Un nuovo duro colpo alle finanze della camorra: le forze dell’ordine hanno sequestrato un impero economico riconducibile a esponenti della criminalità organizzata attivi nel settore delle onoranze funebri. Un comparto che da anni, tra Acerra e Santa Maria Capua Vetere, risulta nelle mani delle cosche.
Beni immobili, veicoli, società e conti bancari – formalmente intestati a soggetti terzi – sono risultati nella disponibilità effettiva di un soggetto ritenuto prestanome, la cosiddetta “testa di legno”, riconducibile direttamente a figure legate al clan Crimaldi.
Un sistema rodato: funerali, affari e controllo del territorio
Non si tratta solo di riciclaggio di denaro. Il settore funebre rappresenta da anni un bacino strategico per gli investimenti mafiosi, grazie alla sua natura capillare e all’impossibilità – per i piccoli imprenditori onesti – di competere con i prezzi “dopati” da capitali illeciti.
Le pompe funebri gestite dai clan hanno spesso il monopolio de facto: impongono fornitori, “orientano” i clienti, utilizzano mezzi e sedi per operazioni opache. L’obiettivo non è solo guadagnare, ma esercitare controllo sul territorio anche attraverso la morte.
Il sequestro e l’identità del boss: chi è Pacilio
Il decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Napoli, su proposta del Questore e a seguito di un’indagine della Divisione Polizia Anticrimine.
Il soggetto ritenuto al vertice dell’organizzazione è Pacilio, già condannato in via definitiva per reati gravi aggravati dal metodo mafioso: ricettazione, incendio doloso, detenzione illegale di armi, bancarotta fraudolenta, lesioni personali. Reati che, in parte, si inseriscono nella galassia criminale riconducibile al clan Crimaldi, da anni attivo nel Casertano e nel Napoletano.
Una strategia di lungo periodo: aggredire i patrimoni illeciti
«L’operazione – spiega una nota della Questura – si inserisce nel più ampio contesto delle attività di contrasto alla criminalità organizzata, attraverso l’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati». Un metodo che punta a disarmare economicamente i clan, colpendoli là dove fa più male: nel portafoglio.
Per anni il settore delle onoranze funebri è stato considerato “neutro”, eppure si è rivelato uno dei più redditizi e strategici per la camorra, in grado di generare ricavi milionari, investire in altri settori, infiltrare l’economia legale e soprattutto zittire chi si oppone.




