Allarme al “F. Veneziale” di Isernia: 5 posti letto su 10 in Cardiologia chiusi per mancanza di monitor. Castrataro chiede investimenti, personale e potenziamento dell’Emodinamica.
Un ospedale dimezzato, una città esposta
Ci sono emergenze che non fanno rumore finché non esplodono. E poi ci sono emergenze che fanno rumore ogni giorno, ma ci si abitua: diventano “normalità”. A Isernia, però, la normalità ha smesso da tempo di essere accettabile.
In un post pubblico, il sindaco Piero Castrataro ha messo nero su bianco una denuncia pesante sulla situazione dell’ospedale “F. Veneziale”: in Cardiologia risultano chiusi 5 posti letto su 10 per un motivo che, nel 2025, suona come una resa dello Stato: mancano monitor funzionanti. Non è un dettaglio tecnico. È una crepa strutturale nel punto in cui la sanità dovrebbe essere più rapida, più vigile, più pronta.
Cardiologia senza monitor: quando la cura diventa attesa
La criticità indicata dal primo cittadino è semplice e brutale: senza monitor non si aprono letti, e senza letti la corsia non assorbe pazienti, e quando la corsia non assorbe tutto si scarica altrove. Il sindaco lo dice chiaramente: questa chiusura “ricade sul Pronto Soccorso” e “mette a rischio la sicurezza dei pazienti”. Più attese, più affollamento, più stress clinico, più probabilità che il sistema inciampi proprio quando non può permetterselo.
Personale al limite: solidarietà non basta, servono scelte
Alla questione dei posti letto si somma un’altra parola che in Molise suona come un ritornello consumato: carenza cronica di personale. Castrataro parla di turni massacranti e rivolge solidarietà agli operatori sanitari. Solidarietà doverosa. Ma il punto è un altro: se un ospedale regge solo per il sacrificio di chi ci lavora, non sta “funzionando”. Sta resistendo. E la resistenza, in corsia, non può essere un modello organizzativo. Chi lavora così non è un eroe: è un professionista che lo Stato sta spremendo.
Il nodo Emodinamica: servizio “attrattivo” ma sempre a rischio
Nel post del sindaco c’è anche un passaggio che pesa come una sirena: le preoccupazioni sul futuro del laboratorio di Emodinamica. Secondo quanto riferito, i dati Agenas confermerebbero che si tratta di un servizio attrattivo, efficiente e indispensabile per l’intero territorio. Per questo, l’appello non è a “salvare il salvabile”, ma a cambiare passo: l’Emodinamica non deve essere ridimensionata, bensì potenziata.
E soprattutto, dice Castrataro, va riconosciuta come Unità Operativa Complessa: un passaggio che, nella sostanza, significa stabilità, continuità, capacità di programmazione e un peso organizzativo che impedisca al servizio di vivere perennemente con la valigia in mano.
La salute non si rinvia
“La salute dei cittadini non può essere sacrificata né rinviata”. È la frase che inchioda alle proprie responsabilità chi decide. Castrataro chiede attenzione, investimenti e rispetto per il “Veneziale”, “esattamente come le altre strutture ospedaliere” del Molise.
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