Sabato sera si è spento, all’età di 89 anni, il noto conduttore Pippo Baudo. Presentatore di 13 Sanremo e uno dei volti più noti della televisione italiana era rimasto l’ultimo della vecchia guardia dei volti televisivi. Originario di Militello in Val di Catania, ha vissuto a Roma dove si è fatto strada nel grande schermo bianco e nero. È stato lui che ha riconosciuto e portato alla ribalta molti dei volti noti tra presentatori, artisti e cantanti.
Giustamente in questi giorni tutti lo ricordano con immenso amore e rispetto, ripercorrendo la sua strada televisiva anche con approfondimenti nella Rai. Ma quello di cui in pochi hanno parlato è stato il suo agire contro cosa nostra e gli attentati che ha subito. Nel suo impegno non si può non ricordare uno dei suoi spettacoli fatti a Taormina poco dopo l’uccisione del giudice Rocco Chinnici. Lui stesso ricorda quei momenti in una intervista radiofonica Un Giorno da Pecora su Rai Radio 2:
“Va bene, sì, forse bisogna continuare a farlo ma c’è un retro pensiero che ti porta all’osservazione, alla meditazione, al dolore. Quando c’è l’applauso del pubblico e si apre il sipario, uno si butta e lo fa. Lo spettacolo, in alcuni momenti, va fermato. Mi ricordo una cosa molto brutta: ero a Taormina, avevano ammazzato il magistrato Rocco Chinnici, era uno dei primi delitti di mafia, ma allora mi dissero che lo spettacolo bisognava farlo per forza. Io l’ho fatto ma prima ho parlato, sono uscito senza sigla e senza musica, ho fatto un discorso molto forte contro la mafia. Mi sono tolto un peso e dopo abbiamo fatto lo spettacolo”.
Indimenticabili poi i suoi interventi, sempre contro la mafia, al Maurizio Costanzo Show nei primi anni Novanta.
Proprio per questo nella sua vita ha subito ben tre attentati da cosa nostra, di cui l’ultimo poteva essere mortale.
Già nel gennaio del 1989 era stato ritrovato un ordigno esplosivo rudimentale in una delle sue abitazioni. Come se non bastasse poche settimane dopo del liquido infiammabile venne ritrovato in un’altra sua abitazione. Infine nella notte tra il 2 e il 3 novembre 1991 venne fatta esplodere la sua villa a Santa Tecla, una frazione di Acireale in provincia di Catania. In una intervista a Pietro Chiambretti, nel 2015, disse in merito agli attentati:
“Non mi hanno perdonato le mie parole di condanna a Taormina in una commemorazione di Rocco Chinnici”.
Secondo le indagini a volere la morte del presentatore fu Nitto Santapaola, capomafia catanese e dentro la Cupola regionale al fianco dei corleonesi comandati da Totò Riina, tramite il boss Marcello D’Agata. In una delle riunioni per prendere la decisione si parlò pure di un’attentato da fare a Maurizio Costanzo ai Parioli ma l’allora boss Aldo Ercolano rassicurò i presenti affermando che già c’era chi se ne stava occupando. Il riferimento, avremmo poi saputo, era al fallito attentato di Via Fauro del maggio 1993, diretto proprio a Maurizio Costanzo, dove il presentatore riuscì a rimanere illeso grazie a delle fortunate coincidenze.
Nel 1995 le indagini della DIA e della procura etnea portarono all’arresto di 42 affiliati a cosa nostra. Arrivarono i ringraziamenti di Pippo Baudo rimarcando di fare solamente il proprio dovere.
Ritornando alla notte dell’attentato a Santa Tecla la villa venne completamente devastata. Pippo Baudo si salvò solamente perché l’aveva lasciata perché poche ore prima per andare a Roma dove registrava, in quel periodo, Domenica In. Nello stesso giorno all’ANSA uscì la rivendicazione della Falange Armata:
“Il presentatore di spettacoli di varietà televisivi Pippo Baudo può considerarsi un uomo fortunato. Agli industriali Vecchio e Rovetta, a Bicocca – nella sua città, alla periferia di Catania – necessità ci impose di riservare un destino ben peggiore. Gli consigliamo perciò di non distrarsi”
Come se non bastasse il conduttore dovette ricostruire di tasca sua la villa in quanto i fondi destinati a chi subiva attacchi non contemplavano quelli dinamitardi. Una volta ricostruita non ci tornò più e, poco tempo dopo, l’ha venduta.
Per chi volesse partecipare ai suoi funerali, per un ultimo saluto, si terranno a Militello domani alle ore 16:00 proprio come voleva lui.