Altro che partiti, liste civiche o movimenti dal basso.
La nuova rivoluzione democratica parte da uno smartphone e dalla bocca di Rita De Crescenzo.
Sì, proprio lei: influencer partenopea, accusata di spaccio, regina dei balletti poco decenti e delle dirette fiume dove la grammatica va in overdose.
In un video virale (suo habitat naturale), annuncia con tono ispirato e cadenza da mercato del pesce:
“Mò ci candidiamo. Voglio fare una cosa bella per il popolo. Ma fa’ na cosa popolare…”
E no, non è uno sketch comico. È tutto vero.
Nel video, tra un sorriso isterico e uno sguardo perso nel vuoto, Rita si autoproclama ministro del turismo: “Ho portato la gente, i turisti, nelle città a spendere i soldi”.
Nel frattempo, l’amico accanto – un perfetto sconosciuto già promosso “sindacato” – annuisce, bofonchia, ride. Un duo da cabaret dell’assurdo, in cui si perde ogni traccia di logica, senso civico e dignità istituzionale.
Non è solo folklore. È una fotografia impietosa del nostro tempo. Un pessimo esempio diventa un “mito” social e si propone come paladina del popolo. Altro che partiti: la politica, quella vera, è superata. Oggi si fa campagna elettorale tra balletti, dirette in pigiama e dichiarazioni deliranti.
E il popolo? Applaude. Commenta. Condivide. E magari – peggio ancora – vota.
Se domani Rita De Crescenzo entrerà davvero in una lista elettorale, non stupitevi.
Siamo nel Paese in cui un video virale conta più di un programma politico, e l’ignoranza viene scambiata per autenticità.
“Facciamo una cosa popolare”, dice lei.
Noi, sommessamente, proponiamo il contrario: facciamo una cosa seria. E chiudiamola qui.




