È passato oltre un mese dall’attentato contro Sigfrido Ranucci e la sua famiglia. Era la notte tra il 16 e il 17 ottobre scorso quando un potente ordigno è esploso contro l’auto del giornalista e conduttore di Report e contro l’auto della figlia.
Sin dai primi giorni diverse sono state le piste su mandanti ed esecutori su cui si sono orientati gli inquirenti e lo stesso Ranucci. Almeno 4 o 5 disse nei giorni successivi Ranucci che sottolineò di non credere a mandanti politici e chiese di evitare strumentalizzazioni politiche dell’accaduto.
A poca distanza dall’abitazione della famiglia Ranucci c’è una delle principali piazze di spaccio della zona, gestita da clan albanesi. Luoghi in cui le mafie negli ultimi anni hanno fatto sentire la loro potenza di fuoco e in cui varie sono le organizzazioni criminali che si intrecciano, anche alleandosi e spartendosi affari sporchi, narcotraffico e altri affari criminali.
«Tra le tante inchieste svolte da Report per esempio c’è anche quella sull’Albania, considerata un “narcostato”, in cui si sono analizzati i rapporti particolarmente opachi tra i vari clan mafiosi e le più alte sfere istituzionali – ha sottolineato Francesca Fagnani in un articolo dall’emblematico titolo «L’attacco a Ranucci e il senso di impunità: la malavita è talmente impastata col “mondo di sopra” da generare rassegnazione nella società» su La Stampa del 19 ottobre – Il gruppo criminale degli albanesi è tra i più presenti e spietati della Capitale (e non solo), tra l’altro particolarmente attivo nella piazza di spaccio, situata proprio davanti casa del giornalista, a Campo Ascolano, in provincia di Pomezia».
«Quattro piste sul chilo di esplosivo a Ranucci» il giorno prima ha titolato Il Fatto Quotidiano: «I Pm su 30 minacce in 4 anni: le più “serie” da clan locali, gang albanesi e ultras» si legge nella prima pagina del quotidiano.
Inchieste sull’eolico e sull’estrema destra eversiva, i clan di ‘ndrangheta sono state sottolineate come possibile movente dal pentito Luigi Bonaventura ed altri.
Mafie albanesi su cui si è soffermato anche il quotidiano Domani, indicando con un’inchiesta esclusiva una pista che potrebbe portare a Prato e alle organizzazioni criminali su cui si è ampiamente soffermato Nello Trocchia, collaboratore del quotidiano, nel suo recente libro “Invincibili. La mafia albanese da Roma alla conquista del mondo”.
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È notizia di questi giorni una nuova pista su cui stanno lavorando gli inquirenti con indagini che portano a clan di camorra, pista legata ad un servizio andato in onda domenica scorsa e curato dall’inviato di Report Daniele Autieri. Il collaboratore di Report è stato sentito venerdì in procura a Roma dal magistrato della DDA Carlo Villani. Al centro dell’audizione «una lettera anonima arrivata alla redazione di Report venerdì scorso che collegherebbe all’attentato ambienti criminali della camorra e un presunto traffico di armi emerso in un servizio andato in onda domenica scorsa» ha riportato l’Adn Kronos.
«In particolare, lo scorso 24 settembre Autieri si trovava per un servizio giornalistico nella sede di Cnv ad Adria, quando alcuni dipendenti hanno rinvenuto nel cantiere due casse di legno con dentro due mitragliatrici da guerra non registrate, un caso sul quale ora sta lavorando la procura di Rovigo» sottolinea l’agenzia stampa.




