordano sulla necessità di fornire un maggiore sostegno alle imprese europee per competere nel mercato globale delle tecnologie pulite, dimostrando il sostegno pubblico al patto per l’industria pulita.
Cittadini impegnati in azioni individuali in attesa di riforme strutturali
La grande maggioranza dei cittadini dell’UE intraprende un’azione individuale per il clima (92%) e compie scelte sostenibili nella vita quotidiana. Tuttavia, alla domanda su chi si trova nella posizione migliore per affrontare il cambiamento climatico, solo il 28% ritiene di essere nella posizione migliore per invertire la tendenza attraverso azioni individuali. I cittadini hanno individuato i governi nazionali (66%), l’UE (59%) e le imprese e l’industria (58%) nella posizione migliore per affrontare i cambiamenti climatici. Il 44% ha visto il governo regionale e locale ben posizionato per intraprendere azioni per il clima.
Il cambiamento climatico nei media
Mentre l’84% dei cittadini concorda sul fatto che il cambiamento climatico è causato dall’attività umana, oltre la metà degli intervistati (52%) ritiene che i media tradizionali non forniscano informazioni chiare sul cambiamento climatico, sulle sue cause e sui suoi impatti. Analizzando più ampiamente i canali di comunicazione, il 49% ritiene che sia difficile distinguere tra informazioni affidabili e disinformazione sui cambiamenti climatici sui social media.
Quale futuro
L’UE è stata a lungo un pioniere a livello mondiale nell’azione per il clima, istituendo uno dei quadri strategici più completi al mondo per ridurre le emissioni, promuovere l’innovazione e costruire un’economia sostenibile e resiliente.
Con obiettivi vincolanti per il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, l’UE deve ancora di più impegnarsi a rafforzare gli strumenti necessari per realizzare una transizione equa ed efficace.
La valutazione della Commissione dei piani nazionali aggiornati per l’energia e il clima (PNEC), pubblicata il 28 maggio, rivela una prospettiva ambiziosa in cui devono implementarsi percorsi nazionali più chiari verso obiettivi collettivi per il 2030. Nuove iniziative come il patto per l’industria pulita dovrebbero stimolare l’innovazione e ad ancorare la politica climatica alla competitività a lungo termine dell’Europa, accelerando gli investimenti nelle tecnologie pulite e rafforzando la base industriale. Con l’avanzare dei lavori di revisione della normativa europea sul clima coerente con l’ obiettivo ambizioso per il 2040 si confida che il nuovo piano dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici soddisfi le attese con azioni concrete volte ad aumentare le energie rinnovabili, migliorare l’efficienza energetica e aumentare la sicurezza energetica riducendo le importazioni di combustibili fossili.
Il cambiamento climatico è la sfida più grande dei nostri tempi e rappresenta un’opportunità per costruire un nuovo modello economico.



