Il Consiglio dei ministri ha disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Paternò, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, affidando la gestione dell’ente a una Commissione straordinaria per 18 mesi. La decisione arriva al termine degli accertamenti che hanno evidenziato criticità tali da rendere necessario il commissariamento dell’amministrazione comunale.
Aprile 2024. I carabinieri della compagnia di Paternò conducono l’operazione antimafia denominata “Athena“. Una indagine per voto di scambio politico-mafioso a carico, tra gli altri, del sindaco di Paternò Nino Naso, l’ex assessore Turi Comis e l’amministratore Pietro Cirino. L’avrebbero fatto in concorso con il presunto reggente e il presunto affiliato del clan Ludani di Catania, rispettivamente Vincenzo Morabito e Natale Benvegna. In tutto sono state 17 le ordinanze di custodia cautelare, il quale punto nevralgico dell’inchiesta erano le presunte infiltrazione mafiose nella vendita all’asta di terreni e immobili. Il sindaco si è sempre dichiarato estraneo e il processo, aperto il 14 ottobre, su richiesta degli avvocati del primo cittadino, è stata rinviata al 31 marzo.
L’accesso ispettivo e la proposta di scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose è stato disposto a seguito del lavoro della commissione di accesso antimafia nominata nei mesi scorsi dall’ex prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi.
Nell’inchiesta l’accusa viene rappresentata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti. Secondo la loro ricostruzione lo scambio elettorale sarebbe avvenuto per le elezioni comunali del 2022 e in cambio sarebbe stata assicurata l’assunzione a tempo indeterminato di due persone, che sono state ritenute vicine al clan, all’interno dell’organico dell’impresa Dusty, impresa che a Paternò si occupa di raccolta e smaltimento di rifiuti.
La discussione, in Consiglio dei Ministri, dello scioglimento del comune doveva avvenire il 3 ottobre ma è poi stata rinviata. Ma già allora sembrava cosa quasi fatta e anticipata, con alcune indiscrezioni, da alcune testate locali e dall’ex deputata all’ARS, Assemblea Regionale Siciliana, del Movimento 5 Stelle Martina Ardizzone.
La relazione è stata presentata dall’attuale prefetto di Catania, Pietro Signoriello, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ed è stata redatta a seguito del lavoro della commissione prefettizia che si è svolto dal 31 gennaio al 31 luglio esaminando diverse attività amministrative del comune che andavano dal 2019 al 2022 per, in base a come aveva scritto l’ex prefetto,
“verificare l’eventuale sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità di tipo mafioso”.
Un evento che aveva fatto scatenare la battaglia politica e morale a Paternò è stato il 23 maggio di quest’anno, anniversario della strage di Capaci in cui il sindaco ha pubblicato una frase sui suoi social e si è svolta una manifestazione con gli studenti dove alla fine si era ritrovato sul palcoscenico con uno striscione con scritto “La Mafia fa schifo“. Il circolo cittadino del PD era insorto.
Così il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Paternò e l’affidamento della gestione del Comune, per la durata di diciotto mesi, a una Commissione straordinaria.
A commentare il fatto, tra i primi, sui suoi social è il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno, figlioccio politico del Presidente del Senato Ignazio La Russa che a Paternò ha il suo humus elettorale:
“L’atto con cui il Consiglio dei Ministri ha disposto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Paternò purtroppo non è inaspettato.
Da forza politica di opposizione in Comune siamo stati sempre molto perplessi sulla gestione della città negli ultimi anni, ma mai avremmo voluto leggere una notizia del genere che lascia una macchia indelebile sulla nostra comunità e trafigge i nostri cuori.
Spero vivamente che si possa lavorare sin da subito al superamento di una delle pagine più buie della nostra storia recente.
Mi auguro che ci possano essere le migliori energie per far rialzare la testa con orgoglio ad una comunità onesta ed operosa come quella di Paternò che non merita di essere macchiata da questa onta.”
“Siamo certi che i nostri atti amministrativi sono stati sempre improntati al rispetto della rigorosa osservanza delle leggi e della legalità. Il provvedimento del Consiglio dei Ministri non ci coglie di sorpresa, ma conferma che nonostante la correttezza dell’azione amministrativa si possono operare scelte politiche che danneggiano un’intera comunità. L’astio e l’odio politico non hanno aiutato la nostra città anzi hanno aggiunto ricostruzioni e suggestioni prive di fondamento ma utili a creare un clima avverso alla città. Non ci lasceremo intimidire dai prossimi sciacalli di turno anche perché loro hanno la maggiore responsabilità politica e morale di ciò che Paterno’ sta subendo”.





