Non solo promesse e spot elettorali, ma una serie di fallimenti che portano un’unica firma politica: quella di Salvatore Di Sarno, forse il peggiore sindaco che Somma Vesuviana abbia mai avuto.
In questi suoi lunghi anni da politico, prima come consigliere comunale e poi come sindaco per due mandati, uno ancora in corso, Di Sarno ha dimostrato, con il suo grande metodo da Ponzio Pilato, di saper “distruggere” il sistema scolastico di Somma Vesuviana.
Le sue politiche non solo hanno ridotto un edificio scolastico storico, la scuola Arfé in via Roma, a una struttura abbandonata, fatiscente e pericolosa, ma hanno umiliato un’intera cittadinanza.
Quella scuola, da decenni emblema del diritto allo studio, è stata cancellata dalla megalomania e dall’incompetenza del politico Salvatore Di Sarno. Mutui e debiti, cattiva gestione degli appalti, mancata attivazione di programmi e progetti: una serie di situazioni poco limpide finite anche nelle mani della Direzione Investigativa Antimafia della Prefettura.
Anche la scuola Bertona, un altro storico edificio scolastico, è stata rasa al suolo ed è rimasta un cumulo di macerie. Tutto questo è avvenuto sotto il controllo del sindaco Di Sarno, un uomo che ha saputo stringere alleanze con chiunque, ma senza mai raggiungere risultati utili per la cittadinanza, generando invece solo debiti e un rischio di dissesto finanziario per uno dei comuni vesuviani più indebitati, con oltre 13 milioni di euro di passivo.
Del resto il sindaco Di Sarno con questo suo fare ha “riempito” le tasche dei privati che affittano edifici al comune per le sedi scolastiche.
Uno dei tanti edifici in locazione è la proprietà di Mele Luigi già politico, persona vicino al politico regionale Mocerino Carmine. Un edificio più volte oggetto di verifiche è sequestri.
Un’altra spesa per i cittadini Sommesi
Ma ai debiti si aggiungono i disservizi e i costi elevati che i cittadini di Somma Vesuviana sono costretti a pagare senza ricevere nulla in cambio. Chi potrà mai dimenticare le promesse del “figlio di Somma”, come si faceva chiamare Di Sarno in campagna elettorale? Fu il candidato della “ciaccarella”, delle promesse fatte a tutti, dal centro alle masserie, promesse rimaste tali per oltre quindici anni.
Pubblichiamo una lettera di un genitore che rispecchia la maggioranza dei genitori dei ragazzi di Somma Vesuviana. Noi non facciamo politica, ma vogliamo che i cittadini sappiano chi sono i responsabili di questo degrado.
Aggiungiamo le foto recenti che mostrano lo stato dell’edificio scolastico Arfé.
In una qualsiasi altra realtà, un primo cittadino dovrebbe chiedere scusa ai suoi cittadini e comprendere i danni che ha causato con questo suo comportamento. Del resto, la Corte dei Conti serve anche a questo. Qui, però, oltre al danno economico, c’è un danno inestimabile: aver tolto un diritto ai più giovani, aver distrutto i sogni di una scuola migliore e aver causato enormi disagi per i genitori.
Alla cortese attenzione della redazione,
Scrivo questa lettera come genitore di un alunno del Primo Circolo Didattico “Raffaela Rfè” di Somma Vesuviana per denunciare, con grande preoccupazione e amarezza, la grave situazione in cui versa la nostra scuola.
I nostri figli non hanno una scuola vera: non ci sono spazi adeguati, non c’è una palestra, non ci sono laboratori, e mancano perfino le condizioni minime per poter realizzare progetti didattici ed educativi di qualità. I bambini sono abbandonati a sé stessi, senza opportunità, senza stimoli, limitati da una struttura inadeguata e da un silenzio assordante delle istituzioni.
La preside dell’istituto ha già inviato tre PEC al sindaco, ma ad oggi nessuna risposta è arrivata. Questo atteggiamento di totale disinteresse è inaccettabile. Noi genitori siamo stanchi di aspettare promesse, sopralluoghi e buone intenzioni: vogliamo risposte concrete.
Chiediamo con forza che vengano avviati immediatamente i lavori nella sede di via Roma, che da tempo dovrebbe essere pronta ad accogliere gli alunni del nostro circolo. Non c’è più tempo da perdere: ogni giorno che passa è un giorno perso per l’educazione dei nostri figli.
Non stiamo chiedendo un favore, ma il rispetto di un diritto fondamentale: quello all’istruzione in ambienti sicuri, dignitosi e adeguati. Le istituzioni non possono più voltarsi dall’altra parte.
Con rispetto ma con determinazione,
Un genitore del Primo Circolo “Raffaela Arfè”
(Somma Vesuviana)
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