Giornalismo. Un elemento della civiltà occidentale. L’elemento portante, il pilastro della libertà di espressione. Il giornalismo italiano. Di lunga data e asse primario del paese dopo il fascismo. Ma vi è il dilemma cruciale. Indipendenza: ancora valida a partire dagli anni 80 del ventesimo secolo ad oggi? Una trasformazione che è andata peggiorando sempre di più in negativo. La perdita di indipendenza, nella concentrazione dell’informazione in mano a pochi gruppi tutti collegati fra loro. E il riproporsi e dell’ ancora attuale elemento della controinformazione. Termine nato nel dopo 68 e protrattosi per il decennio 70-80,ed oggi ancora praticabile in forme nuove e rielaborate .Con tutti i problemi che ne conseguono. Esempi classici: le querele. I giornalisti non tutelati. I filtri su notizie e informazioni e il fake/non fake news. I finanziamenti fatti sempre in autogestione o autotassazione. La continua battaglia contro i poteri, forti e meno forti, che non gradiscono certo realtà del genere.
Il giornalismo nato come cane da guardia del potere, con l’originario termine anglosassone “The watchdog”. E in questi ultimi decenni ,a partire dalla fine secolo degli anni 90 del ventesimo secolo fino ad oggi, perde progressivamente questa funzione in favore dell’ appiattimento e omologazione totale nel globale dei grandi trust e corporations.
La coraggiosa esperienza di Paolo de Chiara di contro informare per informare nel reale senso del termine, dando anche spazio a coloro che hanno la voce zittita da tutto questo contesto socio politico, che continua a peggiorare, viene descritta sia cronologicamente, che descrittivamente, con moltissimi esempi fattuali accaduti alla testata e ad altri soggetti giornalistici, dettagliatamente in questa intervista. Che è anche una riflessione sulle incognite e speranze di un futuro non molto lontano.
Paolo De Chiara è giornalista professionista (OdG Molise), scrittore e sceneggiatore. Nato a Isernia nel 1979, è il fondatore e direttore di WordNews.it (direttore@wordnews.it), una testata che intreccia cronaca, inchiesta, memoria civile e cultura, con un’attenzione costante alle zone d’ombra: mafie, corruzione, diritti negati, testimoni di giustizia, legalità.
Nel corso della sua carriera in Molise ha lavorato con gran parte degli organi di informazione (carta stampata e televisione), dirigendo anche riviste periodiche dedicate a informazione, cultura e politica.
Da anni affianca all’attività giornalistica un impegno educativo e pubblico: porta la Cultura della Legalità nelle scuole, in un lavoro quotidiano fatto di incontri, testimonianze, progetti e presa di parola. Il filo rosso, sempre lo stesso: non “raccontare” soltanto, ma mettere a nudo i meccanismi che normalizzano l’ingiustizia.
La produzione editoriale di De Chiara è centrata sulle vite che pagano il prezzo della verità e sull’Italia dove il coraggio non è un’astrazione, ma una scelta che lascia segni.
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2012 – Il Coraggio di dire No. Lea Garofalo, la donna che sfidò la ’ndrangheta (Falco Ed.).
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2013 – Il Veleno del Molise. Trent’anni di omertà sui rifiuti tossici (Falco Ed.) – Premio Nazionale di Giornalismo “Ilaria Rambaldi” 2014.
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2014 – Testimoni di Giustizia. Uomini e donne che hanno sfidato le mafie (Perrone Ed.).
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2018 – Il Coraggio di dire No. Lea Garofalo, la donna che sfidò la schifosa ’ndrangheta (nuova versione aggiornata, Treditre Ed.).
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2019 – Io ho denunciato. La drammatica vicenda di un testimone di giustizia italiano (Romanzi Italiani) – finalista Premio Internazionale “Michelangelo Buonarroti” 2019.
Dal romanzo sono stati tratti un corto e un medio-metraggio (CinemaSet, 2019), di cui De Chiara è autore del soggetto e della sceneggiatura; l’opera ha ottenuto riconoscimenti, tra cui il Premio Legalità (Fiumicino 2019) e il Premio Starlight International Cinema Award (77ª Mostra del Cinema di Venezia, settembre 2020). -
2022 – Una fimmina calabrese (Bonfirraro Editore).
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2023 – Una vita contro la camorra (Bonfirraro Editore), Premio Nazionale “Piersanti Mattarella” 2024.
Ha inoltre collaborato con CANAL+ alla realizzazione del documentario “Mafia: la trahison des femmes” (Spécial Investigation, MagnetoPresse), trasmesso in Francia nel gennaio 2014.
Premi e riconoscimenti
Nel tempo il suo lavoro è stato riconosciuto in ambito giornalistico e culturale, con premi che sottolineano la cifra del suo percorso: scrittura come responsabilità.
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Premio “Giorgio Mazzanti” – San Salvo, 31 luglio 2025
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Premio giornalistico letterario “Piersanti Mattarella” – Roma, 30 novembre 2024
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Premio Adriatico “Un mare che unisce” – Giornalista molisano dell’anno – Guardiagrele (Chieti), dicembre 2019
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Premio Valarioti–Impastato – Rosarno (RC), maggio 2022
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Premio Carlo Alberto Dalla Chiesa – San Pietro Apostolo (Catanzaro), agosto 2022
Dioghenes APS e iniziative nazionali
De Chiara è anche fondatore e presidente di Dioghenes APS – Associazione Antimafie e Antiusura, realtà impegnata su antimafia sociale, antiusura, tutela delle vittime e azioni culturali sul territorio.
Tra le iniziative ideate:
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Premio nazionale Lea Garofalo (dal 2022, giunto alla IV edizione)
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Premio nazionale Letterario e Giornalistico “Pier Paolo Pasolini” (dal 2025)





