C'è un istante commovente che avviene ad ogni rilascio. E' l'attimo prima, quello che precede la ritrovata libertà. Il mare è a pochi passi di pinne. La tartaruga, creatura ancestrale, si ferma e annusa l'aria. Quasi incredula, scruta l'orizzonte. Poi si accorge che è tutto vero. Quella che ha davanti è la sua casa, ed è finalmente tempo di fare ritorno. Da terra i suoi amici umani applaudono, i bambini gioiscono, è festa. La tartaruga marina riaffiora una ultima volta, prende aria, si immerge nuovamente e scompare.
Ma c'è il lato B, il rovescio della medaglia. Quello dove non tutti gli esseri umani sono amici. Lo stesso che mette a repentaglio la sopravvivenza di troppi esseri viventi con cui abbiamo l'onore di condividere questo Pianeta straordinario.
Lo sanno bene i biologi, i veterinari, i naturalisti e volontari della Fondazione Cetacea Onlus di Riccione. Una associazione che si occupa della conservazione delle specie marine protette in Emilia Romagna e Marche. Dal 2008 ad oggi hanno curato e rilasciato in Adriatico circa 677 tartarughe marine.
Foto by Fondazione Cetacea Onlus
Attirati dalla grande disponibilità di pesce, la maggior parte dei 50000 esemplari di tartarughe marine si trova nell'alto Adriatico. In questo bacino possiamo contare tre specie diverse: quella residente è la Tartaruga comune (Caretta caretta), ma vengono avvistate o ritrovate anche la Tartaruga Verde (Chelonia mydas) e la Tartaruga Liuto (Dermochelys coriacea).
L’interazione accidentale con la pesca professionale, l’inquinamento, i rifiuti, il traffico nautico, i cambiamenti climatici, stanno mettendo a serio rischio la sopravvivenza di queste specie. Il lavoro della Fondazione Cetacea è una missione quotidiana e riguarda principalmente il recupero, la cura, il rilascio e il monitoraggio degli esemplari morti sulle coste. Ma anche l’educazione ambientale del pubblico e nelle scuole, la sensibilizzazione delle categorie professionali e sportive legate al mare al fine di ridurre le catture accidentali e insegnare le manovre di primo intervento sono aspetti fondamentali, necessari per cambiare il difficile rapporto che abbiamo con il mare e con le creature che vi dimorano. Lo scopo è quello di infondere nella società l'amore e il rispetto per ogni essere vivente, per ogni ecosistema in una ottica di interdipendenza volta a garantire uno stato di benessere comune.
A tal proposito vale la pena ricordare lo straordinario accadimento avvenuto all'alba del 30 luglio del 2019. Intorno alle 5:30 viene avvistata una grossa Caretta caretta impegnata a deporre le sue uova sulla spiaggia di Baia Flaminia, a Pesaro, nelle Marche. Sarà proprio la Fondazione Cetacea a prendersi cura del prezioso nido che risulta essere la deposizione più a nord mai registrata in Mediterraneo e più in generale in Europa. Un racconto che ha dell'incredibile e dal quale sono nate ben 38 tartarughe in ottima salute. Sono state rilasciate in mare e rappresentano un motivo in più per fare tutti la nostra parte, per salvaguardare queste piccole vite che hanno bisogno di crescere, diventare forti e continuare a popolare l'Adriatico. E chissà, magari un giorno una di loro farà ritorno a Baia Flaminia per deporre le sue uova. Chissà.
Una cosa è certa. Sono giorni in cui stiamo imparando ad apprezzare e capire il vero significato della libertà. Lo scorso 24 aprile lo staff della Fondazione Cetacea ha riportato in mare due splendide, giovani, tartarughe Caretta caretta. L'auspicio è che l'umanità possa presto tornare a vivere in un mondo diverso, dai valori cambiati. Speriamo di ritrovare anche noi il nostro "mare", in un abbraccio, in un sorriso, in amicizia gli uni con gli altri, in armonia e sopratutto in pace.
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2020-04-26 12:18:21
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