Atre anni dall’avvio della legislatura, il rapporto “Il governo Meloni al giro di boa” di Amnesty International Italia mette nero su bianco le storture del sistema politico: i diritti sono diventati negoziabili, lo spazio civico si è ristretto, la sicurezza viene usata come grimaldello politico e la gestione di povertà, sanità e migrazione è scivolata verso soluzioni emergenziali. Non è mera polemica: è un bilancio. Quando un governo alza muri contro i più fragili e abbassa le garanzie (anche costituzionali) per tutti, non sta “mettendo ordine” ma sta spostando il problema addosso a chi ha meno voce. E la democrazia respira con meno ossigeno.
Povertà e disuguaglianze: la frattura che cresce
La povertà non fa rumore, non porta voti. Però scava. E quando scava abbastanza, crolla tutto. Come il famoso chiodo di Paolini che può far crollare anche la casa. Negli ultimi anni il numero di persone in difficoltà economica resta alto e stabile, con fasce sociali sempre più fragili: famiglie numerose, giovani, lavoratori poveri, cittadini stranieri e territori penalizzati. Si allarga il divario tra chi può permettersi servizi e chi ne resta fuori.
La conseguenza non è solo sociale: è politica.
Sanità: liste d’attesa, rinunce alle cure
Il diritto alla salute, in teoria, è universale. Costituzionalmente garantito dalla nostra Carta antifascista. Ma sta diventando selettivo: chi ha soldi si cura chi non ne ha aspetta e spesso rinuncia. Il segnale più allarmante è proprio questo: cresce la quota di persone che smettono di curarsi non perché “stanno meglio”, ma perché non riescono ad accedere alle prestazioni tra costi, tempi e carenze territoriali.
Diritti sessuali e riproduttivi: il diritto esiste, l’accesso no
C’è una differenza enorme tra “avere un diritto” e poterlo esercitare. Sul fronte dei diritti sessuali e riproduttivi, il tema non è solo ideologico. Consultori depotenziati, disomogeneità territoriale, ostacoli organizzativi e culturali rendono l’accesso più difficile proprio dove dovrebbe essere più semplice.
LGBTQIA+ e famiglie: i bambini nel terreno di scontro
Tutela giuridica dei minori. Il tema riguarda trascrizioni, riconoscimenti, adozioni: importanti strumenti giuridici fondamentali che non sono “bandiere” da sventolare, ma protezioni quotidiane (scuola, sanità, eredità, responsabilità genitoriale). Nel dibattito pubblico vengono troppo spesso ridotti a un derby ideologico.
Cittadinanza: un Paese che ragiona da passato
Il tema della cittadinanza è il paradosso italiano: milioni di persone crescono qui, studiano qui, lavorano qui, parlano in dialetto meglio di noi e restano in una zona grigia. In un limbo politico. Riformare la cittadinanza è riconoscere. È anche un investimento sul futuro, sulla coesione sociale, sulla partecipazione.
Spazio civico e proteste: quando manifestare diventa un problema di ordine pubblico
La democrazia non si misura solo al voto, si misura anche dal diritto di dissentire. Negli ultimi anni, il clima attorno alle proteste si è irrigidito. Il rischio percepito è quello di una criminalizzazione crescente di alcune forme di manifestazione, con norme e prassi che alzano la soglia repressiva e rendono più facile punire che ascoltare. Il punto non è “difendere chi sbaglia”. Il punto è evitare che la risposta dello Stato diventi una scorciatoia.
Migrazione: esternalizzazione, centri, mare e il prezzo della disumanizzazione
Qui la politica italiana parla spesso con la voce della paura. E la paura è pericolosa. Le scelte degli ultimi anni spingono verso un modello: spostare fuori dai confini la gestione delle persone migranti (accordi, cooperazioni, trattenimenti, procedure accelerate). Sul mare, il tema delle ONG è diventato simbolico: non più soccorso, ma scontro. Quando il soccorso viene trattato come un fastidio, il messaggio è spietato: alcune vite pesano meno. E poi ci sono i centri esterni, i trasferimenti, i costi, le opacità: un impianto che rischia di trasformare la gestione della migrazione in un esperimento permanente.
Sorveglianza e tecnologie: l’illusione del controllo totale
La tecnologia promette sicurezza ma consegna potere. Tra intelligenza artificiale, riconoscimento biometrico e strumenti di sorveglianza, il rischio è che si crei un ecosistema in cui il controllo cresce più veloce delle garanzie, gli errori tecnologici colpiscono sempre gli stessi, le discriminazioni diventano “automatiche” e quindi più difficili da contestare. Chi controlla i controllori? La libertà si può perdere con un aggiornamento software.
Clima: la transizione non è un hobby, è una questione di giustizia
Il clima non è solo ambiente: è diritti, salute, lavoro, migrazioni future. Una transizione lenta e diseguale produce due effetti: aumenta i danni e alimenta conflitti sociali. La transizione deve essere rapida e giusta: scaricare i costi sui più fragili crea una potente bomba sociale.
Politica estera e crisi internazionali
Le crisi internazionali, in particolare quelle in Medio Oriente, hanno mostrato quanto sia facile cadere nel doppio standard: indignarsi a piacere, pesare le vittime con bilance diverse, parlare di diritto internazionale a giorni alterni. La coerenza è fondamentale. Il diritto internazionale non si applica a piacimento.
Se viene normalizzata la rinuncia alle cure, la povertà come destino, la protesta come minaccia, il soccorso come colpa, la sorveglianza come abitudine, i diritti come privilegio, si sta costruendo un Paese duro, diffidente e fragile.






