La denuncia: la situazione è esplosiva. Basta silenzi, servono azioni.
A Somma Vesuviana, nel cuore della provincia di Napoli, la criminalità non si nasconde più. Sfreccia per le strade senza casco, in branco, spesso in pieno giorno. Non si tratta di ragazzini ribelli, ma di giovani affiliati, riconoscibili, identificabili, legati al gruppo noto come “i 22 del Parco Fiordaliso”, riconducibili – secondo fonti investigative – al clan Correale-De Bernardo, già protagonista della gestione delle piazze di spaccio sul territorio.
La situazione è chiara agli occhi di tutti. Lo Stato non può più far finta di non vedere.
La richiesta è semplice ma urgente: scrivere immediatamente al Prefetto di Napoli, sollecitare un intervento straordinario, reclamare la presenza dello Stato prima che sia troppo tardi.
“Non possiamo aspettare di piangere una vittima innocente – è l’allarme lanciato – perché questa gentaglia non ha più timore di nulla. Sfidano le istituzioni, sfidano la legalità, sfidano ogni forma di convivenza civile.”
Salvatore Di Sarno, sindaco in carica, e Crescenzo De Falco, assessore alla legalità, non possono più restare in silenzio. Non possono limitarsi a proclami o a iniziative simboliche. Serve una scelta netta, un gesto forte: rompere il muro del silenzio e agire.
I segnali sono evidenti: motorini che sfrecciano senza regole, assenza totale di rispetto del Codice della Strada, spavalderia crescente. Ma dietro l’apparenza di bulli di quartiere, si cela ben altro: una rete strutturata, alimentata da pregiudicati, che continua a reclutare manovalanza giovanile e a gestire il controllo del territorio con metodi mafiosi.
La situazione sta degenerando. Il pericolo è sociale, criminale, istituzionale.
L’appello è anche alla popolazione:
“Collaborate con le forze dell’ordine, non girate lo sguardo. Ogni silenzio rafforza chi delinque.”
Il degrado non è solo una responsabilità delle istituzioni, ma anche di chi accetta la paura come condizione di vita, di chi finge di non vedere, di chi lascia campo libero alla prepotenza.
In un paese che ha già conosciuto il dolore, l’omertà non è più un’opzione.
Il rischio è concreto. Se lo Stato non interviene, Somma Vesuviana rischia di diventare un modello criminale esportabile, dove la sopraffazione diventa normalità, e la legalità solo una parola svuotata di senso.
Chi ha responsabilità pubblica deve agire ora.
Sindaco Di Sarno,
Assessore De Falco,
scrivete al Prefetto di Napoli. Pretendete un intervento immediato.
La sicurezza non è un favore, è un diritto costituzionale.
Non servono più conferenze stampa, ma misure concrete, retate, presidi fissi, controllo reale del territorio.
Non ci siano alibi. Non si può più dire “non sapevamo”.
Dal 3 aprile è stata istituita una zona rossa anche presso il Comune di Ottaviano (dopo San Giorgio a Cremano). A Somma Vesuviana il Prefetto deve adottare l’inserimento.