Il punto di partenza è limpido: per Martino il poetare non è un’abilità tecnica riservata a pochi iniziati, ma una modalità dell’esistenza. La poesia come esperienza viva, originaria, quotidiana: un varco che si apre quando smettiamo di correre e torniamo a sentire.
Il saggio procede per movimenti: riflessioni intime, richiami culturali e spirituali, frammenti esperienziali. Non costruisce un sistema chiuso (niente “teorie definitive”, grazie al cielo), ma offre spunti di vista: finestre. E ogni finestra dà aria.
Queste meditazioni nascono da un lavoro lungo, coltivato anche nel blog ilmestieredeldare: si percepisce una scrittura sedimentata, pensata, non improvvisata.
Uno dei punti forti è il tono: accogliente, spesso confidenziale, mai didascalico. Non è il classico saggio che ti fa sentire in colpa perché non hai letto tutto il Novecento. Qui pensatori, poeti e tradizioni non diventano “oggetti di studio”, ma presenze con cui dialogare.
Il risultato? Anche i passaggi più densi restano attraversabili. Come un sentiero di montagna ben tracciato: non ti porta in braccio, ma non ti lascia nemmeno nel burrone.
Il cuore del testo: il linguaggio come responsabilità
Il tema del linguaggio attraversa tutto il volume con una convinzione netta: le parole non sono neutrali. Possono chiudere o aprire, separare o creare legami, addomesticare la realtà o restituirle respiro.
Recuperare una dimensione poetica del linguaggio, per l’autrice, significa restituire alle parole la loro funzione più preziosa: generare senso senza imprigionarlo. E qui il libro smette di essere solo “letterario” e diventa anche etico: una piccola educazione alla responsabilità del dire. Che, in tempi di frasi lanciate come sassi, è quasi un atto di igiene pubblica.
Questo libro parla soprattutto a: chi sente di vivere “in automatico” e vuole tornare a uno sguardo più presente; chi ama la poesia ma la percepisce lontana, “alta”, intimidatoria; chi cerca un ponte tra spiritualità, contemplazione e vita quotidiana; chi scrive (o vorrebbe scrivere) e vuole ritrovare una relazione più vera con le parole; chi è stanco di manuali e definizioni, e preferisce una mappa aperta.
Se invece cerchi un trattato tecnico sul linguaggio poetico (metrica, figure retoriche, tassonomie), qui non lo trovi. E va bene così: non è un libro che cataloga la poesia, è un libro che la rimette in circolo.
Perché stiamo entrando in anni in cui la battaglia più decisiva non sarà solo sull’informazione, ma sul senso. Sul modo in cui nominiamo il mondo. E un testo come questo fa una cosa rara: ti invita a rallentare, ad ascoltare, a scegliere parole più oneste.
Non cambia la realtà con uno slogan. La cambia nel punto esatto in cui la realtà comincia: dentro lo sguardo.
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Casa editrice: Giuliano Ladolfi Editore
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Collana: Smeraldo
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Genere: Saggistica / Poesia
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Pagine: 130
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Prezzo: 12,00 €
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ISBN: 978-8866447757
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