«Una notizia che non avremmo mai voluto dare: ci ha lasciati il nostro Salvo Vitale. Alla famiglia e alla moglie Dina Provenzano vanno le nostre più sentite condoglianze dalla famiglia Maniaci e da tutta la redazione di TeleJato».
Con queste parole intorno alle 15.30 sulla pagina Facebook dell’emittente televisiva siciliana è arrivata la tristissima notizia: Salvo Vitale, il compagno fedele di Peppino Impastato, colui che fondò con lui Radio Aut e in questi decenni ne ha portato avanti la lotta, le idee, il pensiero, ci ha lasciato.
Ci prende come un pugno (purtroppo non alzato al cielo come i compagni nella Storia hanno sempre portato avanti, non simbolo di cieca violenza ma di amore vero, autentico e ribelle per gli ultimi e gli oppressi), gela lo sconforto e si rabbuia il cielo, parafrasando il maestrone Guccini, di fronte una notizia così triste. Abbiamo incrociato Salvo Vitale sin dai nostri primi giorni, fu una delle prime voci che ospitammo su WordNews.it appena nati. Compagno di viaggio e di lotte, di riflessioni e analisi, di militanza profonda, vera e autentica. Come manca sempre più nella sinistra, o supposta tale, e anche nel mondo dell’antimafia.
Capita che il sole continui a splendere o, in pochi minuti, nubi nere coprire il cielo ed arrivare persino la grandine. Come improvvisi temporali estivi, come tuoni a ciel sereno arrivano certe notizie. E anche se intorno a noi il cielo continua ad ostinarsi a rimanere uguale, caldo e sole avvolgerci, piomba il freddo, scendono lacrime come pioggia copiosa, si rabbuia l’orizzonte. E di fronte ad uno schermo nero, anche di una pagina bianca dell’editor, la tastiera diventa pesante, ogni tasto premuto un macigno. Scorrono le lacrime e non smette di piovere.
Se Peppino Impastato è ancora vivo nei cuori e nelle denunce, nell’impegno e nelle lotte, lo dobbiamo anche a Salvo, al suo impegno di quasi cinquant’anni, al suo essere rimasto sempre fedele alla linea di Radio Aut e ad averla portata avanti. Scorrono a fiumi, come le lacrime della triste commozione, tantissimi ricordi. Confronti, incontri, sempre con l’arguta satira irriverente che ha contraddistinto Radio Aut ed è proseguita in questi decenni.
I “Cento Passi”, il film di Marco Tullio Giordana dedicato a Peppino Impastato, si chiude con un discorso pronunciato a Radio Aut nelle ore successive all’assassinio di Peppino. È la trasposizione cinematografica di un discorso di Salvo. Pronunciato, in realtà, giorni dopo l’uccisione di Peppino e al termine di una riunione nella sezione del PCI di Cinisi in cui Salvo e gli altri compagni di Democrazia Proletaria e di Radio Aut contestarono la scelta di Venuti e altri di non ribadire con forza che Peppino Impastato era stato ucciso dalla mafia e non c’erano altre piste possibili. E che Peppino non era un ragazzo, come volevano scrivere i dirigenti del PCI, ma un compagno.
Salvo raccontò quelle ore, di rabbia e di indignazione, di militanza, nel libro “Cento passi ancora”, un brano che riportò sul suo blog “Il Compagno” qui https://www.ilcompagno.it/9-maggio-1978-gocce-di-memoria/
PEPPINO IMPASTATO E’ STATO ASSASSINATO.
Il lungo passato di militante rivoluzionario è stato strumentalizzato dagli assassini e dalle “forze dell’ordine” per partorire l’assurda ipotesi di un attentato terroristico. Non è così. L’omicidio ha un nome chiaro: MAFIA. Mentre ci stringiamo attorno al corpo straziato di Peppino, formuliamo una sola promessa: continuare la battaglia contro i suoi assassini.”
DEMOCRAZIA PROLETARIA
Fanny mi si avvicina, mi stringe il braccio: “Lo hai scritto tu?”.
– “Sì”
Mi rivolgo a Vito:
“Prepara secchio, colla e scope. Stanotte tappezziamo il paese”.
Passiamo la notte ad affiggere il nostro triste necrologio. Quando arriviamo davanti alla casa di Badalamenti la tentazione è troppo forte: ci guardiamo con Vito, lui corre a spalmare la colla sullo sportello di metallo che chiude il contatore dell’acqua, io vi attacco il manifesto. Sono quasi le tre quando andiamo a dormire.
Mentre il cuore è in fiamme e le lacrime continuano copiose, l’intera redazione di WordNews.it e l’Associazione Dioghenes APS si stringono alla famiglia, alla redazione di TeleJato (di cui il sottoscritto, in maniera più o meno saltuaria da oltre dieci anni è collaboratore) e una convinzione ci tiene incollati allo schermo e ci impone di non fermarci al lutto (Salvo stesso probabilmente risponderebbe con un grande vaffanculo) e di impugnare il testimone e andare avanti. La maniera più giusta per ricordare un compagno come Salvo Vitale è tenere stretto tutto quello che ha scritto, l’impegno militante costante, e ora proseguirlo. Con sempre più rabbia, indignazione, forza. Vogliamo ricordarlo riportando i suoi articoli, rimandando ai suoi scritti e alle sue testimonianze riportate qui su WordNews.it.
In conclusione solo un episodio abruzzese, che rappresenta perfettamente la satira e la capacità di esserci senza filtri borghesi e omologanti. Salvo venne qui in Abruzzo dieci anni fa, esattamente dieci anni fa. Qualche tempo fascisti di Casa Pound fecero irruzione in una festa scolastica a Lanciano che si lasciano andare ad atti violenti. Immediata la risposta e la denuncia collettiva. Il rappresentante del movimento neofascista rispose pubblicamente dicendo che lui era perseguitato perché era come Peppino Impastato. Informammo Salvo del sacrilego accostamento e lui rispose con questo testo pubblicato sul suo blog https://www.ilcompagno.it/va-fa-nculo-pezzo-di-merda/
A mafiosi e neofascisti vecchi e nuovi, agli oppressori e ad ogni arnese dell’ingiustizia perenne tocca ora a noi rispondere come scrisse Salvo.
https://www.telejato.it/author/salvovitale/
https://wordnews.it/2020/05/09/onda-pazza-1-scommettiamo/
https://wordnews.it/2020/05/09/la-mafia-e-una-montagna-di-merda/
https://wordnews.it/2021/10/12/un-fascista-e-per-sempre-radio-aut-29-novembre-1977/
Parla Salvo Vitale: «Peppino senza la sua identità di comunista non ha senso»
Foto del nostro Antonino Schilirò in occasione degli eventi per l’anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato a Cinisi di quest’anno