• Blogs
  • Chi siamo
  • Contatti
  • DIOGHENES APS
sabato, Ottobre 11, 2025
Retail
Advertisement
No Result
View All Result
  • DIOGHENES APS
    • Chi siamo
    • Il Direttore Paolo De Chiara
    • Gli Autori
    • Redazione
    • Contatti
    • TESSERAMENTO SOCI
    • 5Xmille
    • Sostieni la STAMPA LIBERA
  • Le inchieste di WordNews
    • Legalità
    • Stragi di Ieri e di Oggi
    • Speciale Trattative
    • Il “santo Laico”
  • Approfondimenti
    • Interviste
    • Ambiente
    • Animali
    • Brevi
    • Diritto di replica
    • Il racconto a puntate
    • L’Opinione
    • La Parola ai lettori
    • Lettere dall’Italia e dal mondo
    • Pillole
    • Punti di vista
    • Satira
    • Scopri il Molise
    • Wn KIDS
  • Attualità
    • BelPaese
    • Cronaca
    • Economia&finanza
    • Eventi
    • FotoNotizia
    • Il Guastafeste
    • La voce dell’esperto
    • La voce di “Pasquino”
    • Lavoro
    • Wn TV
    • WordNews Consiglia
    • Petizioni
  • Il “Moscone”
    • Carta canta
  • Cultura
    • Libri&Dintorni
    • Arte
    • L’angolo della Poesia
    • Musica
    • Teatro, Cinema & Tv
  • Sport
    • Alimentazione & Fitness
  • WN – MediaCenter
  • Login
  • Register
  • DIOGHENES APS
    • Chi siamo
    • Il Direttore Paolo De Chiara
    • Gli Autori
    • Redazione
    • Contatti
    • TESSERAMENTO SOCI
    • 5Xmille
    • Sostieni la STAMPA LIBERA
  • Le inchieste di WordNews
    • Legalità
    • Stragi di Ieri e di Oggi
    • Speciale Trattative
    • Il “santo Laico”
  • Approfondimenti
    • Interviste
    • Ambiente
    • Animali
    • Brevi
    • Diritto di replica
    • Il racconto a puntate
    • L’Opinione
    • La Parola ai lettori
    • Lettere dall’Italia e dal mondo
    • Pillole
    • Punti di vista
    • Satira
    • Scopri il Molise
    • Wn KIDS
  • Attualità
    • BelPaese
    • Cronaca
    • Economia&finanza
    • Eventi
    • FotoNotizia
    • Il Guastafeste
    • La voce dell’esperto
    • La voce di “Pasquino”
    • Lavoro
    • Wn TV
    • WordNews Consiglia
    • Petizioni
  • Il “Moscone”
    • Carta canta
  • Cultura
    • Libri&Dintorni
    • Arte
    • L’angolo della Poesia
    • Musica
    • Teatro, Cinema & Tv
  • Sport
    • Alimentazione & Fitness
  • WN – MediaCenter
No Result
View All Result
WordNews
No Result
View All Result

María Corina Machado e il Nobel che divide il mondo: quando la pace parla la lingua della politica

Il Nobel per la Pace assegnato a María Corina Machado segna un punto di non ritorno: più che premiare la riconciliazione, consacra una visione ideologica. Tra trumpismo globale, retorica della libertà e nuove guerre culturali, la pace diventa il vessillo di una parte, non più un linguaggio universale.

by CARLA NAPOLITANO
11 Ottobre 2025
in Approfondimenti
Reading Time: 7 mins read
A A
Share on FacebookShare on TwitterLinKedinWhatsappTelegramEmail

 

Altri articoli in questa categoria

Un Paese sotto accusa (e sotto pressione)

Un Paese sotto accusa (e sotto pressione)

8 Ottobre 2025
La pace di Trump che sa di truffa: quando la Palestina diventa un premio e non un diritto

La pace di Trump che sa di truffa: quando la Palestina diventa un premio e non un diritto

6 Ottobre 2025
IA:  la legge e le logiche del sistema Italia

IA: la legge e le logiche del sistema Italia

5 Ottobre 2025

C’è qualcosa di paradossale, quasi dissonante, nel sentire pronunciare insieme le parole “Premio Nobel per la Pace” e “María Corina Machado”.
Non perché la leader dell’opposizione venezuelana non abbia conosciuto la persecuzione, l’esilio interno, la minaccia del potere autoritario. Ma perché la sua figura, più che incarnare un’idea di pace universale, sembra oggi rappresentare un campo preciso di battaglia ideologica: quello della destra globalista, liberista, trumpiana, che si autoproclama paladina della libertà mentre alimenta una nuova forma di polarizzazione politica e culturale.

Il Nobel, un tempo simbolo supremo di riconciliazione, diventa così un campo di scontro, un’arma retorica. E la domanda, oggi più che mai urgente, è semplice: che senso ha assegnare un Premio Nobel per la Pace quando la pace non è più l’obiettivo, ma il pretesto?

María Corina Machado è, da decenni, il volto più noto dell’opposizione venezuelana al chavismo. Ingenua o meno, coraggiosa o calcolatrice, è riuscita a costruire la propria immagine pubblica come quella di una donna di ferro, intransigente, sofisticata e fieramente anti-socialista. È la leader che parla la lingua del mercato, della “libertà individuale”, del merito. Ma anche quella che, più di una volta, ha flertato con posizioni estreme, accogliendo con entusiasmo i complimenti di Donald Trump e gli elogi di Javier Milei, il presidente argentino simbolo del neoliberismo più radicale.

Il suo profilo divide. Da un lato, c’è chi la considera un baluardo della resistenza democratica venezuelana, un’icona di libertà contro l’autoritarismo di Nicolás Maduro. Dall’altro, c’è chi vede in lei una figura costruita su misura per le agende geopolitiche dell’Occidente, una “eroina esportabile” funzionale alla narrativa anti-chavista e all’espansione simbolica della nuova destra mondiale.

È una donna che parla con il linguaggio del capitalismo morale, che si presenta come martire della libertà ma si circonda di sostenitori che della libertà fanno spesso un concetto selettivo: libertà economica, sì; libertà sociale, diritti civili, inclusione, molto meno.

Machado non ha mai nascosto la propria ammirazione per Donald Trump. Anzi, ne ha fatto un modello politico, un riferimento costante. Dopo la vittoria del Nobel, ha ringraziato apertamente “il popolo venezuelano e Donald Trump”, riconoscendogli un ruolo decisivo nella “battaglia contro il socialismo”.

Una dedica che dice molto più di mille discorsi.
Perché non si tratta solo di gratitudine personale: è un atto politico, un posizionamento esplicito. È l’inserimento della sua figura all’interno del grande mosaico del trumpismo internazionale, quella rete di leader e movimenti — da Netanyahu a Orbán, da Milei a Bolsonaro — che condividono una visione del mondo costruita su valori di forza, religione, mercato e patriottismo.

La sua vicinanza all’ex presidente statunitense è stata più volte sostenuta anche da ambienti repubblicani: senatori e fondazioni conservatrici ne hanno promosso la candidatura al Nobel, parlando di lei come di “una donna che lotta per riportare la libertà in Venezuela”. Ma quale libertà? Quella dei mercati o quella delle persone? Quella dei capitali o quella dei cittadini?

La sua libertà, come quella di Trump e di Milei, è quella che celebra l’individuo-azienda, l’ordine, il controllo, la lotta al “socialismo” più che la costruzione di società giuste. È una libertà ideologica, non umanistica.

Ecco perché la sua vittoria, oggi, appare come una vittoria politica della destra globale più che un riconoscimento di pace universale.

A rendere ancora più evidente questa dimensione geopolitica è arrivata la lettera di Benjamin Netanyahu, in cui il premier israeliano elogiava apertamente Trump e Machado, parlando di “pacificatori coraggiosi che difendono la libertà contro la tirannia”.
Un messaggio tanto retorico quanto strategico. Israele e l’entourage trumpiano condividono oggi una visione del mondo fondata sulla divisione netta tra “democrazie del bene” e “regimi del male”. Una visione binaria che non lascia spazio al dialogo, alla diplomazia, al compromesso — tutti pilastri della pace.

Machado, nel suo discorso, ha ricambiato l’appoggio: ha citato Israele come “modello di resilienza e di fede nella libertà”.
Una frase che, detta nel contesto di una guerra ancora aperta a Gaza e di un’occupazione che miete vittime civili ogni giorno, suona come una provocazione o, peggio, come una cieca adesione a un’idea di “pace” che esclude l’altro.

Ed è qui che si apre la contraddizione più profonda.
Cosa rappresenta, oggi, il Premio Nobel per la Pace? Dovrebbe premiare chi costruisce ponti, chi disinnesca conflitti, chi promuove il dialogo. Invece, negli ultimi anni, sempre più spesso il premio sembra andare a figure che incarnano un modello politico, un messaggio di parte.

Nel caso di Machado, la pace sembra essere diventata un sinonimo di lotta ideologica. La sua narrazione è una guerra contro un “nemico”: il chavismo, il socialismo, la sinistra latinoamericana, la visione redistributiva dello Stato.
La pace, in questa logica, non nasce dall’incontro ma dalla vittoria. Non è riconciliazione, ma trionfo morale del “bene” sull’“altro”.
È una pace declinata in termini militanti, non diplomatici.

Eppure, nel Venezuela di oggi, le ferite restano aperte, la povertà cresce, le famiglie continuano a fuggire. L’assegnazione del Nobel a una figura come Machado, che non ha ancora costruito alcun processo reale di mediazione, rischia di essere letta come una legittimazione simbolica di una parte politica piuttosto che come un invito alla riconciliazione nazionale.

Non è la prima volta che accade. Henry Kissinger nel 1973, Yasser Arafat e Shimon Peres nel 1994, Barack Obama nel 2009: tutti premi che, in modi diversi, hanno fatto discutere. Ma quello di Machado rappresenta un salto di qualità nella politicizzazione del Nobel.

Perché non si tratta più di premiare un percorso diplomatico controverso — come nel caso di Obama o di Arafat — bensì di consacrare un’identità politica militante.
Il Nobel diventa un riconoscimento di appartenenza a un campo. Una “patente di moralità” concessa a chi incarna una certa idea di libertà: quella che oggi la destra globale esporta come bandiera, pur spesso calpestando i diritti fondamentali di interi popoli.

Così, mentre in Palestina si muore sotto le bombe, in Ucraina si continua a combattere e in America Latina la disuguaglianza cresce, il Comitato del Nobel sceglie di premiare una leader che divide il suo paese in due metà inconciliabili.
Che parla di “ricostruzione” ma su basi esclusivamente liberiste, senza mai riconoscere la necessità di un dialogo nazionale.

È questa la pace che vogliamo celebrare?

Dietro la retorica ufficiale, il Nobel a María Corina Machado è un messaggio chiaro alla regione e al mondo:
l’Occidente — o almeno una parte di esso — ha deciso chi sono i “buoni” e chi i “cattivi”.
Chi merita di essere difeso e chi può essere dimenticato.
Chi porta libertà e chi semina tirannia.

Ma questo schema, tanto rassicurante quanto pericoloso, riduce la complessità del mondo a una caricatura.
Nel Venezuela reale, il chavismo ha sì generato autoritarismo, ma anche programmi sociali che hanno migliorato la vita di milioni di persone negli anni 2000.
Allo stesso modo, l’opposizione guidata da Machado rappresenta le élite economiche, le classi urbane più agiate, non certo i quartieri popolari.
Eppure, il Nobel ne fa un simbolo assoluto, un’icona di purezza democratica.

Un cortocircuito che dice molto sullo stato dell’Occidente: un mondo che parla ancora di pace, ma la intende come vittoria morale dei propri modelli economici e politici.

La pace, nel linguaggio di oggi, non è più assenza di guerra. È appartenenza.
Non è dialogo, è schieramento.
E María Corina Machado, in questo senso, è la perfetta incarnazione del nostro tempo: una donna simbolo, ma anche una bandiera che sventola nel vento delle ideologie.

Il suo Nobel non unisce, divide.
Non pacifica, mobilita.
E in un mondo che ha più bisogno di ponti che di muri, è difficile non leggere questo premio come un segnale inquietante: la pace è diventata una parola svuotata, usata come paravento per lotte politiche e guerre culturali.

Forse il problema non è María Corina Machado in sé. Forse il problema è che il Nobel per la Pace, ormai, non riesce più a parlare un linguaggio universale.
Premia chi urla più forte, non chi costruisce lentamente.
Premia chi divide in nome della libertà, non chi riconcilia in nome della dignità.

E così, mentre il mondo osserva, resta una sensazione amara: quella di un’epoca che confonde la forza con la giustizia, il coraggio con la militanza, la pace con la vittoria.

María Corina Machado non è solo una vincitrice controversa. È il sintomo di un tempo in cui anche il più nobile dei premi è diventato campo di battaglia.
E il mondo, intanto, continua a cercare — invano — qualcuno che parli davvero di pace.

Correlati

Previous Post

La politica dell’immagine: quando il potere si costruisce con la suggestione visiva

Next Post

“Falange Armata. Una sigla, tanti misteri”: Stefano Mormile ospite della prima puntata della seconda stagione di “30 minuti con… A tu per tu”

CARLA NAPOLITANO

Giurista, scrittrice. E' autrice ed appassionata narratrice del quotidiano capace di cogliere il lato insolito e a volte poetico della realtà. Con uno sguardo attento ed ironico esplora e narra con originalità gli aspetti più sorprendenti della vita di tutti i giorni.

Traduci

I piu letti di oggi

  • La memoria di Jois Pedone a Punta Penna: murales per ricordare il ragazzo morto tre anni fa
    La memoria di Jois Pedone a Punta Penna: murales per ricordare il ragazzo morto tre anni fa
  • María Corina Machado e il Nobel che divide il mondo: quando la pace parla la lingua della politica
    María Corina Machado e il Nobel che divide il mondo: quando la pace parla la lingua della politica
  • Il governo della propaganda: promesse tradite, obiettivi falliti
    Il governo della propaganda: promesse tradite, obiettivi falliti
  • La dinastia criminale dei De Bernardo a Somma Vesuviana: camorra, alleanze e controllo totale al Parco Fiordaliso
    La dinastia criminale dei De Bernardo a Somma Vesuviana: camorra, alleanze e controllo totale al Parco Fiordaliso
  • Catania, il sistema del silenzio: quando la cultura mafiosa diventa potere
    Catania, il sistema del silenzio: quando la cultura mafiosa diventa potere

Recent News

La Global Sumud Flotilla e lo stato comatoso della democrazia italiana

La Global Sumud Flotilla e lo stato comatoso della democrazia italiana

11 Ottobre 2025
“Quando il mondo era senza WiFi. Cronache di un’infanzia senza Internet” di Marco Ilardi: racconti di un periodo in cui la connessione era solo umana

“Quando il mondo era senza WiFi. Cronache di un’infanzia senza Internet” di Marco Ilardi: racconti di un periodo in cui la connessione era solo umana

11 Ottobre 2025
“Falange Armata. Una sigla, tanti misteri”: Stefano Mormile ospite della prima puntata della seconda stagione di “30 minuti con… A tu per tu”

“Falange Armata. Una sigla, tanti misteri”: Stefano Mormile ospite della prima puntata della seconda stagione di “30 minuti con… A tu per tu”

11 Ottobre 2025

Iscriviti al blog tramite email

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.

ADVERTISEMENT
WordNews

Testata giornalistica indipendente e irriverente di informazione ed inchieste. Tribunale di Roma (Aut. n. 11/2023 del 19/01/23) - ROC: 39938 - Organo Antifascista, Antirazzista e Laico (Tutti i diritti sono Riservati) - EDITORE: Dioghenes APS® - Ass. Antimafie e Antiusura - Cod. Fisc./P. Iva: 16847951007 - dioghenesaps@gmail.com - dioghenesaps@pec.it - ​​DIRETTORE: Paolo De Chiara (giornalista professionista, OdG Molise - direttore@wordnews.it - ​​375.6684391). AVVERTENZA: Le collaborazioni esterne si intendono esclusivamente a titolo Volontario e Gratuito. © Copyleft, Se copiato, citare la fonte "WordNews.it"

Navigate Site

  • Alimentazione & Fitness
  • Ambiente
  • Animali
  • Approfondimenti
  • Arte
  • Attualità
  • BelPaese
  • Brevi
  • Carta canta
  • Cronaca
  • Cucina
  • Cultura
  • Dioghenes APS
  • Diritto di replica
  • Economia&finanza
  • Eventi
  • FotoNotizia
  • Il “Moscone”, la rubrica del Direttore
  • Il “santo Laico”
  • Il Guastafeste
  • Il racconto a puntate
  • Interviste
  • L’angolo della Poesia
  • L’Opinione
  • La Parola ai lettori
  • La voce dell’esperto
  • La voce di “Pasquino”
  • Lavoro
  • Legalità
  • Lettere dall’Italia e dal mondo
  • Libri&Dintorni
  • Mafie
  • Musica
  • Petizioni
  • Pillole
  • Punti di vista
  • Satira
  • Scopri il Molise
  • Speciale 25 Aprile
  • Speciale Trattative
  • Sport
  • Stragi di Ieri e di Oggi
  • Teatro, Cinema & Tv
  • Wn KIDS
  • Wn TV
  • WordNews Consiglia
  • Blogs
  • Agenti pubblicitari
  • BANNER Elezioni
  • Contatti
  • DIOGHENES APS – Ass. Antimafie e Antiusura
  • PREMIO NAZIONALE LEA GAROFALO 2024
  • Redazione
  • Sostieni la STAMPA LIBERA

Follow Us

Welcome Back!

Sign In with Google
OR

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Sign Up with Google
OR

Fill the forms below to register

*By registering into our website, you agree to the Terms & Conditions and Privacy Policy.
All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • DIOGHENES APS
    • Chi siamo
    • Il Direttore Paolo De Chiara
    • Gli Autori
    • Redazione
    • Contatti
    • TESSERAMENTO SOCI
    • 5Xmille
    • Sostieni la STAMPA LIBERA
  • Le inchieste di WordNews
    • Legalità
    • Stragi di Ieri e di Oggi
    • Speciale Trattative
    • Il “santo Laico”
  • Approfondimenti
    • Interviste
    • Ambiente
    • Animali
    • Brevi
    • Diritto di replica
    • Il racconto a puntate
    • L’Opinione
    • La Parola ai lettori
    • Lettere dall’Italia e dal mondo
    • Pillole
    • Punti di vista
    • Satira
    • Scopri il Molise
    • Wn KIDS
  • Attualità
    • BelPaese
    • Cronaca
    • Economia&finanza
    • Eventi
    • FotoNotizia
    • Il Guastafeste
    • La voce dell’esperto
    • La voce di “Pasquino”
    • Lavoro
    • Wn TV
    • WordNews Consiglia
    • Petizioni
  • Il “Moscone”
    • Carta canta
  • Cultura
    • Libri&Dintorni
    • Arte
    • L’angolo della Poesia
    • Musica
    • Teatro, Cinema & Tv
  • Sport
    • Alimentazione & Fitness
  • WN – MediaCenter

Testata giornalistica indipendente e irriverente di informazione ed inchieste. Tribunale di Roma (Aut. n. 11/2023 del 19/01/23) - ROC: 39938 - Organo Antifascista, Antirazzista e Laico (Tutti i diritti sono Riservati) - EDITORE: Dioghenes APS® - Ass. Antimafie e Antiusura - Cod. Fisc./P. Iva: 16847951007 - dioghenesaps@gmail.com - dioghenesaps@pec.it - ​​DIRETTORE: Paolo De Chiara (giornalista professionista, OdG Molise - direttore@wordnews.it - ​​375.6684391). AVVERTENZA: Le collaborazioni esterne si intendono esclusivamente a titolo Volontario e Gratuito. © Copyleft, Se copiato, citare la fonte "WordNews.it"

This website uses cookies. By continuing to use this website you are giving consent to cookies being used. Visit our Privacy and Cookie Policy.