Il mese di maggio è stato, per i grandi media italici, soprattutto il mese dell’incoronazione di Carlo d’Inghilterra. Abbiamo già sottolineato nella prima parte l’immensa mole di attenzione mediatica dedicata all’evento britannico con particolare riguardo alla rottura tra il nuovo sovrano e il figlio fuggitivo.
Che stride con il totale silenzio con l’altra rottura, quella col fratello amico del miliardario pedofilo statunitense Epstein. La pedofilia e la pedopornografia sono temi affrontati poco, male e in maniera a dir poco reticente in Italia.
Lo abbiamo documentato varie volte in questi anni, il clima è di omertà e silenzio, connivenza con colletti d’alto bordo e personaggi più o meno in vista di piccole e grandi comunità. Un’omertà e una connivenza che hanno larghi tratti in comune con le complicità e i silenzi intorno alle mafie. E le reti pedofile e pedopornografiche, la violenza sistemica contro i bambini non è diversa – per efferatezza, brutalità, disumanità e complicità sociali – dalle organizzazioni mafiose.
Dinamiche su cui si è soffermato il procuratore di Tivoli Francesco Menditto dopo l’arresto di un insegnante di religione ed educatore dell’Azione Cattolica. Queste le sue dichiarazioni riportate dall’Adn Kronos lo scorso 23 maggio.
“Il clima di omertà ambientale è molto simile a quello mafioso. I genitori non vogliono accettare la violenza che può avere patito il loro figlio, cercano di coprire, nascondere e non credono al minore. Spesso si rivolgono all’autorità religiosa che tende a tenere la vicenda al suo interno. Uno dei ragazzi, infatti, dice: 'Io non denuncerò mai perché non mi crederanno mai e tutto questo non porterà a niente'. Questo è quello che pensano i nostri ragazzi", ha affermato il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, nel corso di una conferenza stampa in procura dopo l’arresto.
“Bisogna credere a loro e avere fiducia quando denunciano e i genitori devono immediatamente rivolgersi all’autorità statale. Molti genitori si confidano solo con l’autorità religiosa. Chi non denuncia deve sapere che avrà sulla coscienza eventuali ulteriori violenze ai danni di altri bambini. Non vogliamo fare processi morali ma se avessimo subito avuto tutte le carte dall’autorità religiosa lo avremmo fermato prima", ha aggiunto il procuratore di Tivoli.
Nonostante il web sia ormai parte integrante delle nostre giornate e si parla spesso (e anche a sproposito) della fruizione da parte dei minori e dei “pericoli della rete” sulla pedopornografia l’omertà è ancora maggiore. Mentre ci si trastullava con la cerimonia di incoronazione di Carlo e il gossip più frivolo è passata completamente sotto silenzio la “Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia”, celebrata il 5 maggio. Nel dossier della Polizia Postale, pubblicato in occasione di questa giornata, sono riportati i numeri e alcuni approfondimenti sulla pedopornografia in Italia.
Il dossier è disponibile qui https://www.poliziadistato.it/statics/21/dati-polizia-postale.pdf
Due giorni prima la Polizia Postale ha reso noto la prima operazione contro la pedopornografia nel mese a cui ne sono seguite altre tre. In totale sono stati sequestrati oltre 90.000 file di abusi pedofili ed è stato arrestato uno dei più importanti ricercati a livello mondiale. 300 file e foto pedopornografici aveva nel computer l’arrestato a Taranto il 3 maggio.
Esattamente una settimana dopo è stato arrestato un 57enne di Lucca, da una prima analisi parziale dei suoi numerosi supporti informatici sono stati ritrovati almeno 10.000 immagini e 78 video pedopornografici. Il 19 maggio la Polizia Postale è intervenuta a Torino, sul computer del 33enne arrestato – riporta il comunicato della Polizia – “è stato trovato in possesso di oltre 80.000 immagini prodotte attraverso lo sfruttamento sessuale di minorenni”.
2023-06-13 12:15:12
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