Nella provincia a est di Napoli l’aria è sempre più pesante. Un nuovo pestaggio scuote le strade tra Somma Vesuviana e Marigliano, con protagonisti soggetti noti alle forze dell’ordine, legati — a vario titolo — alla camorra locale. Un copione già visto, ma ogni volta più inquietante.
Questa volta a finire al centro dell’attenzione è un pregiudicato di Somma Vesuviana, un tempo attivo nel commercio di bibite e liquori, settore spesso utilizzato come copertura per attività illecite. La Guardia di Finanza gli sequestrò, anni fa, oltre 4 milioni di euro. Oggi, nonostante il monitoraggio costante da parte delle forze dell’ordine, continua indisturbato la vendita abusiva di rotoloni di carta, un’attività che — secondo diversi commercianti locali — nasconde estorsioni mascherate da forniture obbligatorie.
Il soggetto in questione è nipote di uno dei camorristi più temuti, già braccio destro del boss Fiore D’Avino, poi divenuto collaboratore di giustizia. Un’eredità criminale difficile da cancellare.
Il pestaggio a Marigliano: una sfida dichiarata
Il nuovo episodio di violenza è avvenuto nella serata di ieri a Marigliano. Secondo fonti vicine alle indagini, il pregiudicato di Somma avrebbe incrociato casualmente un parente di un altro pregiudicato locale, anch’esso noto alle cronache. Uno scambio di sguardi, una frase provocatoria — “’O zio, un problema c’è” — e in un attimo è esplosa l’aggressione.
Una testata violenta, che ha lasciato la vittima a terra, in una pozza di sangue. Non pago, l’aggressore avrebbe inviato un messaggio intimidatorio diretto a un altro pregiudicato di spicco:
“Adesso dillo a… che se vuole sa dove cercarmi. Digli pure che lo aspetto.”
Una sfida aperta al presunto boss che controlla Somma, Marigliano e Brusciano. Un messaggio in codice, ma nemmeno troppo. Una provocazione che rischia di accendere una nuova faida criminale nei territori vesuviani.
Silenzio e omertà: nessuno parla, tutti assistono
Numerosi testimoni avrebbero assistito alla scena. Ma, come spesso accade, nessuno ha mosso un dito, nessuno ha chiamato i carabinieri, nessuno parlerà. Nemmeno la vittima, che si sarebbe recata al pronto soccorso senza sporgere denuncia. Una consuetudine nel territorio dove l’omertà regna sovrana e la paura è più forte della giustizia.
Anche l’aggressore non è uscito illeso: avrebbe riportato una frattura alla mano, conseguenza diretta del colpo sferrato con violenza.
Camorra, intimidazioni, violenza e omertà
L’episodio riporta all’attenzione il clima teso che si respira a Somma Vesuviana, dove negli ultimi mesi si sono verificati numerosi pestaggi, agguati e atti intimidatori legati a vecchie ruggini tra clan e nuovi assetti criminali. Episodi che sembrano scene tratte da Gomorra, ma che purtroppo sono vita reale.
Le forze dell’ordine indagano, ma senza denunce né collaborazioni dai cittadini, sarà difficile fare luce su quanto accaduto. Intanto, l’ombra della camorra continua ad allungarsi sui territori, tra faide, pizzi mascherati e violenza spietata.
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