Veronica Conti, segretaria e Responsabile eventi dell’associazione Dioghenes APS. L’11 settembre si è svolta la prima edizione del premio nazionale Pier Paolo Pasolini a Venafro, in Molise. Come è andata come prima edizione?
Direi abbastanza bene, ci possiamo ritenere soddisfatti. C’è stata una bella partecipazione sia da parte dei cittadini che da parte delle Istituzioni. È stato un pomeriggio intenso ricco di tante belle emozioni e soprattutto ricco di tanta cultura. La giuria ha fatto un bel lavoro. Sono stati premiati autori professionisti (magistrati, giornalisti, professori) che con le loro opere e con i loro interventi ci hanno aiutato a riflettere anche su quello che oggi stiamo vivendo. Sicuramente come ogni evento ci sono cose da migliorare e noi cercheremo di farlo con molta umiltà.
Durante l’evento si sono ricordati persone come Pasolini, Gramsci, Allende e molti altri. Quanto è oggi importante ricordare queste figure e, più in generale, fare memoria?
Pasolini diceva “Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia”.(Scritti corsari). La memoria è importante è un atto civile e una responsabilità verso il presente che richiede coraggio, per scegliere da che parte stare di fronte a fatti passati e presenti. Fare memoria non significa solo rievocare il passato, ma significa conoscere la storia capire le cause e gli effetti che hanno segnato gli eventi evitando la ripetizione di errori o atrocità. La memoria dovrebbe insegnare a comprendere, ma soprattutto a smuovere le coscienze. Cosa che purtroppo in questo Paese non accade. “L’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare come è. In cui tutto scorre per non passare davvero”. Le parole di Pasolini sono ancora oggi un testamento ricco di triste verità.
Il Premio Pasolini è stato ideato proprio per cercare di smuovere le coscienze perché riteniamo che solo così ci può essere un reale cambiamento. È solo la memoria e l’esempio di uno dei più grandi intellettuali del novecento può aiutarci a farlo. Anche la scelta di fare il Premio l’11 settembre ricordando Allende (Presidente del Cile ucciso nel 1973) a cui sono state dedicate le menzioni speciali, non è stata un caso ma una scelta voluta per dimostrare che solo il coraggio delle proprie idee e azioni rendono veramente liberi in questo mondo prigioniero dai soprusi del potere. Nel corso della cerimonia, durante la lectio magistralis tenuta dal prof. Angelo D’Orsi (Primo Classificato Premio PPP) è stato ricordato un altro grande intellettuale Antonio Gramsci a cui Pasolini si è ispirato. Entrambi hanno condiviso il rapporto conflittuale con la politica e l’impegno intellettuale, e la solitudine, come testimoniato dal poemetto di Pasolini “Le ceneri di Gramsci”.
Viviamo in un periodo dove si legge sempre meno e ai giornalisti viene limitato il loro lavoro. Perché, allora, decidere di rivolgere questo premio proprio a scrittori e giornalisti?
Giornalisti e scrittori sono due figure molto affini perché hanno uno strumento in comune: la parola. Stiamo vivendo in periodo storico particolare dove la parola, l’istruzione, la libertà di pensiero, sono strumenti che fanno paura non solo alle mafie ma anche alle istituzioni. Premiando scrittori e giornalisti vogliamo dare valore e forza a questi strumenti, soprattutto alla parola “scomoda” invitando tutti, in particolare i giovani ad avvicinarsi alla lettura, alla conoscenza, per imparare a pensare e ad essere di conseguenza liberi.
Ci sarà la seconda edizione?
Assolutamente sì. Stiamo già lavorando. Ci saranno dei cambiamenti a partire dal bando che sarà ampliato a diverse categorie non soltanto, come in questa prima edizione alla sezione letteraria e giornalistica, probabilmente cambierà anche la data e il mese. Rimane sempre uguale la finalità. Il nostro obiettivo sia per il Premio Pasolini che per il Premio Nazionale Lea Garofalo, giunto ormai alla 4 edizione che quest’anno avrà luogo a Cremona presso il Liceo Ginnasio Statale “D.Manin” dove per due anni ha studiato Pier Paolo Pasolini, è quello di dare voce alla memoria attraverso la conoscenza, fondamentale per costruire un proprio pensiero e per non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie. Da Responsabile eventi voglio ringraziare il presidente Paolo De Chiara, tutti i soci che hanno collaborato per la realizzazione di questa prima edizione, l’amministrazione comunale di Venafro che ha ospitato l’evento, l’Ordine dei giornalisti del Molise, la SPI CGIL Molise, Fictem CGIL Molise e l’Antico Borgo Ristorante Pizzeria per il sostegno morale ed economico.
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