Il 17 luglio sono stati festeggiati i 10 anni della Casa di Paolo, un progetto voluto fortemente dal fratello Salvatore. In seguito in via d’Amelio è stata inaugurata la mostra del pittore Gaetano Porcasi sulle maggiori stragi e vittime di mafia, e non solo, che ha accompagnato le tre giornate di eventi di commemorazioni della strage di via d’Amelio in cui, quel maledetto 19 luglio di 33 anni fa, vennero uccisi il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli. L’unico sopravvissuto fu l’autista Antonio Vullo.
“La Casa di Paolo l’ho voluta fortemente per far tornare Paolo a Palermo, in quel quartiere dove siamo siamo cresciuti. In quella che è stata la nostra farmacia oggi, grazie ai tanti volontari, tanti bambini riescono a formarsi.”
Parla così Salvatore Borsellino sul progetto diventato realtà 10 anni fa della Casa di Paolo. Continua poi:
“Noi dallo Stato vogliamo soltanto giustizia e verità e purtroppo a 33 anni di distanza ancora non solo non li abbiamo ma ancora continuano i depistaggi, continuano ad allontanare la verità e la giustizia piuttosto che avvicinarli.”
“Quando parlo di depistaggi che ancora oggi continuano mi riferivo proprio ai veri e propri depistaggi istituzionali che sono oggi messi in atto dalla commissione antimafia. Cioè si vuole isolare la strage di via d’Amelio dalle altre mentre io, come ho voluto dimostrare con questo percorso visivo (la mostra dei quadri di Porcasi), la strage di via d’Amelio è legata a tante delle altre stragi, più di un centinaio, che sono avvenute nel nostro paese.
E quindi c’è da un lato la commissione antimafia che cerca di isolare la strage di via d’Amelio, di addebitarla ad un fantomatico dossier mafia e appalti seguendo le indicazioni dei Ros, di Mori che pure se il dossier Paolo avrebbe potuto averlo per le mani, mai avrebbe potuto giustificare l’accelerazione improvvisa di quella strage che potrebbe essere messa alla luce soltanto se venisse ritrovata quell’agenda rossa di cui, e poi è una cosa indegna espongono invece la borsa vuota che la conteneva cioè un corpo di reato perché da quella borsa è stata sottratta e rubata l’agenda, e la espongono pure in Parlamento.”