Dal racconto patinato alla realtà nuda. Nel 2021 il servizio su Polizia Moderna spiegava struttura, compiti e “buone prassi” dello SCP. Tre anni dopo, il racconto si sbriciola. La macchina appare implosa: la legge 6/2018 resta su carta, gli obblighi si perdono tra circolari, interpretazioni e “si vedrà”.
Nel frattempo è cambiata la guida: il direttore è stato promosso alla Questura di Trento, lo SCP è in mano a un reggente. Risultato? Centinaia di istanze senza riscontro, dossier in stand-by, telefoni che squillano a vuoto. E, quando una voce risponde, arriva il gelo: «Non dovete più chiamare».
Il testimone come numero
Per molti Testimoni di Giustizia e i loro familiari, la vita è diventata un faldone: una matricola, un protocollo, una scadenza. La sicurezza è promessa, non garanzia. Il referente previsto dalla legge (art. 16) esiste sulla carta, non nel quotidiano.
In ospedale, i dati non coincidono; i medici non sanno con chi interfacciarsi; l’assistenza psicologica è un lusso: ci dicono quattro psicologi in videochiamata per tutto il Paese. È protezione o amministrazione della precarietà?
Art. 17: il timer che nessuno fa partire
Le carte parlano chiaro: articolo 17, Legge 6/2018 — chi chiede di essere sentito va audito (Commissione centrale o SCP) entro 30 giorni. Non “quando si può”. Entro trenta.
Se i calendari non escono, se i verbali non arrivano, se le PEC non ottengono contraddittorio, non è burocrazia lenta: è disapplicazione della legge.
80 milioni per cosa?
Domanda semplice, feroce e inevitabile: a cosa serve mantenere un sistema che costa decine di milioni (oltre 80, secondo stime correnti) se non mette in pratica ciò che promette?
Un programma di protezione che non protegge, logora: c’è chi scivola nella povertà o nel crollo psicologico, chi scopre di non avere contributi sufficienti per la pensione dopo anni “in programma”.
La norma prevede che i beni nei luoghi d’origine possano essere acquisiti dallo Stato. In realtà si incagliano tra Interno e Demanio. Intanto IMU e spese restano ai testimoni; gli immobili si degradano, le famiglie pagano. È il paradosso perfetto: lo Stato chiede fiducia e poi scarica i costi su chi l’ha meritata.
Non chiediamo pietà. Pretendiamo la legge.
Nessuno elemosina “umanità” — anche se dovrebbe essere il minimo sindacale. Qui si chiede legalità: applicare norme vigenti, protocolli scritti, tempi certi. Tutto il resto è interpretazione creativa o, peggio, abbandono amministrativo.
Cosa va fatto subito (e si può fare domani mattina)
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Presa in carico entro 48 ore: numero di protocollo, referente nominativo e contatto istituzionale tracciato.
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Audizione entro 30 giorni (art. 17), anche in videocollegamento protetto.
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Cruscotto pubblico trimestrale: istanze ricevute, tempi medi, pratiche chiuse nei termini, criticità e rimedi.
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Assistenza sanitaria e psicologica reale: convenzioni dedicate, rete clinica riservata, report sugli interventi.
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Contributi e pensioni: ricostruzione immediata delle posizioni previdenziali; stop agli “anni fantasma”.
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Beni e tasse: corsia preferenziale Interno–Demanio; sospensione oneri finché la pratica non è definita.
Le anomalie non sono denunce al vento: sono documentate nelle relazioni dei Comitati della Commissione parlamentare Antimafia delle scorse legislature. È tempo di riprendere quei dossier, riaprire il cassetto dei diritti e tornare alla legge.
Perché oggi il sistema sembra chiedere ai testimoni più resistenza di quanta ne chiese la mafia. E questo, in uno Stato di diritto, è indifendibile.
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Chi ha scritto materialmente la mail inviata a Gennaro Ciliberto per chiederne i contatti?
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Con quale qualifica e con quale mandato è stata firmata quella mail? Indicare nome, ruolo e atto di conferimento.
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Che ruolo formale ricopre la segreteria particolare della Presidente nei dossier sui testimoni di giustizia?
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Quali legami politico–istituzionali ha l’autore/autrice della mail con membri della Commissione o dell’Esecutivo?
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La Presidente Chiara Colosimo era a conoscenza della mail prima dell’invio? L’ha letta e avallata?
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Perché la Presidente ha telefonato direttamente a soggetti in protezione (Ciliberto, Coppola) su linee non protette?
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Chi ha autorizzato quelle telefonate e con quale protocollo scritto? Si fornisca copia del protocollo.
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Quando saranno calendarizzate le audizioni richieste (Ciliberto, Coppola, altri) nel rispetto dell’art. 17, L. 6/2018 presso Commissione centrale/SCP?
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Quale protocollo scritto disciplina oggi i contatti tra Commissione e testimoni in protezione? È pubblico? È stato rispettato?
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Chi ha nominato l’avv. Angela Verbaro consulente della Commissione? Atto, data, oggetto dell’incarico.
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Quali compiti, poteri, limiti e obiettivi sono stati assegnati per iscritto all’avv. Verbaro?
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L’avv. Verbaro conosce lo stato reale dei testimoni italiani e le criticità del programma di protezione? Con quali atti lo dimostra?
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L’avv. Verbaro conosce la storia del testimone di giustizia Gennaro Ciliberto (oggi nello speciale programma di protezione)?
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L’avv. Verbaro era a conoscenza della mail inviata a Ciliberto dalla segreteria?
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All’epoca in cui i familiari Verbaro erano testimoni, quale ruolo rivestiva Alfredo Mantovano nella Commissione centrale ex art. 10 e quali decisioni assunse?
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L’avv. Verbaro intrattiene oggi rapporti (istituzionali o professionali) con Alfredo Mantovano? Di quale natura?
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Chi ha proposto o avallato la nomina di Tano Grasso come consulente della Commissione?
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Qual è il ruolo operativo di Tano Grasso e quali risultati misurabili ha prodotto sinora (atti, relazioni, audizioni promosse)?
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I consulenti percepiscono compensi? Importi, capitoli di bilancio, durata degli incarichi e indicatori di risultato.
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La Presidente del Consiglio e il Governo sono formalmente informati di mail, telefonate e ritardi sulle audizioni? Quale indirizzo politico intendono assumere immediatamente?
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